Occhio che lacrima: perchè?

L’occhio che lacrima (o epifora) rappresentano una vera e propria patologia: un flusso di lacrime frequente può infatti associarsi ad infezioni del sacco lacrimale.

Questo tipo di disturbo può essere semplicemente conseguenza di una eccessiva produzione di lacrime; nel caso in cui vi sia una fisiologica lacrimazione, la causa è riconducibile ad una possibile ostruzione delle vie lacrimali. Si tratta di una patologia molto frequente che colpisce pazienti di qualsiasi età.

Le cause dell’occhio che lacrima

L’ostruzione o anche un semplice restringimento del dotto naso lacrimale può rappresentare, come anticipato, una delle cause dell’occhio che lacrima.

Ma le ragioni di una iper lacrimazione da parte delle ghiandole lacrimali, possono essere molteplici:

  • Irritazione dell’occhio dovuta al fumo, all’inquinamento, congiuntiviti comuni, allergie
  • Blefarite, infiammazione cronica del bordo palpebrale
  • Alterazione del film lacrimale spesso sussistente in concomitanza con la sindrome dell’occhio secco
  • Ectropion, malposizionamento palpebrale
  • traumi palpebrali di varia natura

E’ la visita oculoplastica che riesce a individuare la patologia e soprattutto se l’epifora sia legata ad un’ostruzione nel sistema lacrimale o ad una iper produzione di lacrime. 

 

Epifora: come intervenire

L’epifora dovuta ad una ostruzione delle vie lacrimali è facilmente risolvibile con un intervento chirurgico finalizzato a creare un nuovo percorso per far defluire le lacrime.

Nel caso in cui l’ostruzione si posizione sotto al sacco lacrimale, è necessaria una terapia antibiotica al fine di evitare le infezioni del sacco.

Uno degli interventi atti a migliorare l’epifora è sicuramente la dacriocistorinostomia: eseguito generalmente con anestesia locale, prevede l’incisione sulla cute a livello della parete laterale del naso con lo scopo di collegare il sacco lacrimale direttamente con la mucosa nasale.

Nella maggior parte dei casi un tubo in silicone di piccole dimensioni viene posizionato e mantenuto per circa un mese dopo l’intervento: tale tubicino serve a conservare la pervietà della comunicazione creata in sede di intervento.

A seguito dell’intervento il paziente affronta rapidamente il suo decorso post operatorio avendo cura di non eccedere con gli sforzi nelle settimane successive, non soffiare il naso ed eseguire la terapia medica consigliata.

L’operazione determina una cicatrice minuscola del tutto trascurabile in una zona d’ombra del volto ossia tra la  radice del naso e l’angolo interno dell’occhio.

Fonte: https://www.nataledigiacomo.it/occhio-che-lacrima/

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