“Microorganisms, rivista biomedica di prima fascia indicizzata su PubMed, Scopus, Web ofScience… ha pubblicato un articolo sul tema, che ha già ottenuto 58.000 visualizzazioni da studiosi di tutto il mondo. È un deciso passo avanti, perché (di)mostra al meglio delle attuali possibilità che le vaccinazioni antiSARS-CoV-2, ribattezzate antiCOVID-19 da quando è diventato notorio che non proteggano dall’infezione, non hanno protetto neppure dalla mortalità totale. Anzi, in una provincia italiana di 300 mila abitanti è accaduto il contrario. E ciò già nel periodo da gennaio 2021 a dicembre 2022, quando i vaccini godevano ancora di altissimo credito …”, spiega la Commissione Medico Scientifica Indipendente
“Che cosa fa di questa ricerca un avanzamento così importante? Il fatto che ai risultati si è giunti:
- utilizzando dati mortalità totale (quella COVID ha problemi di affidabilità) divisi per stato
In poche parti del mondo i dati sono stati presentati in questo modo essenziale: l’esempio più noto sono i dati dell’Ufficio Nazionale per le Statistiche (ONS) del Regno Unito, che ha pubblicato i dati inglesi di mortalità, divisi per stato vaccinale antiCOVID-19, con un follow-up reso pubblico fino amaggio 2023, quando l’ONS ha (scandalosamente) annunciato che avrebbe interrotto le pubblicazioni…
- correggendo per l’Immortal-time bias, un errore sistematico che affligge gran parte degli studi osservazionali sulla mortalità da COVID-19 (e non solo) [per comprendere che cosa sia l’immortal-timebias, si può visionare la prima slide riprodotta qui, a fine testo]
- correggendo anche per il Confounding by indication bias (condizioni di salute dei vaccinati edei non vaccinati) al meglio delle informazioni al momento disponibili nel set di dati relativo alla
popolazione analizzata, grazie a un’analisi multivariata che ha tenuto conto delle patologieindividuali presenti prima della morte. Quest’ultima correzione consente di rispondere alla comune obiezione mossa anche ai dati scioccanti delle ultime pubblicazioni ONS, in cui i morti in Inghilterra si sono sempre più concentrati tra i vaccinati. L’obiezione che ciò accada perché si vaccinerebbero e rivaccinerebbero con priorità i più fragili e malati, per questo più esposti alla morte, non ha retto.
La ricerca di Pescara, consentendo di correggere i risultati tenendo conto delle patologie di ogni deceduto, smentisce la suddetta giustificazione: infatti, all’analisi multivariata i vaccinati con una dose hanno presentato un Hazard Ratio (HR) di morte di 2,4 (intervalli di confidenza da 2,00 a 2,88)rispetto ai non vaccinati dopo aggiustamento per età e altri fattori di confondimento. I vaccinati con due dosi hanno mostrato un HR di morte quasi doppio (1,98; da 1,75 a 2,24), aggravando l’aumento significativo di mortalità che avevano comunque riscontrato anche gli autori della ricerca originaria, che non avevano corretto per l’Immortal-time bias. Questa correzione ha anche consentito di correggere l’implausibile riduzione di mortalità di oltre quattro volte che i suddetti autori avevano attribuito ai soggetti con ≥3 dosi di vaccino. È risultato che i vaccinati con boostersono morti allo stesso tasso dei non vaccinati, anche solo dopo aver corretto il sopra menzionatoerrore sistematico. Anzi, analisi più sofisticate hanno evidenziato una piccola ma significativa perdita di aspettativa di vita anche nei vaccinati con booster.
Scienziati di rilievo mondiale come il matematico e Professore di Rischio Norman Fenton e lo statistico bayesiano Prof. Martin Neil (della Queen Mary University di Londra) avevano già espresso un forte appoggio alla nostra ricerca quando era comparsa in preprint sul repository della rivista Epidemiologia e Prevenzione (dov’è tuttora pubblicata nella versione non migliorata con i suggerimenti e rilievi dei revisori). Adesso sono tornati a congratularsi sul loro celebre Where are the Numbers?.
