“Non solo i medici, i politici, i giornalisti, abbiamo visto tutti o quasi dare il peggio di noi stessi in questi anni”, Giovanni Frajese

“Non solo i medici, i politici, i giornalisti, abbiamo visto tutti o quasi dare il peggio di noi stessi in questi anni. Sono tanti cattivi, se non presentato stimo, dicono gli uomini, vivono bene i tempi saranno buoni, noi siamo i tempi, noi, noi creatori non protagonisti, noi, i normali rappresentiamo il 99,99% della popolazione, tutto ciò che serve è quello scatto di consapevolezza e di capire che noi viviamo in una grande illusione che era tollerabile fino a che non entrava nelle nostre vite, nelle nostre case e nel nostro corpo, fino a che non entrava nelle nostre vite, nelle nostre case e nel nostro corpo”, denuncia Giovanni Frajese in un recente convegno a Trieste.

“Il vero punto è questo, bisogna capire il momento, siamo nella caverna di Platone. Quindi non è un problema di oggi, è un problema antichissimo questo, cioè chi controlla il potere renderà le regole rappresentate attraverso una narrazione e una storia.

Questa storia non ha niente a che vedere con la realtà, ma noi che siamo questi, i normali, la chiamiamo per vera. Mentre chi sta tessendo i figli di quella narrazione, vi ricordate la cabina di regia? La cabina di regia serve per fare una narrazione, tratto su un parole che usano loro proprio.

E noi siamo lì a berci una narrazione e a morire di paura e di emergenza, mentre tutto questo viene coordinato.

Non è un problema di adesso, è un problema che c’è sempre stato per chi detiene il controllo e la possibilità di regolare l’informazione. Figuratevi oggi che l’informazione varia direttamente nelle tasche di portafogli.

 La televisione è una lingua per credo reale.

 Ma il normale, il normale, non partecipa a questa recita, e non partecipa proprio perché io non guardo a questa recita con stupore. E stupore con un po’ di distacco. Quindi, in generale, non tutti gli italiani sono attori. La maggioranza, i normali, non lo sono.
Non siamo attori, noi non contiamo niente, guardiamo la realtà con stupore perché è talmente superiore di noi che non contiamo con stacco perché tanto ci viene raccontata. Che siamo talmente coglioni, che sono secoli che rimaneva qua, e questi quattro sciamannati di realtà ci descrivono la realtà. Contenti di guardare i tuoi giornali e sapere quale di esserci deve essere la scelta”

Fonte

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