“Questa costante, opprimente, pervasiva spinta a smettere di usare il nostro cervello, a negare la logica, a disconoscere la realtà, a cancellare la natura che abbiamo visto all’opera in questi quattro anni, era partita ben prima, sostenuta da una ideologia che non percependo più la proprietà e l’unicità dell’uomo lo riduce a un gregge manipolabile quando non a macchina da rendere più performante”, denuncia Martina Pastorelli in un recente convegno.
Io credo che molti di noi, correggetemi se sbaglio, non si sentano più quelli di prima. E non torneranno più quelli di prima. Allora, tutto il gioco è il gioco, il film è una cosa che qualcuno ha colto, altri no, ma che conosciamo”.
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