Guerra in Ucraina: la trascrizione integrale della lectio magistralis del prof. Orsini

“Il tema che sono chiamato ad affrontare sono le relazioni conflittuali tra la Nato e la Russia dal 1999 al 2022, che è esattamente il tema che ho investigato nel mio libro Ucraina, critica della politica internazionale. Siccome ho coperto un arco temporale piuttosto esteso, ho dovuto individuare una periodizzazione per rendere fruibile la grande quantità di documentazione storica che ho raccolto per scrivere questo libro ai lettori. Dunque la periodizzazione è molto semplice. Ho individuato

  • una prima fase della storia della Russia in questi anni di conflitti con la NATO che va dal 1991 al 1999 sotto la presidenza di Yeltsin e ho chiamato questo periodo della storia della Russia la fase nera della Russia,
  • e poi ho individuato una seconda fase, tuttora in corso, che inizia con l’ascesa di Putin. Putin diventa presidente ad interim della federazione russa. Il primo gennaio del 2000 poi passerà attraverso le elezioni nel maggio del 2000.

Quindi, in estrema sintesi, individuo due periodi fondamentali della storia della Russia nei suoi rapporti con la NATO dal 1999 al 2022, una prima fase, la fase nera, dal 1991 al 1999, una seconda fase, detta anche fase del recupero, nel mio libro, sotto la presidenza di Putin. Nella fase nera della storia della Russia, la Russia subisce una serie di spaventose umiliazioni, molte delle quali per mano occidentale. Questo è un dato storico della massima importanza per ricostruire il processo genetico che ha portato alla decisione di Putin di invadere l’Ucraina.

La più grande umiliazione in campo internazionale subita da Yeltsin e quindi subita dalla Russia nel periodo nero è rappresentato dal bombardamento della Nato contro la Serbia, un bombardamento illegale al quale Yeltsin cercò di opporsi con estrema fermezza. Come sappiamo questo bombardamento si è svolto tra il marzo e il giugno del 1999 e per la grande fortuna di noi studiosi nel 2018 la Clinton Presidential Library ha desecretato, ha reso disponibile a posto nella disponibilità di noi studiosi una serie di documenti secretati. Tra questi anche le conversazioni telefoniche tra Clinton e Yeltsin. Di particolare interesse sono due telefonate che avvengono tra Clinton e Yeltsin. Una del 10 giugno del 1998, l’altra del 15 agosto del 1998. L’oggetto della conversazione è la decisione ormai presa ad agosto, questo è quello che Clinton comunica per telefono a Yeltsin, la decisione ormai presa da parte dei principali paesi NATO, tra cui l’Inghilterra, di intervenire militarmente, di bombardare la Serbia, come sappiamo la Serbia è un alleato strettissimo della Russia. Yeltsin reagisce in maniera molto dura e dice a Clinton che la NATO non deve assolutamente fare una mossa del genere, che sarebbe assolutamente contro il diritto internazionale, che sarebbe una lesione gravissima dei rapporti tra gli Stati Uniti e la Russia che Yeltsin con tanta fatica aveva cercato di costruire. E Clinton gli risponde molto preoccupato chiedendo a Yeltsin addirittura, anzi lo prega di salvare i loro rapporti sul piano personale perché Clinton e Yeltsin avevano rapporti molto stretti, questo è importante ricordarlo dal punto di vista culturale e antropologico, in un’epoca in cui noi demonizziamo la Russia, ricordiamo che Clinton e Yeltsin avevano rapporti strettissimi ed erano molto amici, e Yeltsin risponde a Clinton, no, questo non sarà possibile, se la NATO bombarderà la Serbia, se commetterà un crimine nei confronti del diritto internazionale di tale portata, i rapporti tra la Russia e e gli Stati Uniti saranno irrimediabilmente compromessi, inclusi i nostri rapporti personali. Yeltsin era molto preoccupato del bombardamento Nato della Serbia per molte ragioni. Una di queste aveva a che vedere proprio con l’immagine internazionale della Russia, perché mostrava che la Russia era ormai un paese in ginocchio, un paese distrutto, incapace di intervenire per difendere uno dei suoi più stretti alleati.

A questo punto in Italia c’è stata una grande campagna di disinformazione che ha distorto completamente la storia. Come voi sapete quando scoppia una guerra scoppia anche la propaganda e si verifica quel fenomeno che noi studiosi chiamiamo la riscrittura del passato in funzione del presente. La storia viene completamente distorta e manipolata e l’unico modo per restituire la verità storica così come essa emerge dai documenti e compulsare i documenti dell’epoca. Quindi in Italia è stato detto da alcuni che la Russia non si oppose al bombardamento della Serbia perché era favorevole a quel bombardamento. Vedremo che questa mistificazione della storia tornerà in Italia anche con riferimento alle ragioni dell’espansione della NATO nel 1999 e nel 2004, su cui mi soffermerò in questa mia lezione, sempre facendo riferimento alla documentazione storica dell’epoca.

Quindi la domanda è per quale motivo Yeltsin non impedì alla NATO di bombardare la Serbia? La risposta ve l’ho già data, perché la Russia è un paese in ginocchio. Ed era un paese in ginocchio perché oltre a questa terribile umiliazione internazionale che subì per mano della NATO, aveva subito altre terribili umiliazioni. In primo luogo la Russia era in ginocchio perché nell’agosto del 1998 era andata in banca rotta, quindi la seconda umiliazione. La terza umiliazione nella storia nera, nel periodo nero della Russia, è stata rappresentata dalla sconfitta nella guerra in Cecenia.

La Russia ha combattuto due guerre in Cecenia,

  • la prima tra il 1994 e il 1996 sotto Yeltsin e
  • la seconda tra il 1999 e il 2009 sotto Putin.

Ha perso la guerra in Cecenia sotto Yeltsin che di fatto ritira le truppe nel novembre del 1996, ha vinto la guerra in Cecenia sotto Putin, la seconda guerra in Cecenia. La guerra in Cecenia aveva spaventosamente umiliato la Russia sul piano internazionale, aveva mostrato che dopo il crollo del comunismo l’esercito russo era effettivamente un esercito di cartone, un esercito che in Cecenia ha perso contro un manipolo di dibelli ben organizzati. Ma soprattutto la guerra in Cecenia ha sottratto enormi risorse economiche alla Russia, alle casse dello Stato, ed è stata una delle ragioni principali della bancarotta della Russia nell’agosto del 1998.

Un’altra enorme umiliazione internazionale la Russia la subì il 4 ottobre del 1993, quando Yeltsin decise di bombardare la Casa Bianca di Mosca, cioè il Parlamento russo, dove si erano asserragliati i ribelli che volevano destituire, che volevano spodestare Yeltsin. Yeltsin fece sparare sul Parlamento, ci furono molte vittime, di fatto è stata una guerra civile.

Quello che sto cercando di dirvi è che nella fase nera della storia della Russia, la Russia ha subito ogni tipo di umiliazione internazionale e soprattutto ha fronteggiato i pericoli più grandi che uno Stato possa fronteggiare, vale a dire il pericolo della bancarotta, la guerra civile è una guerra. Yeltsin ha dovuto subire altre grandi umiliazioni, in particolare quella avvenuta nel 1999, la prima ondata espansiva della NATO verso i confini della Russia. Nel 1997 la Albright diventa segretario di Stato americano sotto Clinton e subito, quindi a partire dal 1997, la Albright addia il processo di integrazione di tre paesi diventano formalmente membri della Nato. Ovviamente i russi si oppongono a questa espansione.

