Il Belgio si è astenuto dal voto sulle sanzioni europee alla Russia

Il Belgio si è astenuto nel voto in sede europea per rinnovare le sanzioni alla Russia. il voto è segreto, l’astensione del Belgio si è risaputa solo quando il primo ministro Alexander De Croo l’ha rivelata, seppure in ritardo, ai giornali. Il Belgio teme le conseguenze delle misure che interessano il settore siderurgico, ha confermato giovedì sera il premier Alexander De Croo, a margine di un incontro della Comunità politica europea a Praga.

“Un passo che nemmeno l’Ungheria aveva mai fatto e che arriva dopo una serie di commenti del Governo sulle difficoltà del prossimo inverno, commenta Giorgio Bianchi.

I Paesi dell’Unione Europea hanno votato sull’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che comprende un tetto al prezzo del petrolio esportato da Mosca. Il costo del combustibile, che sarà compreso entro una soglia minima e una massima deve ancora essere definito dall’Unione in collaborazione con gli altri Stati del G7, che adotteranno misure analoghe a livello nazionale.

Il nuovo pacchetto sanziona lo svolgimento di referendum per l’annessione di quattro regioni dell’Ucraina, illegale agli occhi dell’Occidente, così come l’escalation delle tensioni. In particolare, prevede divieti commerciali sull’acciaio russo.

Tra gli altri punti dell’ottavo pacchetto ci sono ulteriori limitazioni al commercio tra Russia e Unione Europea. Non potranno più essere importatidai Paesi Ue alcuni prodotti derivanti dalla lavorazione di acciaio, legno e plastica, ma anche carta, macchinari, sigarette e sostanze chimiche per un valore complessivo di circa sette miliardi di euro, secondo le stime della Commissione.

Vietato esportare, invece, pezzi di ricambio per l’aviazione e altre tecnologie utilizzabili in campo militare, nella speranza di assestare un colpo decisivo all’industria e all’esercito di Mosca. Così come fornire servizi informatici o legali alle aziende russe.

Il pacchetto include pure un divieto per le compagnie assicurative e di navigazione europeedi fornire i propri servizi a quelle petroliere che trasportano carichi da vendere a un prezzo superiore a quello del tetto concordato. In questo modo, il tetto al prezzo del petrolio viene di fatto esteso anche al resto del mondo: se la Russia vorrà venderlo a un costo superiore da quello deciso dal G7 troverà difficoltà nel trasportarlo, vista la supremazia europea nel settore.

In un primo momento Grecia, Cipro e Malta, Stati con grandi interessi nell’industria marittima, erano scettici sulla misura. A questi Paesi sono state promesse compensazionia adeguate in caso di ripercussioni negative sulle rispettive economie.

Ma non tutti sono convinti: Dimitrios Papadimoulis, vicepresidente del Parlamento europeoe rappresentante della sinistra greca, rimane guardingo:

“Gran parte del petrolio russo viene trasportato attraverso navi che appartengono all’industria marittima greca. Ecco perché aspetto di vedere quale sarà l’impatto delle sanzioni, se è in linea con i nostri interessi nazionali. Mi aspetto una risposta non solo dall’industria marittima greca coinvolta in questo business, ma anche dal governo greco che ha approvato le sanzioni”.

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