Colpite “duramente le famiglie, soprattutto quelle meno agiate dall’alto livello di inflazione”, Ignazio Visco

“Nell’area dell’euro l’alto livello raggiunto dall’inflazione colpisce duramente le famiglie, soprattutto quelle meno agiate, che spendono una parte consistente del loro reddito per l’acquisto di beni alimentari ed energetici e costituisce un onere pesante per le imprese, che vedono erodere la loro competitività. Anche a seguito di queste dinamiche, le prospettive di crescita per l’area si sono deteriorate”, ha spiegato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, al 29° Congresso ASSIOM FOREX . .

“L’invasione russa dell’Ucraina ci ha costretto ad affrontare una fase congiunturale molto difficile, connotata da un’incertezza estremamente elevata”.

“In questa fase il compito della banca centrale è particolarmente delicato. Le decisioni del Consiglio direttivo della BCE attuate sin dalla fine del 2021 sono state volte a contrastare il pericolo che l’elevata inflazione si traslasse sulle aspettative e che si avviasse una rincorsa tra prezzi e salari. L’azione dovrà proseguire continuando a ricercare il giusto equilibrio tra il rischio di fare troppo poco, lasciando l’inflazione elevata per un periodo di tempo eccessivo, tale da incidere sulle aspettative e sulla stabilità monetaria, e quello di fare troppo, portando a una caduta del reddito e dell’occupazione e compromettendo la stabilità finanziaria, con ricadute non meno gravi sull’andamento dei prezzi. Bilanciando questi due rischi, l’altro ieri il Consiglio ha deciso di innalzare i tassi ufficiali di 50 punti base, ha annunciato l’intenzione di aumentarli della stessa misura in marzo e ha segnalato che il ritmo di eventuali ulteriori rialzi sarà valutato successivamente. Ha confermato che le future decisioni sui tassi di interesse continueranno a essere adottate sulla base delle nuove evidenze rilevanti per le prospettive d’inflazione.

L’onere di affrontare i molteplici risvolti di questa crisi non può però ricadere, come è avvenuto spesso in passato, sulla sola politica monetaria. Quaranta anni fa, nelle Considerazioni finali sul 1981, il Governatore Ciampi ricordava che “la stabilità monetaria è una responsabilità comune, un bene mai definitivamente acquisito”. Era vero allora nel nostro paese, è vero oggi nell’area dell’euro: in una fase di forte incertezza le scelte di tutti gli attori, autorità europee, governi nazionali e parti sociali, devono essere tra loro coerenti, tenendo conto del contributo che l’azione di ciascuno fornisce al risultato finale.

In Italia la politica di bilancio può continuare a mitigare gli effetti dei rincari dell’energia redistribuendo risorse, con interventi mirati e temporanei, a favore delle famiglie e delle imprese più colpite. Vanno evitati invece slittamenti ripetuti nel processo di consolidamento dei conti pubblici, che accrescerebbero l’onere dell’aggiustamento a carico delle generazioni future, già gravate del peso di un debito pubblico molto elevato.

Prudenza e responsabilità nella conduzione delle finanze pubbliche dovranno essere accompagnate da determinazione ed efficacia nella realizzazione degli investimenti e delle riforme previste nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, utilizzando appieno le risorse del programma Next Generation EU. Il successo nella transizione verde e in quella digitale su cui fa perno il Piano può produrre un doppio dividendo in termini di maggiore crescita economica e minore differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli degli altri principali paesi europei, che renderebbe meno difficile ridurre il peso del debito sul prodotto. Ma il conseguimento di una crescita che sia anche duratura ed equilibrata non potrà prescindere da una efficiente allocazione delle risorse e da una sempre migliore offerta di servizi alle imprese e alle famiglie, all’economia reale per la quale il contributo degli intermediari e dei mercati finanziari è e resterà fondamentale”. 

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