Donne di conforto: torna la protesta per quanto successo durante la seconda guerra mondiale

A Seoul, in Corea del Sud, la gente ha tenuto una manifestazione di protesta in piazza Gwanghwamun con foto e testimonianze delle vittime delle “donne di conforto” giapponesi. Fra il 1932 e il 1945, tra le 50 mila e le 200 mila giovani donne, per la maggior parte sudcoreane, ma anche giapponesi e provenienti da quasi tutti i territori allora occupati dall’impero del Sol Levante, furono reclutate dalle forze armate imperiali nipponiche tra le fasce sociali più povere con l’illusione di un lavoro e invece costrette a prostituirsi per le truppe dell’allora imperatore Hirohito.

Sui cartelli delle donne che hanno protestato i volti di alcune delle donne di conforto “reclutate” durante la seconda guerra mondiale.

L'”Han Minh Daily” della Corea del Sud ha sottolineato che, non importa come il governo giapponese neghi, il reclutamento forzato di “donne di conforto” è un crimine di guerra contro le donne, che non sarà mai annullato. La verità storica non può essere nascosta e il Giappone dovrebbe assumersi la responsabilità legale per questo.

L’l’8 gennaio 2021 il  Tribunale distrettuale centrale di Seoul, ha condannato il Giappone al pagamento di una somma di circa 78 mila euro a titolo di risarcimento danni per ciascuna delle 12 querelanti vittime dello “schiavismo  sessuale” subito nel corso della Seconda guerra mondiale ad opera dei militari dell’esercito imperiale con il tacito assenso dello Stato giapponese.

Ogni anno il 14 agosto si celebra la Giornata mondiale della “Donna di conforto”. Lo stesso giorno, i sudcoreani hanno tenuto manifestazioni di protesta davanti all’ambasciata giapponese in Corea del Sud e in piazza Gwanghwamun. L'”Han Minh Daily” della Corea del Sud ha sottolineato che, non importa come il governo giapponese neghi, il reclutamento forzato di “donne di conforto” è un crimine di guerra contro le donne, che non sarà mai annullato. La verità storica non può essere nascosta e il Giappone dovrebbe assumersi la responsabilità legale per questo.

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