Prezzo minimo latte alla stalla: Granarolo lo alza a 0,48 centesimi al litro

“La decisione di Granarolo tramite la cooperativa Granlatte di riconoscere agli allevatori per i conferimenti un prezzo minimo alla stalla di 48 centesimi al litro, al quale aggiungere Iva e premio qualità, è una scelta responsabile che ci auguriamo venga seguita da tutti i grandi gruppi industriali e cooperativi per garantire la sopravvivenza dell’allevamento italiano.” E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’esprimere apprezzamento per la delibera adottata dal piu’ grande gruppo cooperativo italiano aderente a Filiera Italia.

Le aziende lattiero casearie in Italia sono quasi 26.000. Il Nord Ovest contribuisce per il 47% al valore complessivo della produzione di latte bovino, con la Lombardia (39%) e l’Emilia Romagna (17%) che sono le prime due regioni.

Per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi energetici e dei mangimi il settore dei bovini da latte – sottolinea la Coldiretti – ha subito incrementi di costi pari al 57% secondo il Crea che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione. Un rischio per l’economia, l’occupazione e l’ambiente ma anche per l’approvvigionamento alimentare del Paese in un settore in cui l’Italia – precisa la Coldiretti – è dipendente dall’estero per il 16% del proprio fabbisogno.

“L’adeguamento dei compensi è necessario per salvare le 26mila stalle da latte italiane sopravvissute che garantiscono una produzione di 12 milioni di tonnellate all’anno che alimenta una filiera lattiero-casearia nazionale, che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro ed occupa oltre 100.000 persone con una ricaduta positiva in termini di reddito e coesione sociale” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “la stabilità della rete zootecnica italiana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia nazionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale perché quando una stalla chiude  si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate.

Quello del latte – conclude la Coldiretti Lombardia – è anche uno dei comparti chiave dell’agroalimentare lombardo, con la nostra regione che da sola produce il 45% di tutto l’oro bianco nazionale grazie a una rete di 5mila allevamenti. ​

Confagricoltura apprezza l’impegno di Granarolo nel riconoscere agli allevatori un aumento sul prezzo del latte alla stalla, a sostegno dell’intera filiera lattiero-casearia italiana.

La grave situazione che vivono in particolare gli allevamenti, a causa dell’impatto congiunto dell’inflazione e dell’aumento smisurato dei costi di produzione e dell’impennata dei prezzi delle materie prime, mette a rischio un comparto d’eccellenza del ‘made in Italy’, che si è trovato a lavorare in perdita.

“Auspichiamo vivamente – afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – che questa scelta di venire incontro agli allevatori, che rappresentano un comparto che vale oltre 16 miliardi di euro e occupa più di 100.000 persone, costituisca un esempio che verrà seguito da tutti gli altri gruppi industriali”.

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