Le rivolte degli agricoltori dilagano in tutto il continente, e l’Europa vuole fermarli con un “dialogo strategico”

Le proteste stanno dilagando in tutta Europa. Dai Paesi Bassi alla Romania, passando per Germania e Francia, sono in subbuglio per il prezzo del carburante, la concorrenza ucraina e i vincoli europei. Una rivolta che la Commissione europea vorrebbe calmare questa settimana organizzando un “dialogo strategico”.

Oltre a questi due punti chiave, si oppongono agli oneri amministrativi che gravano sulle loro aziende agricole e anche alla riforma della tassazione sul diesel agricolo.

Rivolte anche in Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria e Bulgaria. I produttori denunciano sostanzialmente la “concorrenza sleale” dell’Ucraina, accusata di abbassare i prezzi dei suoi cereali. Perché sulla scia dell’offensiva russa, l’UE ha sospeso nel maggio 2022 i dazi doganali su tutti i prodotti importati dall’Ucraina e ha creato “corridoi di solidarietà” per consentire a Kiev di far transitare le sue scorte di cereali. Solo che molto cibo finì per accumularsi tra i suoi vicini europei.

Nel Regno Unito, i produttori di frutta e verdura hanno manifestato lunedì davanti al Parlamento. Protestano contro i contratti di acquisto che li vincolano alla grande distribuzione e che considerano “ingiusti”. Ritengono che solo una forte regolamentazione imposta dal governo britannico consentirà agli agricoltori di ottenere contratti migliori con la grande distribuzione.

“In tutta l’UE stiamo assistendo a un accumulo di normative (…) Ciò si aggiunge alle conseguenze della crisi sanitaria dovuta al Covid e della guerra in Ucraina: aumento dei costi di produzione e interruzione dei flussi commerciali”, aggiunge.
Bruxelles cercherà di dimostrare il contrario organizzando un “dialogo strategico” questo giovedì. Le organizzazioni agricole, ma anche il settore agroalimentare, le ONG e gli esperti si riuniranno per disinnescare la rabbia del mondo rurale. Un’iniziativa confermata solo alla fine della scorsa settimana, ma che la presidente dell’esecutivo europeo Ursula von der Leyen aveva promesso a settembre, invocando “meno polarizzazione” e assicurando che “agricoltura e protezione della natura possono andare di pari passo”. In programma: il reddito degli agricoltori, la sostenibilità delle pratiche, l’innovazione tecnologica, la competitività – temi che saranno discussi in anticipo dai ministri dell’Agricoltura martedì a Bruxelles.

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