“La Corte Costituzionale non confonda i profitti di Big Pharma con l’interesse pubblico”, Avv. Mauro Franchi

“Il 30 novembre non si decide solo sulla legittimità dell’obbligo vaccinale. Infatti, i giudici dovranno chiarire, in particolare, a quali condizioni l’interesse collettivo può prevalere sul diritto della singola persona”, così scrive l’avvocato Mauro Franchi, membro di Praesidium, osservatorio giuridico costituito in Parma per la tutela dei diritti costituzionali dei cittadini

.”Il tema è stato più volte affrontato dalla Corte: recentemente anche con la nota Sentenza 5/2018 sulle “vaccinazioni Lorenzin”, ma sarà inevitabile ridiscuterne ancora.

È ovvio che debbano sussistere situazioni tali per cui il diritto dell’individuo cede rispetto all’interesse collettivo: basti pensare, ad esempio, alla privazione della libertà personale a seguito di condanna penale.

Ma il tema, così come si pone attualmente, assume una dimensione centrale per il futuro di ogni individuo, anche per scelte che nulla avranno a che fare con i vaccini.

Si pensi, ad esempio, all’adozione di regimi di controllo digitale dei nostri dati, biometrici e non, sempre più invasivi e condizionanti l’esercizio di diritti basilari dell’individuo.

Oggi, il mantra che viene ideologicamente ripetuto, anche dalle più alte cariche istituzionali dello stato è che l’interesse collettivo deve ritenersi sempre superiore a quello individuale.

Ma la prevalenza dell’interesse collettivo sul diritto del singolo è tutt’altro che un punto fermo nel mondo del diritto.

Secondo la più valente dottrina costituzionalistica, esiste un nucleo centrale di diritti che, invece, deve essere considerato incomprimibile.

Questo basilare principio è espresso, in particolare, nell’art. 2 della nostra Costituzione, il quale afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo.

Anche il successivo articolo 13 proclama l’inviolabilità della libertà personale, assumendo, in tal caso, questo diritto una dimensione ben più ampia rispetto alla semplice libertà fisica; si tratta di una libertà esistenziale globale che ne include molte altre: fra cui il diritto alla libera determinazione e riservatezza, ad esempio.

Ma quali sono questi diritti fondamentali dell’individuo e, quindi, inviolabili?

Si tratta un un elenco aperto:

  • Il diritto alla propria vita;
  • Il diritto alla propria coscienza;
  • Il diritto al benessere psico fisico;
  • Il diritto alla propria dignità;
  • Il diritto alla propria libertà;
  • Il diritto alla propria privacy;
  • Ecc.

Si tratta di diritti naturali, pre giuridici, la cui esistenza non dipende da norme che li riconoscano.

Si tratta di diritti esistenziali che fondano l’essere dell’individuo.

Nei confronti di questi diritti fondamentali, l’interesse collettivo non può prevalere.

Non si vuole mettere in discussione il fatto che in società complesse come le nostre, in talune specifiche situazioni, alcuni di questi diritti debbano subire regolamentazioni o limitazioni.

Ma è altrettanto chiaro che, trattandosi di diritti fondamentalissimi, essi non possono che essere limitati, ove veramente indispensabile, solo per lo stretto necessario.

Invece, sta prendendo sempre più forza, grazie anche alla indifferenza ed inconsapevolezza delle persone, il pensiero ideologico, tale per cui questi diritti possano essere sempre affievoliti ogni qual volta si decida che un determinato intervento, anche se non giustificabile da un punto di vista sociale o scientifico, debba essere attuato perché utile ad un non meglio precisato interesse collettivo, o, forse, sarebbe più opportuno dire, perchè asservito ad evidenti interessi economici.

La vicenda Covid 19 sottolinea molto bene come l’interesse economico di Big Pharma sia stato barattato per interesse collettivo, soggiogando, così, la vita di miliardi di persone.

Le scelte attuate durante la gestione della pandemia non possono che allarmare. Con il dichiarato intento di coercire la popolazione alla vaccinazione, e sulla base di affermazioni pseudo scientifiche rivelatesi poi false:

  • le persone sono state private del lavoro, mettendo, così, a repentaglio la loro esistenza e quella dei loro famigliari;
  • gli anziani sono stati segregati nelle RSA con impedimento di visita ai loro familiari;
  • ai genitori è stato impedito di accompagnare i propri figli ai nidi ed a scuola;
  • agli studenti universitari è stata impedita la frequenza dei corsi, se non vaccinati;
  • gli studenti a scuola hanno subito pesanti condizionamenti, pressioni e discriminazioni, pur di spingerli alla vaccinazione;
  • ai ragazzi è stato impedito di fare sport e salire sugli autobus, se non vaccinati;
  • il diritto di libera circolazione è stato limitato in modo arbitrario e senza atti aventi forza di legge;
  • alle persone è stato precluso di accedere ai pubblici esercizi se non muniti di green pass;
  • le attività economiche hanno subito pesanti lockdown in modo disennato;
  • i mezzi di informazione hanno subito pesantissimi condizionamenti;
  • è stata criminalizzata e repressa la libera manifestazione del pensiero e del dissenso.

Queste misure, drammaticamente liberticide, costituiscono, purtroppo, un pericoloso precedente, venendo a costituire un modello da replicare in futuro per la gestione della massa.

E se tutto ciò non bastasse, per capire ulteriormente quanto mai sia concreto il rischio che corrono i nostri diritti, basti pensare al ferreo regime di controllo globale sui cittadini realizzato in Cina, con la limitazione di diritti fondamentali nell’ipotesi in cui il cittadino non rispetti i diktat governativi.

Innoltre occorre anche tenere presente quanto ormai viene da anni perpetrato pure in occidente, con la globalizzazione digitale, evidente presupposto per un sempre più pervadente controllo sociale.

Già oggi, senza lo Spid, ovverosia il Sistema Pubblico di Identità Digitale, non è possibile fruire di prestazioni e, quindi, esercitare diritti.

Orbene, se tutto ciò è vero, allora, ecco che si può meglio comprendere come sul tavolo dei giudici costituzionali sia pendente una questione che va ben oltre l’obbligo vaccinale.

Le decisioni che la Corte Costituzionale prenderà il 30 novembre prossimo avranno, con ogni probabilità, un effetto impattante determinante sulle nostre vite per gli anni futuri, tenuto conto che i giudici dei tribunali dovranno adeguarsi ad esse.

Riteniamo, quindi, di assoluta e vitale importanza a che i cittadini manifestiono proprio ai giudici della Corte la loro più che legittima aspettativa.

Si tratta dell’aspettativa che essi esercitino con la massima attenzione e senso di responsabilità la propria funzione di garanti della Costituzione.

Per dare forza, quindi, a questa azione di sollecitazione nei confronti della Corte, abbiamo lanciato, per conto del Sindacato d’Azione una PETIZIONE ALLA CORTE COSTITUZIONALE per non lasciare che l’ultimo baluardo alla nostra libera esistenza venga abbattuto”.

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