Il tribunale di Siena reintegra una impiegata dell’ospedale non vaccinata: “sanzione sproporzionata”, dovuti gli stipendi non pagati

L’azienda ospedaliera dovrà reintegrarla e pagarle gli stipendi non versati per il periodo che non ha lavorato, il giudice ha reputando sproporzionata a livello costituzionale la sospensione. “La soppressione di ogni forma di sostegno economico per un periodo di tempo consistente e potenzialmente indeterminato determina effetti pregiudizievoli e irreparabili per la soddisfazione delle essenziali esigenze di vita” afferma il giudice, e sul piano lavorativo è “foriera anch’essa di effetti pregiudizievoli e irreparabili”.

A difendere le ragioni dell’ospedale, gli avvocati Nicoletta Silipo e Filippo Frignani. Per la ricorrente l’avvocato Antonio Panella

Ritengo che questa ordinanza sia un precedente fondamentale in materia di obbligo vaccinale, in quanto per la prima volta un giudice ha affrontato la questione dal punto di vista scientifico, oltreché giuridiconel provvedimento, infatti, il dottor Cammarosano ha richiamato studi dai quali emerge l’inefficacia del vaccino ad assicurare alla collettività l’immunità dal pericolo di contagio da Covid-19. Circostanza, quest’ultima, che, pertanto, rende sproporzionata l’adozione di un provvedimento di sospensione per i lavoratori in conseguenza dell’inadempimento di un obbligo inutile, come quello vaccinale. In tutta questa vicenda è davvero inverosimile la posizione dell’azienda, la quale – prosegue – nel giudizio ha dichiarato che non era a conoscenza del possesso del green pass da guarigione da parte della lavoratrice, sebbene la medesima veniva sottoposta quotidianamente al controllo del “certificato verde” da parte del datore di lavoro stesso. In ogni caso, quello che conta è che è stato tutelato il diritto della lavoratrice di ritornare al lavoro e l’Azienda, di conseguenza, dovrà versarle tutti gli stipendi arretrati”, ha commentato l’avvocato della dipendente, Antonio Panella, dalle pagine del Corriere di Siena.

La signora, una impiegata amministrativa dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Senese, si era sottoposta a una prima dose di vaccino, poi ha contratto il Covid a gennaio, e quindi non ha fatto la seconda. Poi a giugno è stata sospesa, dopo l’avviso di aprile, nonostante avesse in dote il green pass rafforzato da guarigione, valido fino a luglio.

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