Ci sono ancora 300mila alunni a casa che fanno didattica a distanza

Il ministro Bianchi tuona che è importante riportare gli alunni in presenza. Il sindacato Anief ribatte: perché allora ce ne sono 300mila a casa che fanno didattica a distanza?

Finalmente, anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ammette che la pandemia ha esasperato il malessere dei ragazzi che viene da lontano ed è importante riportare gli alunni in presenza. Anief lo sostiene da tempo, ma è stata inascoltata. “Non so quanti dei 300 mila studenti oggi costretti alla didattica digitale integrata sono ancora costretti a seguire le lezioni da casa non si siano vaccinati – replica Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di sicuro, però, la loro esclusione sarà sempre considerata una discriminazione, che spero possano dimenticare presto e non rivivere più. Caro ministro – conclude il sindacalista – non è questa la scuola che Anief vuole difendere o promuovere”.

Il sindacato ricorda che negli ultimi giorni, per via di una sorta di “effetto boomerang”, molti alunni sono stati costretti a rimandare la vaccinazione e a rimanere lontano dalla classe. Con i loro genitori sempre più “confusi, spaesati e spaventati”. Anche l’ex ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha dichiarato che gli alunni stanno pagando colpe che non hanno: “per me non bisogna assolutamente discriminare i bambini non vaccinati. Il motivo è presto detto, perché la colpa non è dei bimbi”. Anche per il Garante della privacy occorre evitare ogni discriminazione verso i minori.

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