Il fallimento della Chiesa di fronte alla pandemia. L’analisi di Fulvio Di Blasi

Il fallimento della chiesa in questi tempi di pandemia è evidente per Fulvio di Blasi. Ne parla nel suo ultimo libro,Vaccino come atto d’amore?: Epistemologia della scelta etica in tempi di pandemia (Etica applicata). “Parlo di una chiesa che si allinea e si allea col potere politico o economico, scambiando il proprio ministero soprannaturale per un servizio assistenziale alle politiche dubbie o opinabili dei regnanti di turno. Parlo di una chiesa che sta zitta di fronte alla demagogia e alla disinformazione. Parlo di una chiesa indifferente alla persecuzione di tanti giusti. Parlo di una chiesa che discrimina e genera conflitti tra i propri fedeli a vantaggio delle politiche transitorie di governanti utilitaristi. Parlo di una chiesa che ha stravolto le sue priorità e gerarchie valoriali. Ma dove sono gli atei e gli anticattolici che gridano sempre al presunto oscurantismo medievale in questi giorni in cui il potere spirituale e il potere temporale sembrano camminare inspiegabilmente a braccetto?”, scrive.

“In un contesto in cui l’argomento della pandemia gode di un totale monopolio mediatico mondiale, fece immediato scalpore un videomessaggio di Papa Francesco del 18 agosto 2021 in cui diceva che «vaccinarsi è un atto di amore». A differenza di Gesù Cristo, questo messaggio non è stato un segno di contraddizione per l’umanità, che anzi lo ha accolto con enorme euforia facendolo immediatamente rimbalzare virtualmente in tutti i media del mondo.

Nella battaglia in corso tra i cosiddetti pro-vax e no-vax, dove i primi godono dell’appoggio della politica e dell’informazione pubblica mentre i secondi comprendono tante persone normali con dubbi etici sui vaccini, l’invito del Papa si è subito tradotto nell’arma perfetta contro i no vax. Questa minoranza si è trovata immediatamente sotto un assedio ormai benedetto dal Papa ed è stata insultata e perseguitata come non mai.

I presunti no-vax (che no-vax per lo più non sono, ma l’etichetta, si sa, è un arma appetitosa) sono stati definiti egoisti, immorali, imbecilli, ignoranti, sorci da rinchiudere nelle loro tane, nemici della società, terroristi, persone da stanare e perseguire, a cui rifiutare le cure e l’assistenza del sistema sanitario nazionale, e ancora, da tassare, licenziare, ostracizzare e di cui perfino auspicare una morte dolorosa e umiliante, liberatoria per la società e per chi, con il vaccino, ha compiuto il suo atto di amore.

Per questi soggetti perseguitati, umiliati e offesi non c’è stata alcuna parola di conforto da parte della chiesa, che semmai ha unto e consacrato i persecutori grazie all’innalzamento di quella opinione personale del Pontefice a verità etica universale. Perfino molte diocesi e parrocchie hanno avviato politiche di discriminazione e umiliazione contro questi “criminali” (privi oltretutto di giusto processo) limitandone la partecipazione alle attività ecclesiali e perfino alle celebrazioni liturgiche.

Io stesso ho potuto toccare con mano l’acredine e gli insulti di molti uomini di chiesa contro presunti no-vax che cercavano di ragionare con loro. Ma Cristo non sta con chi è perseguitato e oppresso? L’etica cristiana non sta nel ragionamento onesto delle persone di coscienza? Per chi ha seguito sui media e sui social network i dibattiti su Covid e vaccini, l’odio generato da quell’affermazione del Papa, usata, ripeto, come arma contro i dubbiosi, è stato così evidente da suscitare un’impressione surreale. Per i più saggi e intelligenti è aumentata la frattura dolorosa tra le istituzioni ecclesiali e la vera fede.”

“La più grande autorità religiosa del mondo” ha detto “che vaccinarsi è un atto di amore, dando così l’assist alle autorità politiche per proclamare che vaccinarsi è un dovere civico. A questo punto, il povero fedele cattolico che ha dubbi sul vaccino, e che è anche un buon cittadino, è accerchiato. Il suo dubbio è quindi un atto di egoismo? È una tentazione del demonio? È un atto contrario al bene comune? Oltre alla propria autorità religiosa e a quella politica, si trova al contempo discriminato e perseguitato da tutti con la complicità dei media mainstream. È diventato il cattivo da mettere alla berlina come egoista e nemico del bene comune, con la benedizione del Papa e dei Presidenti. Tutto ciò è inaccettabile e, nel mio piccolo, richiedeva almeno di mettere al servizio di questi giusti perseguitati le mie competenze professionali.”

Tratto da “Vaccino come atto d’amore?: Epistemologia della scelta etica in tempi di pandemia (Etica applicata)” di Fulvio Di Blasi). Lo si può trovare anche su Amazon.

 

Per non dimenticare: Papa Francesco: “vaccinarsi è un atto d’amore”.

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