In Italia è stato scritto, trovate tutte le fonti nel mio libro, questo è stato scritto anche dal Corriere della Sera, che oggi noi dimentichiamo che quei paesi che sono entrati nella Nato nel 1999 e nel 2004 entrarono perché temevano l’imperialismo russo, perché temevano di essere invasi dalla Russia. E’ semplicemente falso. Falso. Tutta la documentazione storica dell’epoca ci dice che quel processo espansivo della Nato non è avvenuto perché quei Paesi temevano di essere invasi dalla Russia e non potevano temere un’invasione da parte della Russia, perché la Russia era andata in bancarotta nell’agosto del 1998, perché nel 1999, anzi nel 1997, quando la Albright avvia il processo di inclusione di quei tre paesi della Nato, la Russia è un paese in ginocchio che non fa paura a nessuno.

E il paradosso è che negli ambienti atlantisti l’argomento che viene utilizzato per giustificare l’espansione della Nato in quell’area del mondo, nell’Europa dell’est, è un altro. I documenti dell’epoca, diciamo, atlantisti, fanno riferimento a un’espansione della Nato per paura che la Russia fosse invadere quei paesi. Dicono che invece quei paesi devono essere inclusi nella Nato perché c’è il rischio che la destabilizzazione in Russia, che quindi il tragico indebolimento della Russia, possa avere ripercussioni destabilizzanti anche su quei paesi. Quindi l’argomento è noi li inglobiamo proprio perché la Russia sta crollando, non perché la Russia si sta espandendo, non perché la Russia ambisca a invadere quei paesi e a netterli.

Terminato il periodo nero sotto Yeltsin, ha inizio il periodo del recupero sotto Putin. rassegnare le emissioni anticipate il 31 dicembre del 1999, il giorno dopo, il primo gennaio del 2000, Putin diventa Presidente ad Interim e, come ho detto, poi passerà attraverso le elezioni nel maggio del 2000.

C’è un dettaglio importante che vi prego di ricordare perché è fondamentale quando vi parlerò della crisi in Libia, del bombardamento illegale della NATO contro la Libia. Il dettaglio è che Putin è stato Presidente della Russia dal 2012 fino ad oggi. E’ importante questo dettaglio perché come avrete subito colto, il periodo in cui Putin è primo ministro in Russia coincide con il bombardamento NATO della Libia che avviene appunto nel 2011. Questo dettaglio è importante perché vedremo, vi soffermerò su quale sia la posizione di Putin nei confronti della risoluzione della NATO che decide di chiudere i cieli in Libia, ma a questo arriverò. Per ora vi chiedo soltanto di memorizzare questo dato.

Putin diventa presidente facendo grandi promesse di investire più di 600 miliardi in 20 anni, se ricordo bene 635 miliardi in 20 anni, poi questi dettagli li troverete nel libro, nell’esercito. Quindi Putin si rende conto subito che c’è questa fortissima richiesta dal basso da parte dei russi, di lenire questa grande mortificazione internazionale rappresentata da questo esercito di fatto collassato.

E questa esigenza è tanto più forte perché Yeltsin, ho dimenticato di citare l’ultima umiliazione di Yeltsin, dopo il bombardamento della Serbia decide di organizzare una grande esercitazione militare che si chiama Zapad 99 per sfoggiare i muscoli della Russia e si trasforma in una sorta di boomerang perché quello che emerge da questa grande esercitazione militare è che la Russia non sarebbe in grado di fronteggiare un attacco da parte della NATO.

Questo dettaglio è importantissimo per comprendere il tempo presente perché a partire da Zapad 99 e cioè a partire dal momento in cui i russi, l’elite russe, l’elite militari russe acquisiscono la consapevolezza che la Nato è molto più forte della Russia e a partire da quel momento che l’elite militare russe, e non soltanto l’elite militare russe, attenzione a questo passaggio, iniziano a pensare che una guerra con la Nato possa essere soltanto una guerra nucleare. Dunque i russi entrano nell’ottica, sotto il profilo psicologico, di uno scontro nucleare con l’Occidente tanto tempo fa. A noi questa prospettiva atterrisce perché non siamo abituati a prendere in considerazione questa possibilità, ma sotto il profilo della psicologia sociale i russi sono dentro questa mentalità già da molti anni.

Putin diventa presidente della Russia promettendo ai russi il riscatto, ma quello che accade è che Putin va incontro a enormi umiliazioni.

La prima umiliazione che a Putin tocca di soffrire avviene nel 2003 con il bombardamento illegale degli Stati Uniti, non soltanto degli Stati Uniti, anche dell’Inghilterra, dell’Iraq. L’Iraq è un paese amico della Russia. Gli Stati Uniti, come sappiamo, su questo ormai esiste una documentazione storica amplissima, hanno precostituito le prove della colpevolezza di Saddam Hussein, hanno mentito affermando che Saddam Hussein custodisse armi di distruzione di massa e hanno mentito affermando che Saddam Hussein fosse in combutta con Al-Qaeda nell’attentato contro le Torri Gemelle. Una documentazione storica inoppugnabile ha dimostrato che Saddam Hussein non aveva armi di distruzione di massa, ma soprattutto che Saddam Hussein era nemico di Al-Qaeda. Tant’è vero che Al-Qaeda in Iraq si forma dopo e come conseguenza dell’invasione illegale degli Stati Uniti. Non c’era in Iraq Al-Qaeda prima dell’invasione americana, nasce dopo, come reazione nazionalista all’invasione americana. Putin inizia a tuonare, ci sono documenti scritti, poi dopo vi parlerò della conferenza di Monaco sulla sicurezza del febbraio del 2007 contro le continue violazioni del diritto internazionale da parte degli Stati Uniti e più in generale del blocco occidentale, e fa sempre nuove promesse ai russi che il diritto internazionale non sarà più violato, soprattutto che non sarà più violato contro gli interessi della Russia.

Più promesse Putin fa di riscattare la Russia, maggiori sono le umiliazioni che subisce. Infatti, nel febbraio del 2007 Putin tiene un discorso alla conferenza sulla sicurezza di Monaco in cui lascia chiaramente intendere che non avrebbe più consentito al blocco occidentale di spadroneggiare e di violare impunemente il diritto internazionale per risolvere le controversie internazionali attraverso l’uso della forza, attraverso la guerra. Nonostante questa dichiarazione così baldanzosa, Putin andrà immediatamente incontro a un’altra grande umiliazione. La prima era avvenuta tre anni prima, nel 2004. Che cosa accade nel 2004? Si verifica la seconda ondata espansiva della NATO a Est. Nello specifico la NATO ingloba dieci paesi tra il 1999, tra i luoggi già citati, Polonia, Ungheria e Repubblica cieca, e 7 paesi nel 2004, tra cui Estonia, Lettonia, Lituania, ma soprattutto paesi che confinano anche con l’Ungheria nel 2004, tra cui la Romania ingloba, se li ricordo tutti, potrebbero avere dettati nel Libio, Estonia, Lettonia, Lituania, Bulgaria, Romania, Slovacchia.

