“Il premio Nobel per la medicina è stato assegnato per il vaccino mRNA a due scienziati che hanno modificato hanno modificato la struttura chimica delle proline dell’mNRA per renderla più stabile. Paradossalmente se il vaccino fosse stato fatto con l’MRNA di Malone non avrebbe causato tutti gli effetti avversi che ci sono”, denuncia Mauro Rango, fondatore di IppocrateOrg.
Poiché le hanno resi più stabili e quindi l’MRNA resta stabilmente per mesi o per anni – non si sa ancora per quanto – dentro il corpo e continua a far produrre la proteina spike”. Questo, secondo Rango, è stato un grave errore.
Questa modifica, secondo Rango, sarebbe la causa principale degli effetti avversi riscontrati. In contrasto, l’mRNA sviluppato da Malone, se fosse stato utilizzato, non avrebbe causato tali problemi poiché non avrebbe subito le stesse modifiche.
Un altro punto critico sollevato da Rango riguarda la rapidità con cui il Premio Nobel è stato assegnato. “Se tu vai a vedere in tutta la storia il premio Nobel, tu prendi il premio Nobel minimo dieci anni dopo che hai fatto la scoperta”, permettendo così di verificare e consolidare l’impatto scientifico e sociale della scoperta. In questo caso, però, il riconoscimento è arrivato immediatamente. “Questi due hanno preso il premio Nobel immediatamente e per aver fatto uno scempio. È semplicemente una questione di ricavi, ricavi economici”
Secondo Rango, l’intera vicenda del Premio Nobel per il vaccino mRNA è una questione di ricavi economici. L’accusa è chiara: l’industria farmaceutica e gli interessi economici avrebbero avuto un ruolo determinante nell’assegnazione del premio, mettendo in secondo piano la sicurezza e l’efficacia del vaccino stesso.
Le parole di Mauro Rango sollevano interrogativi importanti sulla trasparenza e l’integrità del processo di sviluppo e di premiazione delle innovazioni scientifiche.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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