Nuova tessera vaccinale europea: “dal prossimo settembre cinque nazioni europee, Belgio, Germania, Grecia, Lettonia e Portogallo, sperimenteranno la nuova tessera vaccinale europea chiamata EVC. Avranno successo se gli permettiamo di averlo, è tutto lì, nel senso che se le persone si rifiutano di accettare determinate cose non possono far niente; ecco, se invece c’è una buona parte di popolazione a cui va bene, così può essere che vada in porto.
Bisognerà capire cosa utilizzeranno come strumenti per imporla; anche questo è un esperimento per vedere come reagirà la popolazione. Non a caso sono state scelte determinate popolazioni che magari rispondono bene a questo tipo di richieste, per vedere se poi lo possono imporre a popolazioni più resistenti. Gli italiani sono un popolo comunque, attenzione, resistente, che si informa, protesta e tende anche a non aderire così tanto come sembra. Non lo so, vedremo, cercheremo di capire insieme anche quelle che possono essere le strategie per superarlo.
Diciamo che tutte le volte in cui le persone non hanno risposto e quindi non hanno accettato, la cosa è caduta proprio immediatamente. Dipende veramente da noi, ma non tanto scendere in piazza e dire no, non lo vogliamo, no, non lo utilizziamo, appunto. Ecco, quindi bisogna passare direttamente all’utilizzo di questa roba.”
Queste dichiarazioni della dottoressa Loretta Bolgan, Presidente dell’Associazione Bolgan Studi e Salute, sollevano una serie di interrogativi e riflessioni riguardo alla nuova tessera vaccinale europea, denominata EVC (European Vaccination Certificate), la cui sperimentazione inizierà in cinque paesi dell’Unione Europea a partire da settembre. La tessera vaccinale europea è un documento digitale che negli intenti mira a standardizzare la prova della vaccinazione all’interno dell’UE, facilitando viaggi, accesso a servizi e contribuendo a prevenire la diffusione di malattie infettive.
Le parole della dottoressa Bolgan suggeriscono che la chiave del successo o del fallimento di questa iniziativa risiede nella risposta della popolazione. Se la tessera verrà accettata passivamente, potrebbe diventare uno strumento ampiamente utilizzato, ma se invece si riscontrerà una resistenza significativa, il progetto potrebbe incontrare seri ostacoli.
L’implementazione di questa tessera viene vista come un esperimento sociale, una sorta di banco di prova per valutare le reazioni delle diverse popolazioni europee. La scelta dei paesi partecipanti potrebbe essere strategica, selezionando nazioni considerate più propense ad accettare questo tipo di misura. Allo stesso tempo, la dottoressa Bolgan mette in guardia sugli effetti a lungo termine, sottolineando che l’Italia, non inclusa in questa fase sperimentale, potrebbe presentare una maggiore resistenza.
Il dibattito sulla tessera vaccinale europea tocca questioni fondamentali come la libertà personale, la privacy e il rapporto tra cittadini e istituzioni. Viene venduta come strumento necessario per la protezione della salute pubblica e la ripresa economica, ma ha la potenzialità di diventare mezzo di controllo, capace di restringere ulteriormente le libertà individuali. In definitiva, come suggerisce la dottoressa Bolgan, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla volontà dei cittadini europei di accettarla o meno.
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