La riforma delle pensioni tiene bloccati al lavoro 1,7 milioni di over 55 in più rispetto a 10 anni fa

Le statistiche e i dati non mentono. Al lavoro sempre piùanziani. In Italia lavoravano nel 2021 in media 4 milioni 588mila persone tra i 55 e i 64 anni con un aumento di 1 milione 775mila unità rispetto a 10 anni prima. Lo rivela l’Eurostat.

A seguito alle riforme che hanno aumentato l’età di accesso al pensionamento e all’andamento demografico in Italia lavorava nel 2021 il 53,4% delle persone tra i 55 e i 64 anni con un aumento di 15,9 punti percentuali. Il dato è ancora più evidente per le donne (+16,1 punti, dal 27,9% al 44%).

Nel 2001, secondo i dati basati sulle regole precedenti, le persone tra i 55 e i 64 anni occupate erano 1,88 milioni, circa 2,7 milioni in meno delle persone con la stessa età nel 2020. Il tasso di occupazione era al 28% ed appena al 16,2% per le donne (10 punti in meno della media Ue).

Se quindi nel 2001 al lavoro si trovavano circa quattro giovani con meno di 35 anni a fronte di un lavoratore con oltre 55 anni (1,8 milioni di anziani a fronte di 8,3 milioni di giovani, dati considerati con le vecchie regole) nel 2021 le quantità quasi si equivalgono con 4 milioni 929mila giovani tra i 15 e i 34 anni a fronte di 4 milioni 588mila lavoratori tra i 55 e i 64 anni. Il crollo non è solo legato all’andamento demografico. Se nel 2001 le persone tra i 15 e i 34 anni al lavoro erano il 54,1% della propria fascia di età nel 2020 erano il 39,8% dato risalito (secondo le nuove regole) al 41% nel 2021.

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