Contro i biolaboratori in Italia la protesta di Pesaro. Perché dicono no

Non vogliono in Italia biolaboratori come quello di Wuhan. Contro il biolaboratorio di livello 3 da realizzare in un’area tra via Grande Torino e via Furiassi Pesaro è scesa in piazza nel giorno della festa del lavoro.

Le persone hanno paura dei rischi che possono derivare da questi nuovi impianti sperimentali, costruirti vicino alle persone, non in un deserto.

L’associazione socio-culturale Seam ha presentato un ricorso al Tar contro la vendita del terreno per la creazione del nuovo biolaboratorio. “A chi ci dà degli antiscientifici rispondiamo che noi leggiamo le stesse pubblicazioni scientifiche che leggono tutti e che, anzi, non prendiamo lezioni da chi ha dato del pazzo a un premio Nobel, diseredandolo alla fine della sua vita“, ha commentato Raffaella Regoli, presente alla manifestazione.

Per Martina Pastorelli nella realizzazione di questi laboratori

– manca realismo (dopo una pandemia dovuta alla fuga di un virus si continuano a creare nuovi pericoli)
– manca prudenza (non si fanno in zona popolata/sismica e a rischio alluvioni)
– manca convenienza (quali vantaggi per la gente dalla ricerca militare?)
– manca fiducia (in queste istituzioni che hanno mentito)

Quello di Pesaro non è l’unico biolaboratorio italiano. Ampliamenti con i soldi del Pnnr presi in parte a debito dall’Europa sono previsti a Perugia e Siena, dove è stato ingaggiato Anthony Fauci per la direzione.

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