Macherine: resta l’obbligo, anche se ristretto e nessuno parla più dei problemi alla pelle…

All’estero non servono più da nessuna parte, nemmeno negli ospedali, ma in Italia restano. Fine pena mai. Il ministro della salute ha fissato nuove regole e lasciato la possibilità di imporle ai singoli ospedali, come i tamponi di ingresso ai pronto soccorsi.

Da notare che nessuno parla più dei problemi alla pelle che causano le mascherine che sono stati denunciati nei primi periodi del Covid.

Le nuove regole prevedono mascherine obbligatorie

1) per i lavoratori, utenti e visitatori delle strutture sanitarie e dei reparti dove si trovano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, strutture identificate dal direttore sanitario,
2) per i lavoratori, utenti e visitatori delle strutture in cui vi siano pazienti ricoverati (ospedali, RSA, hospice ecc.),
3) nelle strutture diverse da quelle indicate sopra ai numeri 1) e 2) saranno le direzioni sanitarie a decidere se imporre l’uso delle mascherine a chi presenti sintomi di patologie respiratorie,
4) nelle parti delle strutture sanitarie che connettono i reparti (corridoi, scale, ascensori) o che sono al di fuori dei reparti di degenza (ingresso, bar ecc.) non è necessario portare le mascherine e, pertanto, non possono essere imposte nemmeno dai direttori sanitari,
5) negli ambulatori medici la decisione se imporre le mascherine è rimessa ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.

L’Avv. Fusillo spiega;

“Le mascherine NON sono obbligatorie, quindi:

a) negli studi medici privati; la differenza tra ambulatorio e studio medico privato è data dall’esercizio di attività commerciale e dall’apertura al pubblico: lo studio medico privato è quello in cui si svolge attività professionale, individuale o associata, vi si accede per appuntamento e non è aperto al pubblico degli utenti; l’ambulatorio è un luogo di visita e cura dove l’attività medica viene svolta a livello organizzato e imprenditoriale e chiunque può accedere come paziente,
b) negli ambulatori medici specialistici dove non lavorano medici di medicina generale (medici di base) o pediatri di libera scelta”.

Resta il problema dei tamponi, e qui la palla passa alle direzione dei singoli ospedali.

“La decisione se pretendere l’esecuzione del tampone per l’accesso ai reparti di pronto soccorso è rimessa alla discrezione (più propriamente dovrebbe dirsi capriccio o arbitrio) dei direttori sanitari e delle regioni. Ma il ministro, bontà sua, ricorda che non è più previsto l’obbligo per legge”, continua l’avv. Fusillo.
“Le nuove norme valgono dal 1° maggio al 31 dicembre 2023.
I trattamenti diagnostico-sanitari come il tampone possono essere previsti come obbligatori solo in base ad una norma di legge. Lo dice l’art. 32 della costituzione. Pertanto, gli atti amministrativi (disposizioni dei direttori sanitari e delle autorità regionali) che secondo il ministro potrebbero imporre il tampone sono illegittimi. Infatti, gli atti amministrativi devono rispettare le leggi e la costituzione.
L’ordinanza, significativamente, non prevede alcuna sanzione per la violazione dei demenziali obblighi di museruola.
Il ministro non ha ritenuto di approfondire i moltissimi studi scientifici dai quali emerge che le mascherine sono inutili per la prevenzione della diffusione dei virus e dannose per la salute”.

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