Bollette a 28 giorni: la Corte Europea le dichiara illegittime

Una importante pronuncia è arrivata dall’Avvocato generale della Corte di Giustizia Ue (Nicholas Emiliou) che ha dato ragione a chi ha fatto ricorso, confermando la piena legittimità degli interventi adottati dall’Autorità per le Comunicazioni (Agcom) nei confronti delle compagnie telefoniche.

Lo rende noto il Codacons, unica associazione ad essere intervenuta a tutela degli utenti italiani in tutti i procedimenti aperti prima dinanzi a Tar e Consiglio di Stato, e ora dinanzi alla Corte Ue.

Cosa è successo

A partire dal 2015 le compagnie telefoniche hanno modificato i piani tariffari per la telefonia adottando la fatturazione a 28 giorni, una strategia che introduceva una nuova mensilità a carico dei consumatori e un rincaro dei costi dell’8,6%. Una pratica denunciata dal Codacons e successivamente bocciata dall’Agcom che impose il ritorno alla fatturazione su base mensile e l’obbligo in capo agli operatori telefonici di indennizzare gli utenti, con una serie di delibere impugnate dalle compagnie prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, che ha deciso di interrogare la Corte di giustizia Ue per accertarsi del fatto che l’Autorità avesse agito nel rispetto della legge e che gli obblighi imposti alle compagnie telefoniche non fossero in contrasto con i principi europei sulla libera circolazione dei servizi (artt. 49 e 56 TFUE) e con i principi di proporzionalità, non discriminazione e parità di trattamento.

L’Avvocato generale della Corte Europea ha presentato ora le proprie conclusioni (pubblicate al link https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:62020CC0468&from=EN ) suggerendo alla Corte stessa di ritenere legittime le delibere AGCOM in quanto la protezione dei consumatori, quale settore di competenza concorrente tra Unione europea e Stati membri, ben può essere perseguita a livello nazionale in relazione ad aspetti ulteriori e diversi rispetto a quelli contemplati dal quadro armonizzato specialmente se si tratta di tutelare consumatori vulnerabili. Neppure può ritenersi che le disposizioni nazionali siano tali da limitare la libera circolazione dei servizi – si legge nelle conclusioni dell’Avvocatura – perché la delibera si è limitata ad introdurre una modifica del tutto marginale, che impone agli operatori di tornare al periodo standard per le offerte e per la fatturazione già previsto in precedenza.

Cosa succede ora

Occorre ora attendere la pronuncia definitiva della Corte di Giustizia che, se confermasse le conclusioni dell’Avvocato generale, condurrebbe a rafforzare la legittimità delle delibere Agcom riconoscendo definitivamente gli illeciti commessi dalle compagnie telefoniche e l’obbligo di indennizzare i milioni di utenti telefonici danneggiati dalla fatturazione a 28 giorni – conclude il Codacons.

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