La Turchia è attraversata da numerosi sistemi di faglia, il terremoto odierno è in un’area ad alta pericolosità

“La Turchia si trova in una zona altamente sismica attraversata da numerosi sistemi di faglia: l’area interessata dal terremoto di questa notte è considerata a pericolosità sismica  molto elevata”. Lo spiegano i sismologi dell’Istituto Nazionale  di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che hanno redatto e appena  pubblicato il Modello di Pericolosità a scala mondiale prodotto da Gem.

“L’origine del sisma è nella spinta della placca arabica verso Nord”, ha detto la sismologa Aybige Akinci, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

“Il terremoto è avvenuto sulla faglia chiamata Est Anatolia: è una faglia trascorrente molto nota e molto attiva, che si estende per circa 500 chilometri nella zona orientale del Paese” e che recentemente ha provocato terremoti importanti, come quello di magnitudo 6.1 nel 2010 e quelli di magnitudo 6.4 e 6.8 nel 2003 e nel 2005. In generale, ha proseguito l’esperta, “sappiamo che la Turchia è una zona altamente sismica”.

“La faglia Est Anatolica è nel punto triplo nel quale convergono il blocco anatolico, quello arabico e quello africano”, ha detto all’Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv)

l’Ing. Carlo Doglioni spiega “È come se la Turchia si fosse mossa verso Sudovest e e l’Arabia verso Nordest”, questa notte. “La placca araba si è mossa di circa 3 metri lungo una direzione Nordest-Sudovest rispetto alla placca anatolica; parliamo di una struttura nell’area di confine tra questo mondo, quello della placca araba, con quello della placca africana”, spiega in una intervista al Corriere della Sera. “La faglia si è attivata per 150 chilometri con uno spostamento di almeno tre metri. È successo tutto in pochissimi secondi, irradiando questo terremoto di magnitudo di 7.9. Parliamo di una zona altamente sismica, una delle zone più pericolose del Mediterraneo. Nei secoli scorsi ci sono stati terremoti estremamente violenti.

Il catalogo strumentale dei terremoti registra dal 1900 a oggi oltre 300 sismi di magnitudo maggiore di 4, il più importante dei quali di magnitudo 6,8.

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