Elezioni e partiti del dissenso: “marciare separati per poi colpire uniti”, la sfida da vincere

“Marciare separati per poi colpire uniti in parlamento. Per poter realizzare questo progetto serve un patto fondato forte tra queste forte e di alcuni principi unificanti”, spiega a Alessandro Meluzzi a 100 giorni da Leoni.

“Anche qualora si decida di andare separatamente serve una carta fondata che vincoli tutti a una politica di alleanza dopo, e di chiarezza d’intenti prima, che vincoli tutti e che a mio modo di vedere deve partire dall’inviolabilità del corpo, anche come base dell’anima. Quindi no green pass, no vaccini obbligatori, no lockdown, no imposizioni post umane del transumassimo, rifiuto delle politiche di Davos, rifiuto delle politiche di Bill Gates, rifiuto della quarta rivoluzione industriale.

Sono tutte questioni su cui queste forze sono d’accorso, ma senza un programma minimo di base rischiano di finire male.

Nella delusione, questo immenso bacino elettorale, che si è formato in questi anni, rischia di finire direttamente nel water se non ci sarà coesione e ognuno punterà alla percentuale minima per entrare in parlamento.

Sosterrò questo fronte unico del dissenso in formazione”.

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