Rinascimento a Ferrara: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa in mostra al Palazzo dei Diamanti

Oltre 100 opere, molte che tornano per la prima volta a Ferrara da musei di mezzo mondo, riunite per indagare il primo Rinascimento Ferrarese. Ad accoglierle, dal 18 febbraio al 19 giugno 2023, un Palazzo dei Diamanti completamente rinnovato nei suoi spazi espositivi. La mostra inaugurale è dedicata a due grandi maestri ferraresi del Rinascimento: Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, e costituisce prima tappa di un progetto più ampio e ambizioso intitolato Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso II d’Este. Progetto destinato ad approfondire la vicenda storico-artistica del periodo compreso tra l’elevazione della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense al diretto controllo dello Stato Pontificio.

Le opere che si potranno ammirare in questa mostra, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, fanno di essa un’occasione unica, e forse irripetibile, per scoprire due grandi protagonisti del Rinascimento italiano, oltre che ferrarese.

Dopo aver ammirato le meraviglie così eccezionalmente riunite a Diamanti, diventa naturale voler scoprire il loro “terreno di coltura”, ovvero la Ferrara Rinascimentale: una meraviglia frutto di coltissimi e ambiziosi committenti, gli Este, di un grande architetto, Biagio Rossetti, e di Pellegrino Prisciani, l’astrologo di Corte. Ci sono loro dietro alla trasformazione di un borgo medievale in una delle capitali del Rinascimento italiano.

Il progetto, colossale, di rinnovo della capitale del Ducato, prese forma alla fine del ‘400 per iniziativa del duca Ercole I d’Este e si trattò di un intervento innovativo per estensione e organicità, che riuscì a fare di Ferrara, secondo Bruno Zevi la prima città moderna europea.

L’epicentro del rinnovamento fu il Castello Estense, la sede del potere ducale. Da trecentesca severa fortezza, nel corso dei due secoli, il Castello si evolve in fastosa dimora di una delle più splendide e celebri Corti d’Europa.

Le altezze delle sue inconfondibili quattro torri sovrastano tutto l’ambiente circostante e rivaleggiano soltanto con il campanile della Cattedrale.

Le pietre del Castello Estense di Ferrara risuonano ancora dei passi e delle voci dei suoi abitanti. Nelle prigioni, Ugo, figlio del Marchese Niccolò III, e Parisina, la giovane moglie del Marchese, morirono per essersi amati in segreto; e più tardi Giulio d’Este, fratellastro del duca Alfonso I, rimase imprigionato per 53 anni. Mentre, al piano nobile, Lucrezia Borgia, primadonna del Cinquecento, e il suo seguito celebravano i fasti di un’epoca in cui Ferrara era una delle corti più splendide d’Europa, cantata da Ludovico Ariosto nell’Orlando furioso e dipinta dagli artisti della grande scuola ferrarese.

Fuori dal Castello la città doveva essere ampliata e rinnovata. Ecco l’invenzione della Addizione Erculea.

Con essa Ferrara muta la sua forma originale, preservando un eccezionale e armonioso equilibrio tra il nuovo che si stava creando e il preesistente nucleo medievale del vecchio centro urbano.

Un lungo viale viene progettato per congiungere il Castello con le mura della città. Su quello che era un terreno ancora agricolo, si traccia una delle più eleganti strade d’Europa. Ad affiancarla eleganti palazzi, in un crescendo che raggiunge i suo acme nel Quadrivio degli Angeli dove si fronteggiano Palazzo dei Diamanti e Palazzo Prosperi Sacrati. Il Corso prosegue poi verso la magnifica Certosa con il Tempio dedicato a San Cristoforo.

Poco più in là, Piazza Ariostea, la “piazza nuova” dove si affacciano i magnifici palazzi caratterizzati da ampi loggiati con arcate.

Lungo Corso Porta Mare, maestosi e preziosi palazzi. Come il complesso di Palazzo Massari (ora Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, con le raccolte di Giovanni Boldini e Filippo De Pisis (Museo in corso di riallestimento), sino ad affiancare Piazza Ariostea, dove svetta la statua recentemente restaurata del poeta Ludovico Ariosto. Da qui si può raggiungere il Tempio di San Cristoforo alla Certosa per rimanere incantati davanti alla sua mole incontrastata o svoltare per raggiungere la Casa che fu del poeta Ariosto.

A difendere la nuova Ferrara, una cerchia di mura, lunghe oltre 9 chilometri, funzionali al loro scopo ma anche di grande qualità architettonica.

