Il verde è solo una tassa: con il nuovo sistema europeo colpite anche case e rifornimenti

Via libera del Parlamento Ue alla riforma del sistema Ets, saranno colpite anche le case e i rifornimenti di carburanti fossili. Ci sarà anche una dazio per i prodotti importati dall’estero in base alla loro “componente” di inquinamento. Risultato: costerà tutto di più. L’Europa spinge per ridurre i consumi e di conseguenza aumentare la povertà di chi già è in difficoltà.

Si chiama Fit for 55, la strategia dell’Unione europea che mira a ridurre almeno del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990.

Tutte tasse: si prevedono la riforma dell’Ets, il Cbam, e il nuovo Fondo sociale per il clima.

L’Ets è il sistema di scambio di emissioni dell’Unione europea. Il sistema è nei fatti una tassa: chi più inquina (mette più CO2), più paga. Finora, dell’Ets hanno fatto parte l’industria pesante (acciaierie, raffinerie e cementifici, per esempio), le centrali elettriche fossili e il trasporto aereo civile. Il Parlamento ha inoltre adottato l’inclusione, per la prima volta, nel sistema Ets delle emissioni prodotte dal settore marittimo, e la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo. I biglietti costeranno, di conseguenza di più. Attaccate anche le case e le auto private: la riforma prevede anche la creazione di un nuovo sistema Ets 2 per i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027.

Cbam, il nuovo Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, è una misura protezionistica, che si traduce in una nuova tassa. La normativa imporrà alle aziende importatrici nell’Ue di prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera, per poi acquistare certificati di emissioni corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all’interno dell’Ue. Il Cbam sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034, in concomitanza con l’eliminazione progressiva delle quote gratuite nell’Ets. Il nuovo meccanismo include ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni.

Fondo sociale per il clima dell’Ue che entrerà in vigore nel 2026 con una dotazione di 86,7 miliardi, di cui 65 provenienti dal bilancio dell’Ue (il resto lo metteranno gli Stati), quindi li pagheremo noi con le nostre tasse. Ne beneficeranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica.

I testi legislativi dovranno ora essere approvati formalmente anche dal Consiglio. Saranno quindi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue ed entreranno in vigore 20 giorni dopo.

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