Se avessimo potuto correggere anche per il Healthy-vaccinee bias, cosa ad oggi impossibile per i motivi spiegati nel nostro articolo, è probabile che lo svantaggio dei vaccinati sarebbe stato anche maggiore… [per comprendere che cosa sia e quanto possa pesare l’healthy-vaccinee bias, si possono visionare le tre ulteriori slide riprodotte qui, a fine testo linkato, o ad approfondire su MedCheck.
E ancor più se si fosse potuta fare anche una correzione per i bias di categorizzazione dei diversi stati vaccinali, che nel testo definiamo come ha fatto Peter Doshi, o come “illusione statistica” come fanno Fenton e Neil (correzione a noi impossibile per la manipolazione a monte dei dati con lo shift dei 14 giorni, tuttora previsto dai criteri ISS, nonostante gli appelli a esporre i dati anche nel modorichiesto da oltre un anno dal Comunicato 8 CMSi, per consentire analisi indipendenti.
[per comprendere che cosa chiede oggi l’ISS, si legga l’allegato riportato sotto a questo Comunicato. Chi vogliaapprofondire le conseguenze di “illusione statistica” indotte da questa pratica, può farlo qui: Pacchetto N 4 – Errori metodologici (quasi?) universali che aumentano in modo illusorio efficacia e sicurezza dei vaccini COVID nelle ricerche di disegno osservazionale | CMSi (cmsindipendente.it), anche grazie a una più amichevole illustrazione a cura dell’epidemiologo Prof. Stefano Petti].
Per non dire di un ulteriore peggioramento se si potesse correggere per l’effetto mietitura, dovuto al fatto che soggetti fragili più suscettibili ai danni da vaccino che muoiano nel ricevere le primedosi, non sono più in vita per morire dopo le dosi successive…
Conclusione. Alla luce dei risultati descritti, chi desidera continuare con le attuali politiche vaccinali dovrebbe fare prima i conti con la nostra ricerca. Non è detto che abbiamo per forzaragione. Siamo ri- cercatori, e abbiamo fiducia nelle prove. Perciò siamo aperti a considerare almeno due possibilità:
- una dimostrazione che abbiamo commesso errori di metodo o di In tal caso saremmo pronti
a riconoscerli pubblicamente
- la presentazione di una o più ricerche più ampie, estese fino e oltre il 2023, con caratteristiche di validità almeno pari, ma che mostrino risultati differenti od In questo caso, però, al nostro ead altri gruppi di ricerca indipendenti dovrebbe essere consentito di replicare le analisi sugli stessidataset.
Per la Commissione Medico-Scientifica indipendente (CMSi), che rinnova la richiesta diproseguire il confronto scientifico istituzionale sulle materie di competenza:
Dott. Alberto Donzelli, Prof. Marco Cosentino, Dott. Maurizio Federico, Dott.ssa Patrizia Gentilini, Prof.
Eduardo Missoni, Dott. Panagis Polykretis, Dott. Sandro Sanvenero, Dott. Eugenio Serravalle
e adesioni di:
Dott. Paolo Bellavite, specialista in Ematologia Clinica e di Laboratorio e ricercatore indipendente
Prof. Mariano Bizzarri, Dip. Medicina Sperimentale, Direttore Systems Biology Laboratory, Univ. LaSapienza
Prof. Giovanni Frajese, Università di Roma “Foro Italico”
Dr. Dario Giacomini, medico radiologo, Presidente associazione ContiamoCi! e sindacato Di.Co.Si.ContiamoCi!
Prof. Stefano Petti, PhD. Top 2% scienziati mondiali (classifica Univ. Stanford) Dip. Sanità Pubblica eMalattie Infettive Univ. La Sapienza – Roma
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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