Vaccini mRNA: per quanto tempo il nostro corpo può produrre la proteina Spike? Un nuovo studio fa luce sull’argomento

“I vaccini mRNA per la malattia di coronavirus-19 (COVID-19) sono i pilastri delle campagne di vaccinazione di massa nella maggior parte dei paesi occidentali. Tuttavia, le condizioni di emergenza in cui si è verificato il loro sviluppo hanno reso impossibile caratterizzarne appieno gli effetti e il meccanismo d’azione”, così parte un nuovo studio sulle conseguenze dei vaccini a mRNA, che possono verificarsi sulle persone.

“Questi prodotti sono stati presentati fin dall’inizio come a sicurezza intrinseca, poiché si credeva che, analogamente ai vaccini convenzionali, dopo l’iniezione intramuscolare, la maggior parte della dose sarebbe rimasta nel muscolo e il resto sarebbe drenato attraverso il sistema linfatico, venendo infine catturato dall’antigene -presentando cellule e cellule B e subendo la completa eliminazione in poche decine di ore al massimo”, così non è stato, almeno per alcuni casi.

“Uno studio pubblicato a maggio 2021 ha documentato per la prima volta la circolazione della proteina S indotta dal vaccino nel sangue di 11 soggetti su 13 già un giorno dopo l’iniezione del vaccino Moderna COVID-19, fino a 150 pg/mL e per circa due settimane dopo l’iniezione”.

“Subito dopo, tuttavia, è stato pubblicato un rapporto che descrive il caso di una donna affetta da trombocitopenia indotta dal vaccino Moderna-COVID-19 e con livelli plasmatici di proteina S di 10 ng/mL indotti dal vaccino 10 giorni dopo la vaccinazione, quindi quasi 100 volte superiori a quelli riportati in precedenza, suggerendo un’eccessiva produzione di proteina S indotta dal vaccino come determinante della tossicità del vaccino”.

“Nel frattempo, sia l’mRNA del vaccino che la proteina S indotta dal vaccino sono stati mostrati nei linfonodi ascellari fino a 60 giorni dopo la seconda dose di entrambi i vaccini Moderna o BioNTech-Pfizer COVID-19, dimostrando così che la produzione endogena della proteina S dopo la vaccinazione può verificarsi per molto più tempo di quanto si pensasse”.

“La proteina S è stata finora identificata in biopsie endomiocardiche di pazienti con miocardite fino a quasi due mesi dopo la vaccinazione COVID-19 , in monociti circolanti di pazienti con sequele post-acute di sintomi simili a COVID-19 (PASC) a seguito di Vaccini COVID-19, nei cheratinociti vescicolari e nelle cellule endoteliali nel derma in un paziente che presentava lesioni cutanee persistenti, dovute alla riattivazione del virus della cella zoster (VZV) oltre tre mesi dopo la vaccinazione COVID-19 e l’mRNA della proteina S era presente nel deltoide destro e nei muscoli quadricipiti di una donna con miosite un mese dopo l’iniezione del BioNTech-Pfizer COVID-19 vaccino mRNA nel muscolo deltoide sinistro”.

Dove trovate lo studio: https://www.mdpi.com/1422-0067/23/18/10881/htm

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