E questa espansione spaventa i russi sempre di più e c’è uno scontro molto duro tra Putin e l’allora segretario generale della Nato, un scontro verbale che avviene al Cremlino. All’epoca dei fatti, il segretario generale della Nato dal 2004 al 2009 è stato un olandese, Sheffer. Lui si reca al Cremlino, se ricordo bene, il 10 aprile del 2004 e parla con Putin delle ragioni dell’espansione della Nato. Come vi ho detto, l’argomento che viene utilizzato in Italia è distorsivo e quei paesi sono entrati nella Nato perché avevano paura di essere invasi dalla Russia, ma la documentazione storica non fa altro che dire che questa affermazione è semplicemente falsa. Tant’è vero che nella conversazione che Putin ebbe con l’allora segretario generale della Nato, il segretario generale della Nato giustificò l’assorbimento di quei paesi facendo riferimento al terrorismo, non al pericolo che la Russia invadesse quegli stati, al terrorismo, all’attentato contro le Torri Gemelle, l’argomento della Nato in quel periodo storico.

Vedete quanto sia importante tornare alla documentazione storica dell’epoca per combattere contro la riscrittura del passato in funzione del presente. L’argomento della Nato fu, noi dobbiamo ampliare la Nato per combattere contro il terrorismo. E Putin rispose al segretario generale della Nato facendo riferimento a delle circostanze ben precise e gli disse, mi scusi segretario generale della Nato. Oggi è aprile 2004. L’11 marzo del 2004 c’è stata una strage immane, a Madrid, dove sono morte 191 persone a causa di un attentato di Al-Qaeda. E’ chiaro che non c’entra niente l’espansione della Nato nell’Europa dell’Est non c’era Al-Qaeda sostanzialmente. La tesi di Putin è che voi state semplicemente utilizzando degli argomenti in maniera furbesca per giustificare il fatto che avete come obiettivo quello di assorbire tutta l’Europa.

Ora noi possiamo discutere quanto vogliamo delle motivazioni che hanno spinto la Nato ad assorbire tutta l’Europa, ma di fatto noi siamo in un contesto in cui la Nato ha sostanzialmente assorbito l’Europa per intero. Le manca un solo paese, un solo paese, l’Ucraina.

La Nato infatti è passata nel 24 febbraio del 2022 a 30 membri, oggi siamo a 32 membri con l’ingresso anche della Finlandia e della Svezia, nei cui confronti la Turchia ha tolto il veto soltanto pochi giorni fa, ma di fatto i paesi sono 33 perché l’Ucraina è un membro della NATO, un membro di fatto della NATO. Nei cui confronti ne applichiamo l’articolo 5 del trattato istitutivo dell’Alleanza Atlantica.

Quindi come vedete Putin arriva al potere facendo grandi promesse di riscatto, ma quelle che subisce sono soltanto umiliazioni. Putin sa di non avere la forza per contrapporsi alla Nato e quindi investe tutto nella diplomazia, nella trattativa, ma l’Occidente è sordo alla diplomazia e sordo alle trattative e ritiene che la Nato si debba espandere liberamente senza prendere in alcuna considerazione le le dimostranze non di Putin, altro elemento distorsivo nel dibattito pubblico italiano, ma della popolazione russa, del popolo russo, perché queste proteste nei confronti della NATO non sono le proteste di un uomo solo, sono le proteste di tutti i russi o quasi tutti i russi.

Considerate che addirittura gli oppositori di Putin, molti oppositori di Putin sono nazionalisti e quindi non guardano con favore l’espansione della NATO a Est.

Nel 2007, quindi Putin si presenta a Monaco nel febbraio del 2007, svolge questa conferenza e tuona contro l’espansione, sostanzialmente lui non fa nomi e cognomi come accade negli ambienti diplomatici, ma lascia chiaramente intendere, di essere pronto a porsi alla costruzione di un mondo unipolare dove il blocco occidentale avanza in maniera inarrestata e inarrestabile.

E nonostante queste promesse subisce una nuova grande umiliazione, perché tra il 1 e il 2008 si svolge un summit a Bucharest in Romania dove l’allora presidente Bush riesce a ottenere una dichiarazione cioè una mediazione perché lì c’è l’opposizione della cancelliera tedesca, della Merkel e del presidente francese ma riesce comunque a ottenere una dichiarazione d’intenti in cui la NATO annuncia che le sue porte sono aperte per l’Ucraina e per la Georgia non ho trovato un documento storico che possa sorreggere questa affermazione, ma sulla stampa americana è emersa la notizia che Bush e Putin avrebbero avuto una conversazione telefonica in cui Putin avrebbe detto, io uso il condizionale perché non ho il documento storico tra le mani, avrebbe detto a Bush Se la Nato prova a inglobare la Georgia, perché nella dichiarazione di Bucharest la Nato apri le porte non soltanto all’Ucraina ma anche alla Georgia, noi sappiamo che la Georgia viene a trovarsi sotto il profilo geografico in una condizione molto simile a quella dell’Ucraina, con l’Ossezia del Sud e l’Abkazia che la Russia ha costruito come stradio cuscinetto a protezione dell’espansione della Nato in Georgia.

Ad ogni modo, in questa conversazione telefonica Putin avrebbe detto a Bush, ma non faccio difficoltà a immaginare che sia vero, se la NATO, se tu proverai a inglobare la Georgia nella NATO, la Georgia cesserà di esistere. Pochi mesi dopo, nell’agosto del 2008, la Russia invade la Georgia e crea, o meglio, riconosce l’indipendenza dei due Stati che sono quelli che ho appena citato, se voi guardate la cartina geografica vedrete che quei due stati sostanzialmente è una situazione speculare a quella che c’è in Donbass, con il Luansk e il Donetsk che la Russia ha cercato di porre a protezione come stati cuscinetto nei confronti dell’avanzata della NATO, troverete una situazione speculare in Georgia, guardate la cartina geografica sostanzialmente le situazioni sono pressoché speculari.

A partire da quella data Putin inizia a pensare seriamente che, chiaramente anche l’elite militare russa, inizia a pensare seriamente a un futuro di scontri con la NATO, con il blocco occidentale. Fa investimenti sempre più grandi nell’esercito, cerca di modernizzarlo e fa nuove promesse ai russi di riscatto e va incontro a nuove grandi umiliazioni.

Perché sempre nel 2008 la Condoleezza Rice, segretario di Stato americano, firma un accordo con il ministro degli esteri polacco, questa firma avviene nell’agosto del 2008, per la costruzione dello scudo antimissile americano. Putin tuona contro questa decisione, esprime tutto il proprio disappunto, quindi non è vero che la Russia non ci abbia mai fatto sapere di non essere contenta dell’espansione della NATO ad Est, ma gli Stati Uniti vanno avanti ugualmente con la costruzione di questa, che di fatto è una base missilistica, americano in Polonia. È talmente vero che la Russia ha espresso ufficialmente la propria contrarietà all’espansione della Nato che, alla firma degli accordi tra la Reiss e il Ministro degli Esteri Polacco, il numero due dello Stato Maggiore della Russia, quindi uno dei più alti generali in grado, dice così testualmente se la Polonia installerà missili americani sul proprio territorio, la Polonia si esporrà a un attacco missilistico della Russia al 100%.

