Commisione d’inchiesta Covid non parte perché la minoranza non nomina i commissari “si sono dimenticati di scrivere quanto tempo hanno le minoranze per dare i nominativi”, Daniele Giovanardi …così sono fermi

La commissione d’inchiesta sul Covid e quanto è accaduto in panedemi è in attesa da oltre due anni e non è ancora partita. Questa è la dura verità emersa dalle parole di Daniele Giovanardi, che ha espresso il suo rammarico per una situazione che evidenzia una profonda crisi politica e istituzionale in Italia.

Il blocco della commissione, secondo Giovanardi, è dovuto a un problema tecnico-legislativo che poteva essere facilmente risolto. “Quando hanno scritto le regole per la commissione d’inchiesta hanno detto che c’erano dei commissari ovviamente della maggioranza e dei commissari della minoranza, però si sono dimenticati di scrivere quanto tempo hanno le minoranze per dare i nominativi. Quindi le minoranze hanno detto che non c’è mica scritto quanto tempo c’è e non danno i nominativi.” Questa situazione paradossale, dove una lacuna normativa blocca l’intero processo, è stata definita da Giovanardi come una “cosa che fa ridere,” suggerendo che basterebbe modificare il regolamento per risolvere la questione.

Ma dietro questo stallo sembra esserci di più. Giovanardi ha rivelato che c’è stato un intervento diretto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha messo un veto sulla commissione d’inchiesta. “Mattarella l’anno scorso d’estate ha detto guai se parte la commissione di inchiesta, in Italia c’è già la magistratura, è un doppione, io sono contrario, e da loro si è bloccato tutto. Questa è l’evidenza dei fatti.”

Questa affermazione apre un dibattito importante sulla separazione dei poteri e sul ruolo delle istituzioni in Italia. La magistratura ha certamente un ruolo fondamentale, ma la commissione d’inchiesta rappresenta uno strumento democratico per approfondire e chiarire questioni di interesse pubblico. Il veto presidenziale, seppur giustificato dal rischio di duplicazione delle indagini, ha suscitato non poche polemiche.

“Il problema è che dopo due anni questa commissione di inchiesta non è mai partita, probabilmente non partirà mai, ma in Italia comanda il popolo e i diretti del popolo, non comanda il Presidente della Repubblica o il Presidente del Consiglio. Questo è un problema grande come una casa,” ha dichiarato Giovanardi, ponendo l’accento su una questione che sembra minare la fiducia nelle istituzioni democratiche del Paese.

Giovanardi ha sottolineato come la politica, nonostante le promesse fatte, non sia riuscita a mantenere gli impegni presi. “Il popolo si è espresso in modo univoco e la politica in cui io credo, perché è l’unico modo per venirne fuori, ha fatto delle promesse che dopo due anni sono sempre disattese.” Queste parole riflettono un sentimento diffuso di disillusione tra i cittadini italiani, che vedono le loro aspettative tradite.

La mancata partenza della commissione d’inchiesta non è solo un segno di inefficienza burocratica, ma anche un simbolo di una crisi di fiducia nelle istituzioni che richiede urgentemente di essere affrontata.

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