Mercato libero dell’energia: in Italia manca cultura sul tema. I consigli degli esperti per fare la scelta giusta

Il passaggio dal mercato tutelato dell’energia al mercato libero ha avuto un avvio un po’ traumatico visti anche i tantissimi operatori (oltre 700) attivi in Italia, ma, anche con l’aiuto delle comunità energetiche, sul medio periodo potrà portare benefici sulle bollette degli italiani e razionalizzare i consumi energetici nazionali. Considerate, però, le sempre maggiori necessità di energia da parte delle aziende e delle famiglie, per la razionalizzazione dei consumi e l’efficientamento del sistema, sarà fondamentale l’impegno di tutti gli utenti. Bisogna, infatti, che tutti comprendano che l’energia elettrica non è più un bene disponibile senza limiti, ma va usata con ragionevolezza e in modo efficiente, riducendo al massimo gli sprechi e aumentando, ove possibile, la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’auto consumo o la condivisione con le comunità locali di riferimento. A tal fine, però, è necessario aumentare e migliorare la comunicazione sulle tematiche energetiche per rendere i cittadini più consapevoli e informati.

Sono le indicazioni emerse durante il quarto e ultimo incontro di “Economia sotto l’ombrellone” 2024 a Lignano Sabbiadoro, che ha visto gli interventi degli esperti di gestione e distribuzione dell’energia, nonché delle comunità energetiche rinnovabili, Devis Fantini, Mauro Antonio Guarini e Massimiliano Panipucci, moderati dal giornalista e direttore editoriale Nord Est di Eo Ipso, Carlo Tomaso Parmegiani, dialogare sul tema: “Cos’è cambiato il primo luglio, aziende e cittadini tra mercato libero e comunità energetiche rinnovabili”.

«Il vero problema dei consumi di energia in Italia – ha affermato il consulente energetico Devis Fantini – è la mancanza di un’adeguata cultura su queste tematiche sia nei cittadini, che spesso non sanno quali siano le scelte migliori da compiere, sia, purtroppo, nelle aziende che non di rado inconsapevolmente consumano molto di più di quanto necessario e che con azioni mirate potrebbero sia ridurre i consumi, sia diventare esse stessi produttrici, sia ancora contenere i costi delle bollette.  C’è ancora un triennio, fino al 31 marzo 2027 – ha proseguito Fantini –, per completare il passaggio al mercato libero di tutta la cittadinanza e delle piccole e piccolissime imprese. Sarebbe, quindi, bene che sia i cittadini, sia le imprese, si affidassero a consulenti preparati per poter fare scelte energeticamente oculate, facendosi aiutare in un mondo che è oggettivamente complesso. Non esistono, infatti, operatori in assoluto migliori, ma bisogna saper scegliere il fornitore di energia più confacente alle proprie esigenze e anche saperlo cambiare quando mutano le condizioni personali o di mercato».

Dopo aver precisato che, fino al marzo 2027, gli utenti vulnerabili (Over 75, diversamente abili, chi ha malattie gravi o ha una situazione economica particolarmente disagiata), Fantini ha ribadito che comunque nel prossimo futuro «sarà fondamentale la consapevolezza sui propri consumi per imparare a gestirli al meglio», sottolineando anche come «i cittadini del Friuli Venezia Giulia siano particolarmente fortunati perché fra incentivi regionali a fondo perduto del 40% e detrazione fiscale del 50% in dieci anni concessa dallo Stato, possono dotarsi di un impianto fotovoltaico pagandone realmente solo il 10%».