Una nuova crisi tra la Russia e gli Stati Uniti. Come viene risolta? Nel frattempo viene eletto Obama, Obama sceglie la via della moderazione del dialogo all’inizio, all’inizio, perché poi vedremo che i rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti precipiteranno proprio con Obama. E l’accordo sostanzialmente è che Putin non installa i missili Iskander a Kaliningrad e Obama non piazza i missili, la base antimissile, lo scudo missilistico americano in Polonia. Ma questo accordo dura poco perché poi gli Stati Uniti, per una serie di ragioni che non possono riassumere in questa sede per motivi di tempo, decidono di andare avanti con la costruzione di questo progetto in Polonia. Biden, che all’epoca di fatti era vicepresidente americano, il numero due di Obama, si reca al Cremlino. E noi, studiosi, per fortuna abbiamo contezza di quello che si sono detti, perché è lo stesso Biden ad averlo scritto in un suo libro, ad aver riportato in un suo libro il dialogo avvenuto al cremelino con Putin.

Ora, questo libro di Biden si intitola, se ricordo bene, Papà fammi una promessa. E’ scritto malissimo, è un libro disastroso, perché il libro annuncia anche nella quarta ricopertina che parla dei viaggi all’estero di Biden nel 2015, diciamo per riferimento preciso, che questo libro parla dei viaggi all’estero nel 2015 e invece non specifica che l’incontro che ha con Putin nel Cremlino avviene nel 2011, quindi ho dovuto fare questo sforzo perché di ricostruire quando si fosse svolto il dialogo con Putin di cui Biden parla nel suo libro perché lui ha avuto l’ottima idea di non scriverlo. Ad ogni modo questo incontro avviene nel 2011 e Biden che è sempre stato un falco, se voi Se voi guardate tutta la documentazione storica disponibile vedrete che l’atteggiamento di Biden nei confronti della Russia è sempre stato quello di un falco. Cioè nessun compromesso con la Russia, nessun dialogo con la Russia. E Biden si è sempre inorgoglito di esprimere pubblicamente il proprio disprezzo nei confronti di Putin, cosa che fa anche in questo suo libro, perché racconta di essersi incontrato con Putin al cremelino per parlare di questo scudo, questi missili americani in Polonia, quindi vedete la furia dei russi nei confronti dell’espansione della NATO ad Est. Biden gli dice ma no, ma no, non ci sono problemi per la Russia, questi missili sono concepiti contro l’Iran perché se l’Iran voresse lanciare dei missili, magari un giorno con delle testate nucleari, ricordiamo che all’epoca l’Iran cercava di sviluppare un programma nucleare, poi gli accordi con Obama, allora non saremmo in grado di intercettarli.

I russi dicevano, a parte il fatto che l’Iran non ha testate nucleari, ma questi missili, quello che disse Putin. Putin chiamò a un certo punto, in preda all’Ira, i propri generali li fai centrare nella stanza e dice spiegate a Biden che quei missili americani sono puntati contro la Russia. Ora io non entro in questa controversia perché non ne ho contezza, non sono in grado di dirvi se nel 2011 fosse vero ciò che Putin affermava in quella stanza oppure no, ma sotto il profilo della ricostruzione genetica delle cause, sotto il profilo della ricostruzione delle cause della guerra in Ucraina questo dettaglio è molto importante. Soprattutto per il profilo storico è importante che tutti voi sappiate che la Russia si è sempre opposta furiosamente all’espansione della NATO adesso.

Alla fine di questo incontro, siccome Biden si è sempre inorgoglito di disprezzare Putin, quindi non è un fatto che risalga al 2022, ma è molto più antico, Biden nel suo libro dice queste parole. Alla fine dell’incontro io guardai Putin negli occhi e gli dissi, Presidente, lo sa che cosa penso di lei? Io penso che lei sia un uomo senza anima. Questa frase dal punto di vista culturale, dal punto di vista antropologico, è molto importante perché vuole sottolineare la superiorità spirituale di un uomo nei confronti di un altro. Quindi dire a un uomo, tu non hai un’anima, significa io ce l’ho. Quindi non soltanto io ti sono superiore dal punto di vista politico, economico, militare, ma addirittura dal punto di vista spirituale. Putin deve, i russi devono subire quest’altra grande umiliazione, quindi come vedete cambiano i presidenti della Russia, ma le umiliazioni restano.

E Putin fa nuove promesse ai russi, e invece va incontro a un’altra grande umiliazione, il bombardamento illegale della Nato, della Libia, nel 2011. Ora seguitemi su questo punto perché i dettagli sono importanti. Ricorderete che all’inizio di questa lezione io vi invitai a ricordare che Putin è stato primo ministro dal 2008 al 2012. Che cosa accade esattamente? Accade che c’è una rivolta in Libia, l’ONU approva una risoluzione, la 1975. Questa risoluzione non prevede in alcun modo un’autorizzazione nei confronti della NATO a bombardare il territorio libico per l’abbattimento del regime di Gheddafi. Tra le altre cose è una risoluzione che passa con 10 voti favorevoli e 5 astensioni e tra i paesi astenuti c’è anche la Russia. Quella fondamentalmente l’operazione a cui pensava l’ONU era la chiusura dei cieli della Libia. In realtà la materia è molto complessa, io per farmi capire da tutti cercherò di esemplificarla al massimo, le cose stanno così. Se gli aerei di Gheddafi si alzano in volo per bombardare i civili allora c’è un’autorizzazione ad alzare, a far volare gli aerei occidentali per inibire il volo degli aerei di Gheddafi, ma non c’è stata un’autorizzazione a bombardare la Libia per abbattere il regime di Gheddafi. Questa risoluzione, se ricordo bene, è del 17 marzo del 2011, due giorni dopo l’Inghilterra, gli Stati Uniti, la Francia iniziano a bombardare la Libia singolarmente, cioè non dentro una missione della Nato. Tant’è vero, questo dico nei documenti storici, che ognuno di quei bombardamenti aveva una denominazione e codice diversa dall’altro, perché gli Stati Uniti denominarono in un modo il bombardamento della Libia, l’Inghilterra in un altro modo ancora, la Francia in un altro modo ancora. È talmente vero che le cose stiano così, che l’allora ministro degli esseri, Frattini, si oppose e disse che cosa state facendo, che cosa state facendo. Non c’è un’autorizzazione dell’ONU al bombardamento della Libia per l’abbattimento di Gheddafi. Se voi volete procedere con il coinvolgimento dell’Italia dovete avviare una missione ufficiale della NATO, cosa che fu fatta e l’Italia si ritrovò dentro. Quella storia, cioè la storia del bombardamento illegale della Libia. Il presidente della Russia all’epoca dei fatti era Medvedev e Medvedev fu favorevole all’assenzione, ma Putin era contrario e infatti dopo il bombardamento del regime di Gheddafi, Putin disse a Medvedev che aveva detto che non ti saresti dovuto fidare del blocco occidentale e della NATO perché hanno sfruttato quella risoluzione per abbattere un nemico degli Stati Uniti, un regime amico della Russia, nemico degli Stati Uniti, per sostituire Gheddafi con un presidente filo americano, filo europeo. E noi storici, noi studiosi abbiamo contezza di ciò, perché questo scontro tra Putin e Medvedev fu pubblico, finì sui giornali, inclusi i giornali americani, i giornali occidentali. Quindi sappiamo che Putin era addirittura contrario a quella risoluzione perché temeva che la Nato l’avrebbe strumentalizzata e utilizzata per abbattere un regime come quello di Milosevic, sostanzialmente amico della Russia.

