Puglia e vaccino contro il Papilloma Virus per accedere a scuola. Si muove il Garante della Privacy: “In italia c’è divieto di trattare dati sanitari riguardanti i vaccini non obbligatori per il personale scolastico, che non è tenuto al segreto professionale”, avv. Fusillo

Il vaccino contro il Papilloma virus è facoltativo e ha” un tasso di effetti avversi di ben 85 casi ogni 100.000, mentre il tasso di mortalità per il tumore del collo dell’utero è di 2,3 casi ogni 100.000 persone”, spiega l’avv. Alessandro Fusillo.

“Per questa ragione i prodi legislatori pugliesi hanno deciso di introdurre un nuovo concetto, quello del dissenso informato. Ai fini dell’iscrizione a scuola o all’università i genitori dei minorenni e gli studenti tra i 18 e i 25 anni dovranno presentare, alternativamente, la certificazione della vaccinazione, la documentazione attestante l’avvio del programma di inoculazione, il rifiuto alla somministrazione o l’espletamento di un colloquio in cui il personale della sanità pugliese magnifica le doti del vaccino in questione. Evidentemente forse qualcuno che magari qualche esame di giurisprudenza l’aveva fatto c’è nel Consiglio regionale della Puglia e si devono essere resi conto che la cosa non andava perché l’istruzione è obbligatoria fino a 16 anni, l’accesso è libero per tutti, anche a quelli che non amano i vaccini e non si può subordinare ovviamente l’iscrizione a scuola o all’università alla risposta a una domanda del genere”.

Sulla questione è arrivato il primo stop del Garante della Privacy che ha inviato lo scorso 28 maggio “una richiesta di informazioni alla Regione Puglia sul progetto di legge che introduce l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori ed università, di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione al Papilloma virus (HPV) per potersi iscrivere ai relativi corsi di istruzione. Nella richiesta di informazioni il Garante ricorda che il Regolamento europeo sancisce un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni. L’Autorità precisa inoltre che, sulla base della normativa di settore, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione può essere richiesta dal personale scolastico esclusivamente nei casi di vaccinazioni obbligatorie. Tenuto conto della particolare delicatezza dell’iniziativa, che vede coinvolti anche gli studenti minorenni, il Garante ha dunque invitato la Regione a far pervenire, entro 30 giorni, ogni elemento di informazione utile alla valutazione del caso”.

“La prima legge che ha fatto nel 2024 la Regione Puglia ha previsto un programma abbastanza ampio di indottrinamento della popolazione per indurre soprattutto i giovani a sottoporsi a un determinato vaccino”, spiega l’avv. Fusillo (fonte). Però non gli è sembrato abbastanza e quindi hanno modificato questa legge con una nuova legge in corso di pubblicazione e promulgazione sul bollettino ufficiale della Regione in cui si è prevista una nuova procedura, praticamente all’atto dell’iscrizione a scuola o partecipato a un colloquio in cui il personale sanitario spiega ai malcapitati quanto è bello e meraviglioso questo vaccino”, continua l’avv. Fusillo.

E quindi hanno inserito all’inizio del nuovo articolo 4 bis della legge 1 del 2024 una previsione che ci si può formalmente rifiutare, formalmente rifiutare di fornire qualsiasi informazione e questo è quello che raccomando a tutti, quando vi chiederanno queste informazioni potrete dire mi rifiuto formalmente di fornire qualsiasi tipo di informazione su questo vaccino e si chiuderà la questione così.

Cosa fare per difendersi

Quando i genitori pugliesi o gli studenti maggiorenni chiederanno l’iscrizione a scuola o all’università e un solerte burocrate esigerà che adempiano alle draconiane disposizioni della nuova legge potranno rispondere: “rifiuto formalmente di fornire qualsiasi documento concernente la vaccinazione contro il virus HPV o il rifiuto della stessa”. 

Perché è opportuno rifiutarsi di fornire informazioni? 

Lo scopo della legge è quello di schedare i renitenti al vaccino e, comunque la si pensi sull’utilità di questo trattamento, essere schedati come una mandria di vacche è una pessima idea. Le scelte sulla salute sono individuali e private e non riguardano né lo stato né la Puglia. Inoltre, i dati riguardanti la salute e la somministrazione di farmaci non possono essere trattati dal personale scolastico o universitario (art. 2, comma 2, lettera i) del GDPR) perché non sono professionisti tenuti al segreto professionale, come ad esempio i medici, sicché il trattamento delle informazioni concernenti la vaccinazione anti-HPV sarebbe comunque illegale”. 

Qui trovate la legge della Regione Puglia sul Papilloma Virus e la broncheolite

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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