“Riapriamo a tutti le visite dei parenti in ospedali”, a Roma si raccolgono le firme. Prima parziale vittoria

Questa forma di protesta si pone un obiettivo semplice: consentire alle famiglie di fare visita ad un proprio caro ricoverato all’interno di una struttura ospedaliera, senza la necessità di esibire alcun lasciapassare. Ciò che un tempo appariva scontato, oggi è un diritto da riconquistare. Le misure restrittive introdotte dal Governo negli ultimi due anni hanno oggi connotazioni anacronistiche, oltre che discriminatorie, dal momento che la loro giustificazione di esistere non trova fondamento neanche nella presenza dello stato di emergenza, rimosso lo scorso 31 Marzo. Siamo perciò di fronte a distorsioni del sistema che vanno eliminate il prima possibile. Il comitato sta lavorando per questo.  

Ci disponiamo quindi davanti al Policlinico: in due ore raccogliamo circa 70 sottoscrizioni, tra le quali c’è anche quella del marito di una paziente ricoverata nel reparto di urologia, al quale è da diversi giorni che gli viene negata la possibilità di accedere alla struttura per far visita alla moglie.

Una prima vittoria al Policlinico Umberto I di Roma. La richiesta del comitato di incontrare il Direttore Sanitario viene accolta. “Dopo aver portato la petizione alla sua attenzione, discutiamo a lungo gestendo la conversazione con toni tranquilli e pacati. L’incontro è positivo.  – spiegano i membri del comitato – Il Direttore dimostra di voler accogliere la nostra istanza e promette di fare controlli adeguati per far sì che abusi di questo genere non accadano in futuro; ci assicura che nei suoi reparti verrà assicurato il buonsenso, soprattutto in quei casi di aggravamento delle condizioni clinico-assistenziali del paziente”.

Mercoledì 06 Aprile è andato in scena a Roma quello che ormai rappresenta un appuntamento fisso del comitato “Di Sana e Robusta Costituzione”. Mentre nelle settimane precedenti le mete selezionate sono state gli ospedali San Camillo e San Giovanni, questa volta è stato il turno del Policlinico Umberto I.

A questa istanza leghiamo anche un altro “capo di contestazione”, quello che riguarda l’immissione nel sistema ospedaliero dei medici ed infermieri ucraini. È impensabile considerare la possibilità che vengano reclutati operatori sanitari stranieri per rimpiazzare quelli che abbiamo già in casa, ma che sono impossibilitati a svolgere l’attività lavorativa in quanto si sono rifiutati di cedere al ricatto delle plurime dosi previste. Inoltre, si sottolinea che questi professionisti non conoscono la nostra lingua, un dettaglio non da sottovalutare nelle corsie di un ospedale. Il riscontro è positivo anche in questo caso. L’Amministrazione ci garantisce che al momento non sono previsti bandi di reclutamento di medici e infermieri ucraini. 

Continua con successo l’azione “riapriamo le porte”. Il motivo risiede nel fatto che le nostre rivendicazioni sono condotte su un piano umano, etico e morale, non su un piano scientifico/legale. Non si può combattere contro questo sistema cinico e spietato con le stesse armi dei nemici. È necessario spostare la battaglia su un campo nuovo ed inesplorato, dove l’amore e il buonsenso fanno da padroni. AMOR VINCIT OMNIA non è solo un detto latino, è una strategia vincente per fronteggiare il male. E di questo il comitato di Sana e Robusta Costituzione se ne fa portavoce. Un grazie sincero a quanti ci hanno contattato per avere informazioni sull’ operazione “Riapriamo le porte” che presto sarà replicata in altre città d’Italia. Il comitato è ben lieto di fornirvi da Roma tutto il supporto necessario per allestire l’iniziativa. 

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