Codici: a Milano ostacoli preoccupanti per le azioni collettive

Chiesto un incontro con i vertici del Tribunale e l’intervento del Ministero.

Tribunale di Milano, Corte di Appello di Milano e Ministero della Giustizia. Sono i destinatari delle lettere che l’associazione Codici ha deciso di inviare per richiamare l’attenzione su una questione che ha assunto connotati preoccupanti. Nella missiva inviata al Presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia, al Presidente della Corte di Appello di Milano, Giuseppe Ondei, al Presidente della Seconda Sezione Civile della Corte di Appello di Milano, Maria Caterina Chiulli, ed al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, viene sottolineata la linea di condotta del Palazzo di Giustizia sulle azioni collettive promosse per tutelare i consumatori.

“La nostra associazione è da sempre impegnata nella tutela dei cittadini, utenti e consumatori – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, promuovendo iniziative che mirano a salvaguardare i loro diritti. Un’attività che si articola anche attraverso il ricorso alle azioni collettive, così come auspicato dalla normativa europea in tema di tutela del consumatore. In virtù della posizione del Tribunale di Milano, sede di numerosissime imprese, alcune delle azioni collettive promosse dalla nostra associazione sono state introdotte lì, trovando sistematicamente ostacoli e rigetto delle domande. Ci riferiamo alle iniziative promosse nei confronti di Sixthcontinent, piattaforma finita sulle cronache nazionali per il coinvolgimento di migliaia di consumatori che non sono più riusciti ad utilizzare i crediti maturati, per il caso U-Mask, le mascherine antiCovid famose non solo perché indossate dai vip ma anche per i dubbi sulla reale efficacia delle stesse a livello sanitario tanto da far scattare l’intervento del Ministero della Salute con lo stop alla commercializzazione di due modelli, nei confronti di Ryanair, per il mancato rimborso ai passeggeri dei voucher scaduti, ed infine per tutelare gli abbonati di Eleven Sports, piattaforma streaming che ha creato problemi a tanti a causa di disservizi nella visione degli eventi, soprattutto calcistici. La linea di condotta assunta dal Tribunale di Milano sta rendendo impossibile esercitare uno strumento che, invece, rappresenta una difesa importante e preziosa per i consumatori. Rigetti che inficiano l’operato dell’associazione con motivazioni che sembrano orientate ad inibire l’uso dello strumento di classe. Anche altre associazioni si sono trovate nella stessa situazione. Per questo abbiamo deciso di chiedere un incontro con i vertici del Palazzo di Giustizia di Milano per approfondire la questione e di portare il caso all’attenzione del Ministro chiedendo un intervento di sensibilizzazione su un tema che riteniamo estremamente delicato”.

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