Giro d’Italia tornano le mascherine e a pandemia finita si blocca il più veloce, la maglia rosa

Fine pena mai. Hanno bloccato un atleta sano veloce, Remco Evenepoe, maglia rosa, al Giro d’Italia perché risultato positivo a un tampone per il Covid. La decisione di fermare ciclisti positivi è interamente in capo alle squadre che non hanno obblighi. Per lo stesso motivo agli spettatori sono state imposte le mascherine, “per precauzione”.

Remco Evenepoe lo stesso giorno in cui è risultato positivo al Covid ha corso la crono Savignano sul Rubicone-Cesena alla velocità di 50,724 km/h, e con la pioggia. Il SarsCov2 appartiene alla famiglia dei raffreddori, come tutti i coronavirus (CoV), ampia famiglia di virus respiratori.

L’organizzazione del Giro d’Italia ha deciso di reintrodurre l’obbligo delle mascherine nelle aree in cui i corridori entrano a contatto con altre persone.

Lo ha annunciato il direttore della corsa, Mauro Vegni, a Scandiano (Reggio Emilia), in occasione del primo giorno di riposo, dopo il caso di positività al Covid della maglia rosa, Remco Evenepoel, ritiratosi.

Né da parte dell’organizzazione, né dell’Unione ciclistica internazionale esistono protocolli Covid, la decisione di fermare ciclisti positivi è interamente in capo alle squadre che non hanno obblighi. La decisione del Giro è stata presa come forma di tutela dei partecipanti. Nel ciclismo la federazione mondiale ha cancellato tutti i protocolli introdotti nel 2020 quando, in piena emergenza, il ciclismo era stato tra i primi grandi sport a riprendere l’attività ad agosto. Le squadre hanno continuato a effettuare i test antigenici, che gestiscono in piena autonomia, svincolati dall’obbligo di comunicare i risultati sia all’Uci sia agli organizzatori, penalizzando ora la maglia rosa del Giro d’Italia.

“La distruzione del Paese,attuata con la finta emergenza sanitaria, passa attraverso la cancellazione della sua memoria complessiva. Ora è il momento di quella sportiva a dover subire questo trattamento”, commenta l’avvocato Mauro Sandri. “La falsificazione degli strumenti di rilevamento, i c.d. tamponi, attuata sistematicamente , ha coinvolto anche i partecipanti al Giro d’Italia. L’auspicio è che chi ha subito danni da questa diagnostica fasulla si ribelli. Noi faremo la nostra parte”.

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