La Russia ha fatto grandi investimenti, tra l’altro Putin ne si era recato in Libia per incontrare Gheddafi pochi anni prima, lo stesso Gheddafi aveva stretto una serie di accordi commerciali ricchissimi non soltanto tanto con l’Italia ma anche con la Russia. Putin continua a fare, anche la Cina tuona anche contro il bombardamento della Libia, non soltanto la Russia.

Putin continua a fare promesse ai russi di riscattare l’orgoglio russo, ma va incontro a un’altra umiliazione. La  guerra civile in Siria. La Siria è un paese infeudato alla Russia, diciamo che la Siria sta alla Russia come l’Italia sta agli Stati Uniti e le basi militari che la Russia ha a Tartus e alla Tachia sono importanti come quelle che gli Stati Uniti possono avere in Sicilia o a Pisa e così via. Quindi la Siria, diciamo cercare di strappare l’Italia agli Stati Uniti, tanto per far comprendere la gravità geopolitica di una mossa di questo tipo. Che cosa accade? Che il 15 marzo del 2011 scoppia una guerra civile in Siria e il blocco occidentale, anziché intervenire per spegnere quella guerra, decide di alimentarla dall’esterno. Cioè decide di inviare miliardi di dollari e una quantità spaventosa di armi affinché la guerra civile diventi sempre più virulenta per abbattere il regime filo-russo di Bashar al-Assad e sostituirlo con un regime filo-americano. Come facciamo a saperlo? Come facciamo nei studiosi? Su quali documenti io posso basare questa mia affermazione? Su un piano segreto della CIA che si chiama Timber Seeker Moore, che viene approvato da Obama, fondamentalmente da Biden e da Obama tra il 2012 e il 2013. Un piano di finanziamenti alla guerra civile, ai ribelli in Siria, con l’obiettivo di abbattere Bashar al-Assad per sostituirlo con un presidente filo americano e questo piano segreto della CIA, Timber Sycamore, è stato poi rivelato dalla stampa americana nel 2015 o nel 2016 se ricordo bene, tra il 2015 e il 2016, quindi trovate ampiezza di documenti con riferimento a questo piano segreto Timber Sycamore.

A un certo punto le cose per i ribelli in Siria si mettono molto bene per i ribelli filoamericani, ma nel frattempo quel paese precipita in un inferno a causa dell’espansione dell’Isis che si incista soprattutto nel corpo centrale di quel paese, cioè sostanzialmente tra l’Iraq e la Siria. Sulla fascia costiera, dove ci sono le basi più importanti della Russia, la fascia costiera della Siria, ci sono prevalentemente i ribelli filoamericani. Nell’agosto, se ricordo bene, del 2015, il generale iraniano, poi ucciso da Trump, Soleimani, fa un viaggio urgente al Cremlino, srotola sulla scrivania di Putin una cartina della filoamericani stanno per avvicinarsi alle basi russe. Putin il 30 settembre 2015 decide di intervenire militarmente in Siria. I suoi aeri si alzano in volo e la stampa italiana, la stampa italiana inneggia a Putin che combatte contro i terroristi.

Ma io le chiamo l’attenzione su un dettaglio, perché all’epoca dei fatti ero molto presente in televisione, non è vero che io abbia iniziato a parlare in televisione con la guerra in Ucraina, tra il 2014 e il 2017 ho partecipato a oltre 300 dirette in televisione. E io dissi attenzione a un dettaglio. E’ che questi aeri lussi nei primi giorni dei bombardamenti non stanno andando prevalentemente verso le postazioni dello Stato Islamico, vanno sulla costa. E sulla costa ci sono i ribelli filoamericani. Quindi la questione è un po’ più complessa di come ve l’ho stata raccontando, perché perché la nostra stampa chiaramente nascondeva il piano Timber Sycamore, inizia questa grande tragedia per il popolo siriano e siccome io sono un pacifista non dal 24 febbraio del 2022 inizio a tuonare in televisione, ma anche sul messaggero, c’è ampiezza di documentazione di quello che vi sto dicendo, perché essendo io un italiano, ed essendo pieno di quei contenuti pedagogici che provengono dalla Costituzione della Repubblica Italiana, io dicevo quello che noi dobbiamo fare è spegnere questa immane tragedia che sta devastando il popolo siriano e che lo devasterà sempre di più. E sapete, i miei interlocutori in televisione, che poi sono diventati i miei detrattori in televisione, li ho rincontrati poi con la guerra in Ucraina. Che cosa mi rispondevano nel 2015, quando io in diretta in televisione dicevo, noi dobbiamo andare a una mediazione, dobbiamo andare a una trattativa, perché i bambini che moriranno in questo massacro saranno tantissimi. Questo dicevo nel 2015, sapete che cosa mi rispondevano in diretta, le stesse persone che io poi avrei incontrato come detrattori durante la guerra in Ucraina? No, la guerra deve andare avanti. È meglio una guerra, è meglio che muoiano migliaia di bambini piuttosto che al potere rimanga Bashar al-Assad. Io dissi, state sbagliando i calcoli, perché la Siria è una linea rossa. Voi con questa strategia farete morire migliaia di bambini inutilmente, perché nessuno potrà strappare la Siria e la Russia così come nessuno può strappare l’Italia agli Stati Uniti. Lo dicevo nel 2015. E che cosa è successo? È successo che i fatti si sono svolti per filo e per segno, come io avevo previsto. Bashar al-Assad è ancora al potere. C’è stata una mattanza di bambini siriani morti in questa tragica guerra cui l’Occidente non ha mai voluto porre fine.

