Cassazione: in caso di phishing, truffe con email, i clienti devono essere risarciti se non emergono colpe gravi

 In caso di phishing, i clienti devono essere risarciti se non emergono colpe gravi. È quanto stabilito dalla sentenza 3780/2024 della Corte di Cassazione, che sancisce che le banche sono obbligate a adottare soluzioni idonee a prevenire o ridurre l’uso fraudolento dei sistemi elettronici di pagamento, altrimenti potranno essere costrette a risarcire le vittime. Un provvedimento importante per i consumatori, che l’associazione Codici evidenzia perché rappresenta uno strumento prezioso nei contenziosi che si aprono con gli istituti quando si verifica un raggiro ed il cliente chiede il rimborso.

“La Cassazione sottolinea un aspetto su cui noi insistiamo da tempo – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ovvero il dovere da parte della banca di fare tutto il possibile per prevenire la truffa a livello sia informativo che di precauzioni sul piano della sicurezza informatica. I truffatori sono sempre più abili e sfruttano tecniche sofisticate per spacciarsi per la banca della vittima. Nel caso di phishing parliamo di e-mail che nel linguaggio e nelle immagini richiamano quelle ufficiali, anche per quanto riguarda l’indirizzo di posta elettronica del mittente. Lo stesso meccanismo viene applicato, ad esempio, con il vishing, che prevede invece chiamate telefoniche da presunti operatori dell’istituto. Bisogna considerare che parliamo di comunicazioni con cui il cliente viene avvisato di un tentativo di accesso fraudolente al proprio conto e viene invitato ad agire velocemente per evitare di perdere i propri soldi, quindi subentra uno stato di paura e di ansia che gioca a favore dei malviventi. Per questo è importante la sentenza della Cassazione. È l’istituto che deve proteggere il cliente, informandolo sui meccanismi di queste truffe e tutelandolo con strumenti di informatici adeguati. Non si può chiedere alle vittime di trasformarsi in investigatori per capire se la comunicazione ricevuta è vera o falsa. Certamente occorre prudenza, quindi in questi casi non bisogna cliccare su link o comunicare dati personali al telefono, ma ricontattare la propria banca per verificare cosa sta accadendo”.

L’associazione Codici fornisce assistenza ai consumatori vittime di truffe bancarie, supportandoli nelle richieste di rimborso. Per segnalazioni e richieste di aiuto telefonare allo 065571996 o scrivere a segreteria.sportello@codici.org.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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