Stefano Puzzer non costituisce un”potenziale pericolo per la sicurezza pubblica”, il Tar del Lazio annulla il Daspo

Il Giudice ha deciso, il provvedimento di allentamento da Roma di Stefano Puzzer non era motivato ed è stato quindi revocato. Ci sono voluti poco più di 5 mesi, e non sono pochi, per vedere annullato un atto illegale. “L’Amministrazione non ha formalmente contestato tali risultanze, né ha indicato concrete e significative situazioni di pericolo derivanti dal comportamento del ricorrente, tali da poterne inferire un effettivo potenziale pericolo per la sicurezza pubblica, nelle circostanze di luogo e di tempo che costituiscono la motivazione sostanziale del provvedimento impugnato”, si legge nella sentenza del Tar del Lazio.

”Ero in macchina e mi è arrivata una telefonata dall’avvocato che mi ha detto ‘ti hanno tolto il Daspo‘”. Lo ha detto il leader dei portuali di Trieste ‘No Green Pass’ Stefano Puzzer, in una diretta Facebook, in merito alla decisione del Tar del Lazio di annullare il Daspo a Roma. “E’ stato riconosciuto che io non ho commesso nessuna mossa illegale. E’ una piccola vittoria di tutti, abbiamo recuperato un sassolino dei nostri diritti. Oggi è un granellino che bisogna mettersi in tasca per continuare a batterci per i nostri diritti’‘.

Inoltre “né il provvedimento può legittimamente fondarsi sulle sole segnalazioni del ricorrente all’Autorità Giudiziaria – scrivono i giudici – ovvero sulla contestazione relativa all’organizzazione di una manifestazione non autorizzata, che – oltre a non essere state accertate in maniera definitiva – non possono da sole sorreggere la misura, in assenza di ulteriori e concreti elementi di fatto che fungano da indispensabili criteri di collegamento spazio-temporale tra le esigenze di prevenzione ed uno specifico territorio (…), con riferimento ad un delimitato periodo temporale di un anno”.

In assenza di tali elementi “anche la durata della misura risulta sprovvista di una valida giustificazione causale, non risultando ancorata ad una oggettiva e percepibile esigenza di prevenzione della sicurezza urbana, e risultando pertanto insuscettibile di una reale valutazione in termini di congruità e proporzionalità della limitazione della libertà di circolazione sul territorio nazionale”.

“Infine deve ritenersi poco pertinente anche la motivazione relativa all’esigenza di dislocare un massiccio presidio di sicurezza, che avrebbe distratto le forze di Polizia da altri obiettivi sensibili, in quanto tale affermazione non è risultata confermata dalla documentazione probatoria versata in atti, né appare di per sé idonea a dimostrare un effettivo torbamento della sicurezza pubblica, in assenza di documentati disordini”. Alla luce di tali considerazioni, il ricorso di Puzzer è stato accolto con annullamento del provvedimento impugnato.

Il tribunale amministrativo regionale “Condanna il ministero dell’Interno al pagamento delle spese di giudizio in favore del ricorrente e le liquida nella misura di euro 1.000,00 oltre accessori di legge”.

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