A questo punto però devo fornirvi un dettaglio geopolitico di enorme importanza per comprendere tutta questa grande tragedia. Devo tornare per un istante al bombardamento dell’Iraq del 2003 per farvi comprendere esattamente come tutta questa storia che vi sto raccontando sia collegata alla guerra in Ucraina, che lo sforzo di noi studiosi è cercare di ampliare gli orizzonti, connettere la complessità in una narrazione che abbia un minimo di coerenza. Adesso vi mostrerò i legami tra la decisione di bombardare l’Iraq nel 2003, la Libia e l’Ucraina. Nel 2003 io avevo il problema di spiegare ai miei studenti, di elaborare un metodo didattico, semplice, per far comprendere la meccanica del Medio Oriente, i meccanismi di funzionamento del Medio Oriente. Così ho inventato, ho creato uno schema per spiegare come funziona il Medio Oriente ai miei studenti, che poi ho pubblicato. Nel mio primo libro sull’ISIS, ne ho pubblicati due per rizzoli, questo libro, nel caso in cui fossi interessato, è questo schema, questa cartina geografica che ho costruito, il libro si chiama ISIS, i terroristi più fortunati del mondo e tutto ciò che è stato fatto per favorirli. In sostanza che cosa ho fatto? Nella mia interpretazione il Medio Oriente, ci sono vari modi di concepire il Medio Oriente, io lo chiamo il Medio Oriente in senso stretto, quindi se voi escludete Egitto, Cipro e Stato di Palestina, vedrete che i paesi del Medio Oriente in senso stretto sono 14, quindi il Medio Oriente è concepito come l’Iran che chiude il Medio Oriente a Est, lo Yemen e l’Oman che lo chiudono a Sud e così via. Se voi prendete una penna e non considerate Egitto, Cipro e Stato di Palestina, fate 1, 2, 3, 4 e vedete che sono 14 paesi. Quindi in quel libro io sono andato a studiare tutte le relazioni bilaterali e multilaterali di questi paesi, quindi tra loro e anche con gli Stati Uniti. E quello che ho documentato nel libro è che il rapporto era di 11 a 3, cioè prima dell’invasione americana dell’Iraq, 11 paesi del Medio Oriente erano sotto l’influenza americana o comunque in ottimi rapporti con gli Stati Uniti, addirittura la Turchia, membro della Nato, 3 paesi erano invece strecchi alleati della Russia, come la Siria o comunque amici della Russia. Il tentativo degli americani di conquistare l’Iraq e trasformarlo in un satellite degli Stati Uniti, che poi di fatto è abortito, che quel paese è semplicemente oggi distrutto, alterava questi rapporti di forza portandoli da 11 a 3 a 12 a 2. Considerate che questi paesi, i tre paesi filorussi che sono Iran, Iraq e Siria, non sono tra di loro direttamente confinanti, perché se guardate, se avete una cartina mentale del Medio Oriente, vedrete che l’Iran e la Siria non confinano direttamente, però da l’Iran si può passare per l’Iraq per arrivare in Siria. Quindi era una sorta di, io scherzando con i miei studenti, dico un tappo, un blocco, un blocco fondamentalmente filo-russo, comunque amico della Russia, in quella parte del Medio Oriente.

Quindi l’obiettivo era di alterare questa configurazione geopolitica, assorbire l’Iraq nella sfera di influenza americana per poi andare a prendere l’Iran e la Siria. Chiaramente l’obiettivo degli Stati Uniti di abbattere il regime iraniano e trasformare, ritrasformare quello Stato in quello che era, cioè uno Stato satellite degli Stati Uniti è sempre vivo.

Scoppia la guerra civile in Siria nel 2011, la situazione in Iraq non era poi… era catastrofica, era ipertragica, perché come sappiamo i bombardamenti americani sono le università americane, a dircelo. Le università americane. Ci dicono che i bombardamenti americani indiscriminati in Iraq hanno causato 400… almeno 400.000 morti tra i civili, più 200.000 morti tra i civili per cause indirette legate ai bombardamenti. Secondo le università americane parliamo di almeno 600.000 civili uccisi dalle bombe americane e dalle bombe occidentali in Iraq, ma altre stime parlano di un milione di civili. È una quantità che purtroppo non siamo nemmeno più in grado di contare di bambini uccisi dalle bombe occidentali in Iraq.

Quando scoppia la guerra civile in Siria, siamo nel 2011, l’ambizione della Casa Bianca è ancora quella di prendere tutto il Medio Oriente, un po’ alla volta, perché chiaramente questi passaggi geopolitici sono lenti.

In politica internazionale nessuno può pensare di essere frettoloso. Ci vuole tempo per assorbire tutta l’Europa nella NATO, ci vuole tempo. Bisogna essere pazienti, ma non bisogna sprecare nessuna opportunità. E se l’opportunità è piccola, questa va accresciuta attraverso i piani come il piano Timber Sycamore. Nel 2015, quindi io dico in televisione, questa guerra in Siria, cioè l’obiettivo degli Stati Uniti di sostituire Bashar al-Assad con un presidente filoamericano, è finito, è finita. Gli Stati Uniti mai più assorbiranno l’Ucraina nella sua interezza nella NATO. E così è stato, e così, ve lo posso garantire, sarà. Perché non esiste nemmeno una possibilità su un milione di miliardi che l’Ucraina entri nella Nato, nella sua interezza, come progettava il blocco occidentale.

Quindi Putin va incontro a un’altra umiliazione, perché è vero che interviene militarmente in Siria ed è vero che riesce a conservare al potere Bashar al-Assad, ma è un paese distrutto. Comunque, una cosa è essere alleati di un paese prospero, stabile, pacificato. Altra cosa è avere come alleato stretto un paese che cade a pezzi. O avere come alleato l’Iraq, che è un altro paese che cade a pezzi. E così via.

Nelle mie analisi sulla politica internazionale, tutte le mie analisi iniziano e finiscono con la stessa domanda. Qual è l’interesse nazionale dell’Italia, perché sono stato formato dall’inizio alla fine per tutelare gli interessi nazionali del mio Paese. E ho sempre, per esempio, richiamato l’attenzione sulla Libia, di come le politiche in Libia – su questo resto non posso soffermarmi – avrebbero gravemente danneggiato gli interessi nazionali del mio Paese.

Così come il 4 dicembre del 2018, in Senato, io ero l’unica voce in Italia a dire che noi avremmo dovuto mantenere le sanzioni contro la Russia, perché in Senato, quando nessuno dei mila dominanti che oggi mi attaccano tanto si occupavano della guerra in Donbass, io me ne occupavo dalla mattina alla sera e dissi, c’è il video, quindi potete recuperarlo, il pericolo che la Russia sfondi il confine ucraino se ne portiamo avanti queste politiche frontali è altissimo e testualmente dissi i pericoli al confine ucraino sono enormi, sono enormi e noi dobbiamo mantenere le sanzioni contro la Russia perché se la Russia cresce economicamente potrà fare maggior investimento nell’esercito e questo accrescerà la possibilità che la Russia invada l’Ucraina e accrescerà la possibilità, circostanza che si è verificata, che la macchina economica della Russia sorregga la macchina militare.

Infatti voi ricorderete che all’inizio della guerra il Corriere della Sera aveva annunciato che l’economia russa sarebbe andata in bancarotta in circa tre settimane e io dicevo che questo non sarebbe affatto accaduto. E oggi il Fondo Monetario Internazionale ci dice che il PIL della Russia crescerà quest’anno più di quello della Germania, dell’Inghilterra e probabilmente anche più di quello della Francia e dell’Italia, il che vuol dire che crescerà più del PIL di quattro Paesi che fanno parte del G7. E queste sono pessime notizie per le prospettive di pace che di fatto non esistono.

