Gli aumenti indiscriminati mettono a rischio anche il futuro di milioni di rifugiati in Africa orientale

UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, e Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme/WFP) lanciano l’allarme per milioni di famiglie in fuga in tutta l’Africa orientale che patiranno ancora di più la fame. In un mondo alle prese con un cocktail micidiale di conflitti, stravolgimenti climatici, pandemia di Covid-19 e aumento vertiginoso dei costi di carburanti e beni alimentari, le derrate stanno infatti diminuendo a causa dell’esaurirsi delle risorse a disposizione delle agenzie umanitarie.

Nonostante gli sforzi volti a ottimizzare le risorse tramite schemi basati sulle priorità, , il che significa che l’assistenza alimentare è prioritaria per le famiglie più vulnerabili, tanto il numero di rifugiati bisognosi di aiuti quanto il divario tra disponibilità di risorse ed esigenze sono aumentati. Negli ultimi dieci anni il numero di rifugiati presenti in Africa orientale è quasi triplicato, passando dagli 1,82 milioni del 2012 ai quasi 5 milioni di oggi, 300.000 dei quali sono persone fuggite nel corso del 2021 soltanto.

All’aumento del numero di rifugiati non è corrisposto un aumento delle risorse, situazione che ha costretto il WFP a prendere decisioni difficili, dovendo selezionare i beneficiari a cui assicurare assistenza alimentare. Oggi, oltre il 70 per cento dei rifugiati bisognosi di aiuto non riceve la propria razione di generi alimentari a causa della carenza di fondi.

“Rifugiati e sfollati interni pagano in prima persona i tagli alle razioni alimentari, carenza che aggrava la situazione già disperata di milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie case e che spesso fanno affidamento sugli aiuti per poter sopravvivere”, ha dichiarato Clementine Nkweta-Salami, Direttrice del Bureau Regionale dell’UNHCR per Africa orientale, Corno d’Africa e regione dei Grandi Laghi. “Un crescente numero di bambini di età inferiore a cinque anni sta patendo elevati livelli di deperimento e di arresto della crescita, non potendo assumere sostanze nutrienti fondamentali per la crescita e per lo sviluppo”.

“Le famiglie non sanno dove si procureranno il prossimo pasto e si stanno indebitando fortemente, svendendo i propri averi o mandando i figli a lavorare”, ha aggiunto Nkweta-Salami. “Il rischio di violenza domestica sta aumentando. Per impedire che le persone restino esposte a pericoli e per proteggerle da rischi seri è necessario che le loro esigenze alimentari siano soddisfatte adeguatamente”.

Al netto incremento dei costi di beni alimentari e carburanti e agli esodi causati dai conflitti, si accompagna il peggioramento della crisi climatica. In tutto il mondo, alluvioni e siccità stanno divenendo più frequenti e intense, producendo effetti devastanti su Paesi come Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan e Sudan, e aggravando le situazioni caratterizzate da insicurezza alimentare.

“La triste realtà è che l’Africa orientale deve far fronte a un anno segnato da esigenze umanitarie senza precedenti, causate da profondi stravolgimenti climatici, instabilità e conflitti incessanti, e aumento dei prezzi di beni alimentari e carburanti”, ha dichiarato Michael Dunford, Direttore Regionale WFP per l’Africa orientale.

“L’aumento delle necessità in quest’area non fa che riflettere ciò che vediamo accadere nel resto del mondo. Preghiamo la comunità internazionale di non voltare le spalle a questa regione e, in particolare, alle comunità di rifugiati estremamente vulnerabili che hanno accesso limitato ai mezzi di sostentamento e fanno affidamento sul WFP per sopravvivere”.

È probabile che non si registreranno grandi miglioramenti nel corso del 2022, dal momento che tra gli effetti collaterali provocati dal conflitto in Ucraina ci sarà un’ondata di carestie che aggraverà ulteriormente i problemi esistenti, quali quello dei costi record dei generi alimentari. I rifugiati rappresentano una delle popolazioni più vulnerabili e saranno tra i primi a patire gli effetti dell’aumento dei costi, in una fase in cui le comunità stanno ancora risentendo delle conseguenze socioeconomiche di due anni di pandemia di COVID-19.

Il WFP chiede 226,5 milioni di dollari per fornire razioni complete ai rifugiati presenti in Africa orientale nel periodo da aprile a settembre 2022.

Nota alle redazioni:

Burundi: Sono più di 86.000 i rifugiati accolti in Burundi, la maggior parte fuggita dalla RDC.  Ad aprile, il WFP ha assicurato razioni complete a 54.000 rifugiati. Tuttavia, i finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 64 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 6 milioni di dollari.

Gibuti: Sono quasi 35.000 i rifugiati accolti in Gibuti. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 92 per cento per coloro che ricevono razioni in natura, mentre non si registrano riduzioni per quanti ricevono aiuti in contanti. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 45 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 2,9 milioni di dollari.

Etiopia: Sono oltre 837.000 i rifugiati e i richiedenti asilo accolti in Etiopia, provenienti principalmente da Sud Sudan, Somalia ed Eritrea. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 60 per cento delle razioni a causa dei vincoli di finanziamento. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco dell’82 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 87,7 milioni di dollari.

Kenya: Sono quasi 547.000 i rifugiati e i richiedenti asilo presenti in Kenya. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 50 per cento delle razioni per coloro che vivono nei campi di Dadaab e di Kakuma e al 60 per cento per coloro che vivono in quello di Kalobeyei. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 53 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 73,1 milioni di dollari.

Ruanda: Sono circa 122.000 i rifugiati che ricevono assistenza umanitaria in Ruanda. La carenza di finanziamenti, a partire da maggio 2021 ha comportato la necessità di introdurre uno schema basato sulla priorità delle esigenze, grazie al quale i rifugiati fortemente vulnerabili attualmente ricevono il 92 per cento delle razioni e i rifugiati moderatamente vulnerabili il 46 per cento. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 55 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 13,9 milioni di dollari.

Sud Sudan: Pur essendo uno dei Paesi più poveri e maggiormente colpiti dagli effetti dei conflitti della regione, il Sud Sudan accoglie quasi 340.000 rifugiati e richiedenti asilo. La maggior parte vive in condizioni di povertà estrema e ha accesso limitato a opportunità di sussistenza. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 50 per cento delle razioni a causa dei vincoli di finanziamento. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 36 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 62,9 milioni di dollari.

Sudan: Sono oltre 1,1 milioni i rifugiati accolti in Sudan, provenienti soprattutto dal Sud Sudan. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 100 per cento delle razioni. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 64 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 47,8 milioni di dollari.

Tanzania: Sono oltre 248.000 i rifugiati in Tanzania. Il sostegno fornito ai rifugiati dal WFP è attualmente implementato al 68 per cento delle razioni a causa dei vincoli di finanziamento. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 43 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 21 milioni di dollari.

Uganda: Con quasi 1,6 milioni di rifugiati e richiedenti asilo, l’Uganda accoglie il più elevato numero di rifugiati di tutta l’Africa e il terzo su scala mondiale. La carenza di finanziamenti, a partire da ottobre 2021 ha comportato la necessità di introdurre uno schema basato sulla priorità delle esigenze rilevate su base geografica, grazie al quale i rifugiati che vivono nei campi dell’Uganda nord-occidentale ricevono il 70 per cento delle razioni mentre altri ne ricevono il 60 o il 40 per cento, a seconda della località. I finanziamenti dell’attività fanno registrare un ammanco del 51 per cento per il periodo aprile-settembre 2022, con un requisito di finanziamento netto di 74,9 milioni.

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