Attacco alla Caritas a Mariupol: morte due operatrici nel bombardamento

Nel bombardamento morte 7 persone, tra cui 2 operatrici. Gualzetti: «Vicini ai nostri colleghi, che rischiano la vita per aiutare le vittime della guerra».

Dolore, costernazione, condivisione nella preghiera. Con questi sentimenti Caritas Ambrosiana si unisce alla rete internazionale Caritas, nell’esprimere condoglianze e vicinanza a Caritas Ucraina e Caritas Mariupol, colpite dall’uccisione di due operatrici, insieme a loro cinque parenti. Il fatto risale verosimilmente al 15 marzo, ma l’impossibilità di accedere alla città martire dell’Ucraina meridionale e la difficoltà di stabilire comunicazioni hanno fatto sì che solo ieri la notizia pervenisse alla sede nazionale della Caritas che è espressione della Chiesa greco-cattolica ucraina. Da quanto emerge dalle prime informazioni, un tank russo ha bombardato la sede di Caritas Mariupol, provocando la morte delle sette persone, che probabilmente vi avevano cercato rifugio durante i primi giorni dell’assedio.

«La terribile notizia che tocca la famiglia Caritas, ci fa sperimentare da vicino la crudeltà di una guerra insensata – commenta Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Il nostro pensiero fraterno e la nostra stima incondizionata vanno ai colleghi ucraini, che mettono in pericolo le loro vite per servire le vittime del conflitto; la nostra solidarietà va all’intero popolo ucraino, che soffre pene inumane a causa di un’aggressione brutale. Con papa Francesco, preghiamo implorando una tregua pasquale che si trasformi in cessazione della guerra, follia che torna a crocifiggere Cristo».

GLI AIUTI IN UCRAINA E NEI PAESI DI CONFINE. Il network internazionale e la rete delle Caritas italiane proseguono nel supporto alle azioni umanitarie in Ucraina e nei paesi confinanti.

Settimana scorsa il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, ha raggiunto Leopoli, dove ha incontrato i suoi omologhi di Caritas Ucraina e Caritas Spes. I due organismi (il secondo è espressione della Chiesa latina) nei primi 40 giorni di guerra hanno prestato aiuto, in varie forme, a 500 mila persone e ne hanno ospitate circa 8 mila in 60 centri di accoglienza. Altre centinaia di migliaia di profughi sono stati assistiti delle Caritas nazionali (Polonia, Slovacchia, Ungheria, Romania, Moldova) dei paesi confinanti.
A questo sforzo umanitario, coordinato da Caritas Internationalis (sintetizzato qui), del valore di svariate decine di milioni di euro, Caritas Italiana e le Caritas diocesane italiane, tra cui l’Ambrosiana, contribuiscono con erogazioni economiche. Nella diocesi di Milano, la raccolta fondi ha fruttato (dato aggiornato al 7 aprile) quasi 3,7 milioni di euro. Tra le iniziative finanziate, ci sono quelle condotte nella Repubblica Moldova da Missione Sociale Diaconia, partner storico di Caritas Ambrosiana. L’associazione è impegnata nella costruzione, con moduli prefabbricati, di un centro di aggregazione per minori rifugiati nella città di Balti. I bambini e ragazzi ucraini che frequentano il centro necessitano, tra le altre cose, di kit scolastici e di gioco. Caritas Ambrosiana ha deciso di dedicare i “Regali solidali” per la Pasqua 2022 (diversi kit, da 10 a 260 euro) ai minori ucraini ospitati a Balti.
LE ACCOGLIENZE IN CITTÀ E IN DIOCESI. L’accoglienza dei profughi dall’Ucraina, coordinata in diocesi da Caritas Ambrosiana, si va consolidando, ma è in costante ampliamento. A Milano “Casa Monluè”, nell’omonima località a est di Milano, da circa un mese accoglie profughi ucraini (fino a 90) sulla base di una convenzione stipulata da Caritas con la Prefettura di Milano. Nel centro collettivo i profughi rimangono per alcuni giorni o settimane, prima di essere avviati in appartamenti resi disponibili da parrocchie e comunità religiose della città. La cooperativa Farsi Prossimo (gestore della rete) ha già promosso 15 micro-accoglienze; altre sono in fase di attivazione. Il sistema convenzionato con la Prefettura, estensione di un precedente accordo per l’accoglienza di profughi, funziona ormai quasi a pieno regime e arriverà a ospitare 190 persone.

Nelle zone pastorali della diocesi che ricadono in altre provincie (Monza Brianza, Lecco, Varese), Caritas in questi giorni sta organizzando una rete di appartamenti, resi disponibili da privati e parrocchie, in risposta – con il coordinamento di Caritas Italiana – a un avviso pubblico emesso dalla Protezione civile nazionale. Questa ulteriore rete di accoglienza supportata da fondi pubblici offrirà, in diocesi, alloggi per almeno un centinaio di persone.

Caritas Ambrosiana da settimane ha infine stretto contatti con una quarantina di parrocchie impegnate nell’accoglienza non convenzionata di alcune centinaia di profughi giunti in Italia autonomamente. E sta procedendo, tramite le proprie articolazioni zonali e decanali, a censire altre accoglienze “informali”, avviate in tutta la diocesi da parrocchie o da famiglie sostenute da parrocchie. Caritas Ambrosiana ha già assicurato supporto finanziario e umanitario (tramite la rete delle Caritas parrocchiali, dei centri d’ascolto e degli Empori della solidarietà) ad alcune di queste esperienze; in prospettiva, cercherà di sostenere con risorse proprie tutte le realtà parrocchiali che dovessero manifestare esigenze d’aiuto.

Per conoscere le attività di Caritas Ambrosiana

  • Info sull’evolversi degli aiuti: www.caritasambrosiana.it /tel. 02.40703424 (lunedì-sabato, ore 10-20)
  • Segnalazioni di alloggi per accoglienze: Area Stranieri (stranieri@caritasambrosiana.it / tel. 02.40703424)
  • Info sugli aspetti legali dell’accoglienza (permessi, ricongiungimenti familiari, minori non accompagnati): Servizio Accoglienza Immigrati (sai@caritasambrosiana.it / tel. 02.67380261)

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