Questa è stata un’altra grande umiliazione per Putin, la guerra in Siria, cui si è aggiunta un’altra. Nel 2019-2018 c’è una grave crisi in Venezuela. Gli Stati Uniti sostengono Juan Guaidó perché vogliono rovesciare Maduro, che è un presidente filorusso che tra l’altro ha ottimi rapporti anche con la Cina, non soltanto con la Russia, per sostituirlo ancora una volta con un presidente filoamericano. C’è una crisi su cui non mi soffermo perché la questione è troppo complessa, ma trovate tutti i dettagli nel mio libro. E Trump, come pensa di risolvere questa crisi? Invadendo il Venezuela, violando il diritto internazionale, abbattendo Maduro e mettendo al posto suo Guaidó e quindi trasformando il Venezuela in uno stato satellite degli Stati Uniti. Come facciamo? Come faccio io? Quali sono i documenti su cui poggio questa mia affermazione? Perché il 29 gennaio del 2019 Bolton, che all’epoca dei fatti era il consigliere alla sicurezza nazionale di Trump, esce da un meeting della Casa Bianca sulla crisi in Venezuela e sotto il braccio stringe un foglio a favore delle telecamere e su questo foglio, che è un foglietto di appunti, c’è scritto 5.000 soldati da inviare in Colombia, perché Trump immaginava che un’invasione anfibia del Venezuela sarebbe stata troppo complessa, quindi l’operazione migliore era farli passare dalla Colombia e poi sfondare il confine venezuelano via terra. Di ciò noi abbiamo contezza anche per un’altra ragione, perché Washington Post, se ricordo bene, ancora una volta troverete tutti i dettagli nel libro, nel luglio del 2018 pubblica un articolo in cui censura, critica, attacca frontalmente l’intenzione di Trump di invadere il Venezuela perché chiaramente in quella fase Trump teneva tutto nascosto ma comunque questa notizia prese a circolare. Poi a Trump fu sconsigliato di agire in quel senso, ma quello che a me interessa ai fini della ricostruzione delle cause della guerra in Ucraina è che Putin tuonò contro, e anche la Cina, contro l’idea che era balenata a Trump di violare il diritto internazionale e invadere il Venezuela per sostituire Maduro con Guaidò.

A questo punto io credo di aver parlato abbastanza, 51 minuti, ho fatto partire il cronometro per rendermi conto del tempo che passa. Che cosa non posso dirvi per motivi di tempo? Che nel mio libro io ho parlato non soltanto delle cause internazionali che hanno favorito la decisione della Russia di invadere l’Ucraina, ma anche delle cause interne, quindi non posso parlare di tutto il libro, ma nel libro troverete anche le crisi interne, la crisi interna all’Ucraina, perché anche la politica interna chiaramente conta in tutta questa storia. Io qui in questa sede mi sono voluto soffermare soltanto sulle principali cause internazionali che hanno determinato questa rottura, questo aggravamento, questo peggioramento dei rapporti tra la Russia e la NATO.

C’è soltanto una questione, l’ultima, che vorrei affrontare con voi. Mi piacerebbe, ma non ho il tempo per farlo, di parlarvi di quello che è successo nei rapporti tra la Russia e la NATO, la Russia e l’Ucraina, insomma di quello che è successo in questa storia infernale a partire dall’ascesa di Biden. Quindi mi dovrò purtroppo limitare a un solo dato. Biden diventa Presidente degli Stati Uniti nel gennaio del 2021.  E’ importante questa data perché vi fa comprendere quanto l’informazione sulla politica internazionale in Italia sia manipolata.

Quando io andai in televisione all’inizio, il 24 febbraio, iniziato a parlare, poi dopo a Piazza Pulita e poi in altre trasmissioni, lo so che qualcuno di voi farà fatica a crederlo, ma per fortuna esiste YouTube, quindi potete recuperare il video di un mio confronto a maggio del 2022, quindi la guerra in Ucraina dava avanti già da mesi, tra me e altri miei interlocutori, tra cui un uomo che è stato un ambasciatore importante nella Nato. Ancora alla metà di maggio del 2022 in Italia veniva ferocemente e tenacemente negato che la NATO avesse alcun tipo di coinvolgimento nella guerra in Ucraina. Infatti su di me è stata scatenata una campagna di demonizzazione perché io sin dal primo giorno di guerra dissi guardate che dietro l’Ucraina c’è la NATO e per avere detto questo, questa verità che oggi è davanti agli occhi di tutti Diciamo che sono stato oggetto di qualche attenzione. Ebbene, tra il 14 giugno e il 16 giugno, perché un altro argomento che è stato usato contro di me è non soltanto Ursini mente, maggio 2022, in diretta, alla 7, È una menzogna che la NATO sia coinvolta nella guerra in Ucraina. Una menzogna. Orsini mente. Non è vero che la NATO stia facendo alcunché in Ucraina. Contro la Russia. L’Ucraina e le fornisce le armi, l’addestramento e tutto ciò di cui ha bisogno, ma la Nato ha cercato di assorbire l’Ucraina prima dell’invasione e l’argomento che è stato utilizzato contro di me è stato «è falso! Non è vero che la Nato abbia mai cercato di assorbire l’Ucraina nel proprio seno. È semplicemente falso.

Ebbene, tra il 14 giugno e il 16 giugno del 2021, la Nato svolge un meeting a Bruxelles e alla fine di questo meeting pubblica un documento sul sito ufficiale della Nato, dove si trova tutt’oggi il 1° luglio 2022. E questo documento, scusate, è 2021, quindi lo ripeto, il meeting si svolge a Bruxelles il 14-16 giugno 2021, ma il documento, il tempo di prepararlo, viene pubblicato sul sito della Nato, il 1° luglio 2021. Questo documento consta di 79 articoli. All’articolo numero 69 è scritto che l’Ucraina sarebbe entrata nella Nato e che tutte le decisioni che erano state prese nel summit di Bucharest dell’1 4 aprile 2008 venivano ribadite.

Nell’agosto del 2021, nel novembre del 2021, nel dicembre del 2021, Biden firma con Zelensky, i rispettivi ministri della difesa, poi i rispettivi ministri degli esteri, poi Biden incontra personalmente Zelensky alla Casa Bianca, una serie di documenti che non cito in lingua inglese perché altrimenti mi porterebbe via troppo tempo, ma questi documenti comunque risalgano l’agosto, novembre, dicembre 2021 e vengono pubblicati sul sito della Casa Bianca. Quindi sono documenti nella disponibilità di tutti. E che documenti sono? Sono contratti di cooperazione militare, strategica e militare, tra gli Stati Uniti e l’Ucraina.

Dopo l’ultima firma di questi documenti e la loro pubblicazione sul sito della Casa Bianca, la Russia scrive agli Stati Uniti chiedendo garanzie che l’Ucraina non sarebbe entrata nella NATO e varie altre garanzie.

E la risposta del blocco occidentale è stata noi dispreziamo la diplomazia, siamo semplicemente contrari a qualunque forma di dialogo con la Russia sulla materia in oggetto. Noi del blocco occidentale, questo dice in maniera inoppugnabile la documentazione storica, procediamo dritto come abbiamo fatto in Serbia, come abbiamo fatto in Iraq, come abbiamo fatto in Libia, come abbiamo fatto in Siria. Noi andiamo avanti per la nostra strada.

Il 22 febbraio, 24 febbraio 2022, la Russia ha invaso l’Ucraina? La risposta di mille dominanti è, non esistono cause della guerra in Ucraina. La guerra in Ucraina è l’unico fenomeno storico, politico, militare, senza cause. E la cosa divertente è che noi veniamo dall’ossessione per la scienza dopo il covid-19. Che cosa ci hanno detto? Ci hanno bombardato dicendomi che tutti noi dobbiamo prostrarci e assoggettarci davanti alla scienza. Però adesso ne utilizziamo una mentalità animistica. Noi adesso disprezziamo la mentalità scientifica, quindi se uno studioso cerca di ricostruire le cause della guerra in Ucraina, questo non si può fare perché oggi ne viviamo in un tempo in cui la scienza non è rispettata, in cui la mentalità scientifica è insultata, vilipesa, diffamata, tutti i giorni.

