Ministero per la sovranità alimentare: un modo per difenderci dalle politiche europee?

Il ministero per la sovranità alimentare è un modo per difendersi dalle politiche europee, che paiono avere più a cuore il green, il benessere degli animali più di quello delle persone? “Non vuol dire chiudere agli altri, ma seminare e produrre tutto ciò che può produrre un Paese, dando autonomia e un riconoscimento agli agricoltori”, spiega il fondatore di Slow Food Carlo Petrini in una recente intervista al Corriere della Sera.

Fa il paio al “ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire” francese.

“La sovranità alimentare è un modello di gestione delle risorse alimentari che ha come priorità e motore delle proprie politiche non la massimizzazione del profitto economico ma la soddisfazione delle esigenze alimentari delle persone; che promuove un tipo di produzione alimentare sostenibile e rispettosa del lavoro di chi produce il cibo”, , spiega il Post “Punta a incoraggiare le economie alimentari locali, riducendo la distanza tra fornitori e consumatori, lo spreco e la dipendenza da società distanti dai luoghi in cui il cibo viene prodotto. In altre parole, la sovranità alimentare si propone di dare il controllo delle risorse alimentari soprattutto a chi le produce, le distribuisce e le consuma anziché a grandi aziende che le utilizzano come mezzo per arricchirsi.

Il concetto di «sovranità alimentare» fu coniato per la prima volta nel 1996 da Via Campesina, un’organizzazione internazionale non governativa composta da decine di piccole e medie organizzazioni di contadini, donne provenienti da aree rurali e da comunità indigene di oltre 80 paesi. Fondata nel 1993, Via Campesina si impegna per un’agricoltura sostenibile, non basata sullo sfruttamento dei territori e delle persone e non dominata da grandi imprese multinazionali interessate unicamente ad utilizzare le risorse alimentari come mezzo per accrescere i propri profitti.

Nel corso degli anni il concetto di «sovranità alimentare» è stato ripreso e diffuso da molte altre organizzazioni, tra cui le Nazioni Unite. Non esiste una definizione unanime o trasversalmente condivisa di questo concetto, ma per capire cosa significa può essere utile riferirsi alla definizione data dall’organizzazione non governativa canadese Food Secure Canada, riportata anche dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO)”.

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