Specchio de potere ma anche della magnificenza dei Duchi sono le Delizie Estensi, luoghi dello “star bene” innalzati ai margini della città e nel territorio circostante.

L’esempio più noto è quello di Palazzo Schifanoia, voluto da Alberto V d’Este nel 1385 come luogo di svago appartato dalla città per “schivar la noia”. Al piano nobile si ammira il celebre ciclo di affreschi del Salone dei Mesi, realizzato tra il 1469 e il 1470 dai maestri dell’Officina ferrarese, come Francesco del Cossa e Ercole de’ Roberti. Commissionato dal duca Borso d’Este per esaltare la sua attività di governo, il ciclo traduce in immagini le idee di Pellegrino Prisciani, astrologo di Corte, e rappresenta una delle più grandi testimonianze della cultura rinascimentale italiana.

Ispirati dai mesi dell’anno e dai segni zodiacali, sguardi, gesti e visi dei personaggi raccontano una storia vecchia di cinque secoli e mezzo. Il misterioso Vir Niger, l’uomo nero, l’ultimo decano del segno zodiacale dell’Ariete, accompagna nel mese di marzo Borso, duca di Ferrara dal 1471, e la sua corte, protetti da divinità dell’Olimpo sedute su carri celesti.

Poco discosta, la Palazzina Marfisa (visibile solo l’esterno, essendo in corso il restauro), magnifico esempio di residenza signorile costruita da Francesco d’Este, figlio del duca Alfonso I e di Lucrezia Borgia. Da non perdere sono Palazzo Roverella, Palazzo Bonacossi, Palazzo di Renata di Francia (visibile solo l’esterno)   e Palazzo Costabili, conosciuto anche come Palazzo di Ludovico il Moro.

In Palazzo Costabili meritano una visita i cicli affrescati ed in particolare il magnifico soffitto cinquecentesco affrescato dal Garofalo nella Sala Del Tesoro. Raffigura una finta balconata dalla quale si affacciano diversi personaggi che testimoniano il loro amore nei confronti della musica, dell’arte e della poesia.

In Casa dei Romei, la Sala delle Sibille e dei Profeti, i soffitti lignei, le volte affrescate e l’“Alcova” costituiscono un corpus artistico unico a Ferrara.

Posto a sé per Palazzo dei Diamanti, rinnovata sede che accoglie la grande mostra Rinascimento a Ferrara. Ercole de’ Roberti e Lorenzo Costa, a cura di Vittorio Sgarbi e Michele Danieli.

Siamo davanti ad uno dei monumenti più celebri di Ferrara e del Umanesimo italiano, situato in corso Ercole I d’Este jr, nel Quadrivio degli Angeli, proprio al centro dell’Addizione Erculea. La sua caratteristica principale è il bugnato esterno a forma di punte di diamante, che danno il nome al palazzo. I circa 8.500 blocchi di marmo bianco venato di rosa creano pregevoli effetti prospettici grazie alla diversa conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione in modo da catturare al meglio la luce (ora verso terra, ora centralmente e verso l’alto nel risalire dalla parte inferiore del monumento). Celebri anche le candelabre e le decorazioni fitomorfe d’angolo tradizionalmente attribuite a Gabriele Frisoni un tagliapietre originario di Mantova, mentre la pilastra d’angolo sopra al balconcino, venne rifatta dallo scultore ferrarese Gaetano Davia.

Il piano nobile del Palazzo accoglie la Pinacoteca (Museo Nazionale) nelle sale comprendenti il magnifico salone d’onore e l’appartamento cinquecentesco di Virginia de’ Medici, offre una notevole rassegna di quadri rinascimentali. Alle opere di maestri come Cosmè Tura, Ercole de’ Roberti e di altri artefici dell’Officina Ferrarese, si affiancano l’imponente Polittico Costabili, eseguito dal Garofalo e da Dosso Dossi, e i dipinti del Bastianino, con i quali si chiude l’epoca estense a Ferrara.

Una ulteriore tappa è d’obbligo per chi vuole approfondire la conoscenza della Ferrara Rinascimentale, quella al Museo della Cattedrale di Ferrara, nella ex Chiesa di San Romano. Qui, accanto a capolavori pittura e di scultura medievale (come le formelle raffiguranti i Mesi), si ammirano opere rinascimentali, a partire dalla Annunciazione e San Giorgio e il Drago, capolavoro assoluto di Cosmè Tura, capofila della scuola ferrarese quattrocentesca, e la Madonna della Melagrana, statua in marmo di Carrara dell’artista senese Jacopo della Quercia.

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