Noi non possiamo applicare il metodo scientifico allo studio delle cause della guerra in Ucraina, perché la guerra in Ucraina è un fatto magico, è una magia, è nata senza cause. E se c’è una causa, questa è legata alla pazia di un singolo uomo, che ha deciso completamente da solo di fare questa guerra contro la volontà dei russi. E ciò è dimostrato dal fatto che tutti i russi vogliano rovesciare Putin e assassinarlo, però è sfrano che abbiano avuto la possibilità di farlo con la ribolta di Prigochin e non lo abbiano fatto. Il fatto che la guerra in Russia sia stata voluta soltanto da un uomo e che non abbia cause storico-sociali, è dimostrato dal fatto che i russi non vogliano combattere. Però poi nessuno si spiega come sia possibile che i russi abbiano lottato con feroce determinazione a Bakhmut il corpo a corpo più sanguinario e violento di tutta la guerra. Ci sono tante cose che oggi i medi italiani non riescono a spiegare e non riescono a spiegarle perché noi viviamo oggi in un tempo nemico della scienza dove mille dominanti educano i nostri giovani alla mentalità antiscientifica. Alla fine di questa mia lezione vi saluto ringraziandovi della vostra presenza e ricordandovi attenzione la guerra in Ucraina non ha cause.

Grazie. Potrei fargli una domanda che ho già fatto anche ad altri. Com’è pensabile di invadere un paese con un corpo di espedizione da 120.000 soldati, un paese di 49 milioni di abitanti, com’è pensabile di poterlo invadere e controllarlo con una forza così ridotta rispetto a quello che dovevano in qualche maniera affrontare?

Orsini: Sì, infatti questo è proprio quello che dici all’inizio della guerra. Io la ringrazio di questa domanda perché dal punto di vista pedagogico io non dimentico mai di essere un professore, quindi se qualcuno di voi mi chiedesse, professore, ma per lei qual è la cosa più importante? Io vi risponderei, per me non è importante l’analisi delle cause della guerra in Ucraina, non è importante il mio libro, non è importante quello che dico in televisione con riferimento alle analisi che faccio. Per me la cosa più importante della mia vita sono i messaggi pedagogici che arrivano ai miei studenti, che arrivano ai giovani.

no dei messaggi, i messaggi pedagogici che ho cercato di mandare sono tanti. Quando scoppiò la guerra, voi ricorderete che tutti, ma proprio tutti i media dominanti dicevano che Putin avesse invaso l’Ucraina per invadere tutta l’Europa. C’erano addirittura dei giornalisti del Corriere della Sera che dicevano che se non avessimo fermato Putin in Ucraina avrebbe invaso persino il Portogallo. Questo è un esempio di che cosa, di quali orrori possa provocare la morte della mentalità scientifica in una società libera. Perché state molto attenti, ma se muore la mentalità scientifica in Occidente, il rischio che tornino gli orrori del passato, e quel rischio aumenta, che torni l’antisemitismo, che torni l’islamofobia, che torni l’intolleranza, che torni la caccia alle streghe.

Se ne uccidiamo la mentalità scientifica, ne rischiamo di pagare, le nostre libertà rischiano di pagare un prezzo altissimo. Detto questo, proprio perché io ho sempre fatto ricorso alla mentalità scientifica, sottoponevo qualunque affermazione al vaglio della ragione, come prescrive il progetto illuministico. Quindi, quando sentivo i miei interlocutori, barra detrattori in televisione dire, orsini, mente, perché Putin invade l’Ucraina, perché vuole invadere il resto dell’Europa, io ho spiegato con dovizia di particolari, non posso tornare su questo per motivi di tempo, le le ragioni materiali e strategiche per cui questa tesi era assolutamente propagandistica e sballata.

La domanda è oggi quanti in Italia sostengono che la Russia abbia invaso l’Ucraina per invadere tutta l’Europa. Nessuno, perché tutti si sono resi conto che questa idea è inconsistente, è un’idea assurda, forse mi esprime in maniera poco accademica, ma vorrei chiedervi il permesso di poter dire che è un’idea cretina. Nessuno lo dice più, ma quando e quindi tutti sono venuti sulle mie posizioni. Anche il Corriere della Sera non lo dice e dunque il Corriere della Sera è venuto sulle mie posizioni. Il Corriere della Sera, la Repubblica, la Stampa, tutti i quotidiani che mi hanno fatto una guerra impressionante, questi quotidiani mi dovrebbero citare di continuo perché ripetono per filo e per segno le stesse cose che io ho sempre detto.

L’altro giorno sul Corriere della Siera è comparsa un articolo che diceva adesso Zelensky teme la contro-contro-offensiva russa. Pensate che il termine usato dal Corriere della Siera, contro-contro-offensiva, l’ho inventato io perché in realtà non esiste, non esiste una contro-contro-offensiva, diciamo così che… Ho introdotto questo termine a carta bianca. Quando io ho parlato di questo pedicolo, ho detto, guardate, stiamo attenti perché l’Ucraina non ha i mezzi per sfondare, per travolgere le linee russe, sarà stremata alla fine di questa controoffensiva che poi controoffensiva non è, è rischio alla controoffensiva della Russia. I migliaia di dominanti mi hanno attaccato dicendo Orsini mente, Orsini fa propaganda.

Quindi per me è molto importante dirvi che se voi chiamate un laureando o un ricercatore universitario e gli chiedete di compulsare i documenti scritti, Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, tutti i giornali che mi hanno sempre attaccato, voi potrete avere contezza documentale che questi quotidiani ripetono per filo e per segno quello che io ho sempre detto. Le mie stesse identiche analisi, e in alcuni casi utilizzano addirittura le mie stesse identiche frasi. Quando io dicevo all’inizio della guerra l’Ucraina sarà sventrata, quando io dicevo la Russia raderà al suolo intere città, Corriere della Sera cannoneggiava contro di me la Repubblica e la Stampa, ora utilizzano le stesse espressioni. Corriere della Sera pubblica le immagini delle città ucraine utilizzando il verbo sventrare o il verbo città rasa al suolo, soltanto che queste cose le ho dette prima che quelle città venissero rase al suolo, prima che tanti bambini ucraini venissero uccisi, non soltanto bambini ucraini ma anche bambini russi perché sappiamo che poi l’esercito di Kiev ha ucciso anche bambini ucraini e l’ha fatto anche durante questa guerra, per esempio sparando su un minibus a Donetsk, nella città di Donetsk, ma non entro in dettagli.

Questo è un altro esempio del tempo in cui noi viviamo. Abbiamo vissuto in un paese in cui fino alla fine di maggio 2022, per fortuna c’è tutta la documentazione a sorreggere questa mia affermazione, un paese come l’Italia, un paese libero come l’Italia, un grande paese come l’Italia, con delle città meravigliose come Venezia, che rappresentano il trionfo delle libertà delle storie occidentali, un paese che include anche una città come Venezia. Ancora alla fine di maggio 2022 si diceva che la NATO non avesse alcun ruolo nella guerra in Ucraina e chiaramente veniva bersagliato l’unica persona che diceva invece che la NATO fosse assolutamente centrale nelle operazioni militari. Quindi, sì, la risposta alla sua domanda è proprio questa. La Russia non ha mai invaso l’Ucraina avendo l’intenzione di invadere tutta l’Europa.

Qui il video della lectio magistralis del prof. Orsini

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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