Chi sono i due giornalisti italiani bloccati in Ucraina

«Sono ormai diversi giorni che i due reporter italiani, Andrea Sceresini e Alfredo Bosco, sono bloccati a Kiev  senza gli accrediti stampa necessari per potere lavorare e muoversi nelle zone del conflitto. Non è accettabile che a giornalisti vengano tolti gli strumenti di lavoro senza neanche fornire adeguate spiegazioni». Lo affermano, in una nota congiunta, Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente della Fnsi, e Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

I due giornalisti italiani sono bloccati dal 6 febbraio. Il Ministero della Difesa ucraino ha sospeso i loro accrediti stampa, regolarmente concessi un anno prima.

Da un anno i servizi dall’Ucraina di Alfredo e Andrea vengono pubblicati da Rai, LA7, Mediaset, il Fatto Quotidiano, la tv tedesca Rtl, l’Espresso, il Manifesto, le Figaro Magazine, La Croix, e molti altri media.

Un terzo giornalista italiano, Salvatore Garzillo, è stato respinto al confine mentre entrava nel Paese dalla Polonia.

L’accusa a tutti loro – mai esplicitata ufficialmente, ma fatta circolare – è “collaborazione col nemico”. Questi reporter hanno parlato di guerra nel Donbas e non di crisi già dal  2014. Hanno testimoniato che lì c’era una guerra “vera” e tale era rimasta in seguito, pur a bassa intensità.  “Questa tensione in Occidente è stata ignorata per anni (nonostante abbia causato ben 14mila morti. Ndr). Poi resta l’intervento armato russo improvviso e su larga scala senza una lunga crisi diplomatica che lo preannunciasse ma, lì nel Donbass, chi c’è stato, non si sorprende che sia scoppiata una guerra più grande. Ripeto, c’era già un conflitto vivo che in otto anni non è stato risolto”, ha spiegato in una intervista Alfredo Bosco.

Sindacato e Ordine tornano sulla vicenda dei colleghi Sceresini e Bosco chiedendo, grazie anche all’impegno dell’Ambasciata italiana a Kiev, di poter garantire condizioni di sicurezza e agibilità per poter svolgere il loro lavoro.

«Auspichiamo – aggiungono – che, grazie anche all’impegno dell’Ambasciata italiana in Ucraina, si arrivi quanto prima ad una rapida soluzione in modo da poter garantire loro, nostri connazionali, condizioni di sicurezza e agibilità per poter svolgere il loro lavoro».

Alfredo Bosco, classe 1987, toscano di Santa Croce sull’Arno, è un fotografo freelance che mette le questioni sociali e le crisi geopolitiche al centro della sua indagine fotografica.

Andrea Sceresini, peraltro, ci ha scritto un libro edito da BUR, La guerra che non c’era, insieme a un altro giornalista italiano, Lorenzo Giroffi.

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