Danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich durante la guerra, pagherà l’Italia e non la Germania

I danni per i cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich durante la seconda guerra mondiale, li pagherà l’Italia e non la Germania. Lo stabilisce il testo del decreto legge 36, del 30 aprile scorso che, all’articolo 43, introduce una nuova disciplina per il “ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità, in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l’8 maggio 1945”.

“A quasi un decennio dalla sentenza con la quale la Corte costituzionale ha “(ri)aperto la strada” al legittimo accertamento da parte dei giudici italiani dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi dal Terzo Reich sul nostro territorio, il 25 maggio 2022 la Corte d’appello di Roma avrebbe dovuto autorizzare la vendita all’asta di quattro immobili della Repubblica federale tedesca: l’Istituto archeologico germanico, la Scuola germanica, il Goethe Institut e l’Istituto storico germanico, tutti aventi sede a Roma”, spiega Giovanni Boggero in un blog. “Per la prima volta sarebbe, così, stata data soddisfazione attraverso esecuzione forzata alle pretese risarcitorie delle vittime dei crimini nazisti, così come riconosciute da alcune sentenze di accertamento e condanna del giudice ordinario (in particolare: sent. n. 2120/2018 della Corte d’appello di Bologna, cd. Giorgio c. Germania e sent. n. 5446/2020 della Corte d’appello di Roma, cd. Cavallina c. Germania). Senonché, proprio per evitare che tali proprietà, già precedentemente gravate da vincolo pignoratizio e poi da custodia giudiziale, fossero irrimediabilmente compromesse nella loro destinazione pubblicistica, la Repubblica federale tedesca, il 29 aprile scorso, ha presentato un (nuovo) ricorso dinanzi alla Corte internazionale di giustizia (CIG). Nella propria memoria, la Germania ha essenzialmente lamentato il protrarsi della violazione dell’immunità di cui avrebbe dovuto godere (tanto sotto il profilo della giurisdizione cognitiva, quanto sotto quello della giurisdizione esecutiva) dopo la pronuncia resa dalla stessa CIG il 3 febbraio 2012 e ha, perciò, richiesto alla Corte l’indicazione urgente di misure cautelari all’indirizzo dell’Italia.

In disparte i profili processuali e di merito dell’atto di ricorso tedesco, l’analisi qui proposta verte su natura, modalità e contenuti della reazione italiana. Innanzitutto, occorre osservare che il Governo italiano, anziché depositare una propria contro-memoria scritta prima della convocazione dell’udienza pubblica, originariamente fissata dalla Corte per il 9 e 10 maggio scorsi, ha preferito modificare il quadro normativo interno, onde disinnescare immediatamente (quantomeno) la domanda cautelare dello Stato ricorrente”.

Art. 43 
 
Istituzione del Fondo per il ristoro dei danni subiti  dalle  vittime
  di crimini di guerra e contro l'umanita' per la lesione di  diritti
  inviolabili della  persona,  compiuti  sul  territorio  italiano  o
  comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich
  nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l'8 maggio 1945 
 
  1. Presso il Ministero dell'economia e delle finanze  e'  istituito
il Fondo per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini  di
guerra e contro l'umanita' per  la  lesione  di  diritti  inviolabili
della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque  in  danno
di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra  il
1°  settembre  1939  e  l'8  maggio  1945,  assicurando   continuita'
all'Accordo tra la Repubblica italiana e la  Repubblica  Federale  di
Germania reso esecutivo con decreto del Presidente  della  Repubblica
14 aprile 1962, n. 1263, con una dotazione  di  euro  20.000.000  per
l'anno 2023, di euro 11.808.000 per ciascuno degli anni dal  2024  al
2026. 
  2. Hanno diritto all'accesso al Fondo alle condizioni e secondo  le
modalita' previste dal presente articolo e  dal  decreto  di  cui  al
comma 4, coloro che hanno ottenuto un titolo costituito  da  sentenza
passata  in  giudicato  avente  ad  oggetto   l'accertamento   e   la
liquidazione dei danni di  cui  al  comma  1,  a  seguito  di  azioni
giudiziarie avviate alla data  di  entrata  in  vigore  del  presente
decreto, ovvero entro il termine di cui al comma 6. E' a  carico  del
Fondo il pagamento delle spese processuali liquidate  nelle  sentenze
di cui al  primo  periodo.  Resta  ferma,  in  relazione  ai  giudizi
pendenti alla data di entrata in vigore  del  presente  decreto  e  a
quelli instaurati successivamente, sentita l'Avvocatura dello  Stato,
la facolta' di  definizione  mediante  transazione,  che  costituisce
titolo per l'accesso al Fondo. 
  3. In deroga all'articolo 282 del codice di procedura civile, anche
nei procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore del presente
decreto,  le  sentenze  aventi  ad  oggetto   l'accertamento   e   la
liquidazione dei  danni  di  cui  al  comma  1  acquistano  efficacia
esecutiva  al  momento  del  passaggio  in  giudicato.  Le  procedure
esecutive basate sui titoli aventi ad  oggetto  la  liquidazione  dei
danni di cui al comma 1 non possono essere iniziate o proseguite e  i
giudizi di esecuzione eventualmente intrapresi sono estinti. 
  4. Con decreto del  Ministro  dell'economia  e  delle  finanze,  di
concerto con il Ministro degli affari  esteri  e  della  cooperazione
internazionale e con il Ministro  della  giustizia,  da  emanare  non
oltre centottanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, sono stabilite: 
    a) la procedura di accesso al Fondo; 
    b) le modalita' di erogazione degli importi agli aventi diritto; 
    c)  le  ulteriori  disposizioni  per  l'attuazione  del  presente
articolo. 
  5. Il pagamento effettuato con le procedure  previste  al  comma  4
estingue ogni diritto o ragione di  credito  correlata  alle  pretese
risarcitorie per i fatti di cui al comma 1. 
  6.  Fatta  salva  la   decorrenza   degli   ordinari   termini   di
prescrizione, le azioni di accertamento e liquidazione dei  danni  di
cui al comma 1 non ancora iniziate alla data di entrata in vigore del
presente decreto sono esercitate, a pena di decadenza,  entro  trenta
giorni dalla medesima data. La decadenza e' dichiarata d'ufficio  dal
giudice.  Gli  atti  introduttivi  relativi  a  tali   giudizi   sono
notificati  presso  gli  uffici  dell'Avvocatura  dello  Stato,   nel
rispetto dell'articolo 144 del codice di procedura  civile.  Se  tale
notifica e' omessa, il giudice assegna  un  termine  perentorio  alla
parte attrice per l'esecuzione di tale incombente. 
  7. Agli oneri derivanti dal presente  articolo,  valutati  in  euro
20.000.000 per l'anno 2023 ed euro 11.808.000 per ciascuno degli anni
dal 2024 al 2026, si provvede quanto a  euro  10.000.000  per  l'anno
2023 ed euro 5.904.000 per ciascuno  degli  anni  dal  2024  al  2026
mediante  corrispondente  riduzione  del  Fondo  per  far  fronte  ad
esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della  legge
23 dicembre 2014, n. 190, e quanto a euro 10.000.000 per l'anno  2023
ed euro 5.904.000 per ciascuno degli anni dal 2024 al  2026  mediante
corrispondente riduzione del  Fondo  per  interventi  strutturali  di
politica  economica,  di  cui   all'articolo   10,   comma   5,   del
decreto-legge   29   novembre   2004,   n.   282,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307. 

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