“Noi stiamo passando dal green new deal allo steel new deal, vale a dire l’economia dell’acciaio, dall’economia verde all’economia dell’acciaio, all’economia pesante, a questi non interessa nulla né dell’uomo e né dell’ambiente”, denuncia Giorgio Bianchi.
“Basta vedere come viene trattata la Palestina, come hanno mandato al macello l’Ucraina, due territori entrambi devastati poi dal punto di vista ambientale, cioè ci riempiono la testa, ci continuano a martellare sull’ambiente e poi parlano di aumentare fino al 6% il PIL speso nella fabbricazione di armi, cioè è tutto un controsenso.
Questi entro il 2030 contano di raddoppiare gli acquisti dall’industria europea così da garantire una maggiore prevedibilità alle nostre imprese, voi capite come si stanno comprando il silenzio assenso delle aristocrazie industriali e così mettono d’accordo sia poteri nazionali che poteri transnazionali, le aristocrazie industriali europee già stanno sedute a tavola col tovagliolo e le posate tra le mani, è la fine dell’economia di mercato e l’ingresso nell’economia pianificata, contratti pluriennali incentiveranno le imprese a produrre di più. Quindi escono le imprese finalmente dal mercato, quel famoso mercato la mano invisibile, ed entrano nella casella sovietica delle economie programmate con investimenti di Stato, capitali di Stato, piani quinquennali o non si sa a quanti anni, quindi commesse garantite basterà mantenere a suon di propaganda il clima di guerra che nessuno disturberà più il manovratore.
Chiaramente sarà rafforzata la nostra industria della difesa, migliorata la nostra preparazione alla difesa e si creeranno posti di lavoro in tutta Europa, ovviamente, ma a questo punto viene da dire e le emissioni di CO2 e le città a 30 all’ora e le scorregge delle vacche, il problema degli allevamenti intensivi, questa roba ovviamente riguarda noi che non avremo nulla ma saremo felici perché la transizione green ce la faranno fare a noi mentre loro inquineranno come se non ci fosse un domani, non tanto in termini di emissioni di CO2 quanto l’industria pesante, altamente impattante per l’ambiente fisico, per i territori, insomma quindi parliamo di veleni immessi nell’atmosfera, immessi nei fiumi, nelle falde e nei campi coltivabili insomma. Le poche risorse andranno verso un’autarchia di guerra e i razionamenti di guerra saranno mascherati appunto da politiche green e l’industria pesante inquinera tranquillamente dieci volte più di prima, ma chi è che andrà lì a misurare il green, a colpevolizzare l’uomo della strada, dire brutto balordo, devi buttare via la tua macchina inquinante, devi buttare via la tua caldaia, ovviamente all’industria bellica si guardano bene di dire qualcosa altrimenti sarebbero folgorati e sparirebbero come sempre accade dai riflettori.
Noi saremo ridotti di schiavitù ma soprattutto il dissenso sarà perseguito per legge, già ne stanno creando i presupposti oggi, tra poco tutto questo diventerà legge, diventerà fattuale, diventerà più pervasivo.
Per finanziare tutta questa follia emetteranno obbligazioni europee che finiranno tutte interamente nel comparto della difesa, aumenteranno il mandato alla BCE per gli investimenti e adatteranno alla politica dei prestiti per sostenere l’industria europea della difesa ad esempio cambiando la definizione di beni a duplice uso, quindi come sempre si avvarranno di trucchetti semantici per giustificare alla gente ciò che teoricamente sarebbe ingiustificabile. Ovviamente utilizzeranno i fondi russi sequestrati o meglio i profitti generati da quei fondi”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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