Dati allarmanti sulla vita precaria dei padri separati …in coda alla mensa dei poveri. Silenzio dal governo

I padri separati in Italia, oltre a dare il giusto mantenimento ai figli, sono spesso costretti a mantenere a vita le ex mogli, la loro vita, soprattutto con la crisi, sta diventando sempre più difficile da sostenere economicamente, almeno per le persone che non rientrano in una fascia alta di reddito.

La triste conferma di una realtà trascurata o, peggio ancora, ignorata. È quella che arriva dall’ultimo rapporto di Caritas ambrosiana, rilanciato dall’associazione Codici nella speranza che finalmente le istituzioni si attivino in maniera concreta per affrontare un problema che negli ultimi anni si è aggravato a causa della pandemia e del caro energia, con un’inflazione che non concede tregue.

“I padri separati sono presenti in maniera sempre più numerosa tra i nuovi poveri – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ovvero tra quelle persone che hanno casa, lavoro e famiglia ma non arrivano alla fine del mese. La separazione e le spese di mantenimento, spesso accompagnate da quelle necessarie per andare ad abitare in un’altra casa in quanto quella in cui vivevano è stata assegnata dal giudice alla moglie, fanno sprofondare questi papà in una situazione di grandissima difficoltà. C’è chi finisce anche a dormire in auto, in quanto non ha la possibilità di pagarsi un affitto perché nel frattempo ha perso il lavoro. Una sofferenza non solo di natura economica, ma anche psicologica. In alcuni casi, infatti, subentra la depressione. La separazione lascia ferite profonde e non è facile ripartire. Non è semplice, ad esempio, ricostruire il rapporto con i figli, soprattutto quando non si può contare su un posto accogliente dove incontrarli e si è costretti ad andare al centro commerciale oppure al fast food per trascorrere qualche ora insieme. È una situazione che riguarda tutto il territorio nazionale. Un quadro che trova conferma dai vari studi svolti periodicamente. Secondo l’ultimo rapporto di Caritas ambrosiana, ad esempio, i nuovi poveri causati dalla pandemia in un caso su due, parliamo di circa il 45%, sono rappresentati nella Diocesi di Milano da uomini separati o divorziati. Nella città metropolitana di Milano i papà che vivono in questa condizione sono quasi 60mila, nelle province di Como e di Monza e Brianza il dato arriva a circa 30mila. Ed è così che tanti padri separati finiscono in coda alle mense di poveri. È una situazione preoccupante. Abbiamo inviato una lettera-appello alla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, chiedendo una maggiore attenzione ai padri separati. Serve un aiuto più forte per chi esce da una separazione, non dimenticando che queste situazioni ricadono in maniera pesante sui figli. Bisogna studiare forme di aiuto concrete e rapide che permettano di vivere una vita dignitosa, senza sprofondare nella povertà e nella disperazione”.

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