Sul ruolo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) e sull’aiuto che queste possono dare ai cittadini per districarsi nei complessi meandri delle tematiche energetiche, nonché a ridurre costi e consumi, si è soffermato il vicepresidente di Part-Energy (cooperativa benefit che ha avviato 28 Cer in tutta Italia), Mauro Guarini: «Le Cer, tanto più per una cooperativa solidale come la nostra, devono avere, oltre a un risvolto economicamente funzionale, anche un risvolto  ambientale e sociale essendo d’aiuto alle fasce più deboli della popolazione. Di fatto, nonostante la normativa italiana sulle Cer sia del 2021, solo dall’8 aprile scorso sono pienamente operative grazie al fatto che il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) ha finalmente indicato i criteri operativi. Oggi, dunque, con una partecipazione attiva dei cittadini e delle aziende, sia che possiedano o non possiedano un impianto di produzione di energia rinnovabile realizzato dopo il gennaio 2024, è possibile avviare una condivisione dell’energia prodotta e consumata sul territorio, consentendo notevoli risparmi sul trasporto della stessa perché, come si sa, più strada fa l’energia fra il luogo di produzione e quello di consumo, maggiori sono le dispersioni sulla rete. Oggi – ha continuato Guarini – il peso della dispersione di energia sulla rete è di circa il 10% dell’energia prodotta che, ad esempio, nel 2022 ha portato l’Italia a perdite di energia lungo la rete pari a oltre 21miliardi di euro. Le Cer, quindi, avvicinando i luoghi di produzione a quelli del consumo, possono permettere enormi risparmi che, poi, si tradurranno in risparmi sulle bollette di tutti noi». Successivamente il vicepresidente di Part-Energy ha sottolineato l’esperienza della Cer di Lignano, prima Comunità Energetica balneare nata in Italia che grazie a una produzione da fotovoltaico prossima a un Megawatt, permetterà ai cittadini e operatori turistici lignanesi e degli alti comuni coinvolti (Latisana, San Michele al Tagliamento), nonché ai proprietari di seconde case che aderiranno alla comunità, di condividere solidarmente l’energia e di ottenere significativi risparmi tramite un bonifico annuale grazie agli incentivi maturati. «Si tratta – ha concluso – di una forma di efficientamento esterno che si aggiunge all’efficientamento fondamentale che tutti, cittadini e aziende, devono e possono portare avanti riducendo gli sprechi, dotandosi di macchinari, elettrodomestici, lampadine, ecc., più efficienti e che consumano di meno. Un aspetto prezioso, replicabile da tutte le Cer che potrà permettere al nostro Paese di sostenere i consumi crescenti, evitando i problemi che si sono già verificati in anni recenti a causa del sovraccarico delle reti e di farlo in maniera più ambientalmente ed economicamente sostenibile, avvicinando gli obiettivi nazionali di indipendenza energetica e quelli, pur troppo ambiziosi, di decarbonizzazione individuati dall’Unione Europea».

Dal canto suo, l’esperto di gestione dell’energia e presidente di Consulenze Energetiche Aps, Massimiliano Panipucci, ha sottolineato l’importanza di arrivare a una gestione energetica efficiente, sia nelle case, sia nelle aziende, affidandosi a consulenti esperti che abbiano la capacità, ad esempio «di analizzare nel dettaglio, attraverso appositi software, la bolletta di ciascuno e individuare le azioni da intraprendere per ridurre i consumi, così come di valutare attraverso opportune diagnosi energetiche la fattibilità per ciascuno dell’installazione di un impianto fotovoltaico (o mini eolico, o geotermico, ecc.) con o senza batterie di accumulo o ancora l’opportunità offerta dall’adesione a una Cer». Riferendosi, poi, in particolare al tema dell’efficientamento energetico, Panipuccci ha chiarito che: «Bisogna, rendersi conto che l’installazione di un impianto fotovoltaico (o di altro tipo) non costituisce di per sé un efficientamento energetico. Certo permette una produzione più ambientalmente sostenibile, consente se si fa parte di una Cer una condivisione solidale e permette a determinate condizioni una diminuzione della bolletta, ma non riduce i consumi. Per ridurre i consumi, bisogna modificare il modo in cui utilizziamo l’energia, attraverso comportamenti più adeguati, la riduzione degli sprechi, la sostituzione dei macchinari, caldaie ed elettrodomestici più obsoleti, sfruttando anche i tanti contributi in tal senso messi a disposizione dalle regioni, dallo Stato e dall’Unione Europea. Contributi che talvolta – ha concluso il Presidente di Consulenze Energetiche Aps – sono difficili da individuare e, proprio per questo, è utile rivolgersi a consulenti esperti che possono aiutare cittadini e aziende in un percorso che può comprensibilmente apparire complesso, ma che è inevitabile se vogliamo poterci garantire in futuro tutta l’energia che ci sarà necessaria per mantenere o migliorare gli standard di vita ai quali siamo abituati».

 

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