La protesta dei camionisti dilaga anche in Europa. Gli appuntamenti sono due: il 14 febbraio a Bruxelles e il 22 febbraio a Roma. Le autorità europee hanno vietato ai camionisti del convoglio delle libertà di entrare in città, ma loro stanno lottando proprio contro questi divieti.
Il movimento inizialmente ha protestato contro l’obbligo del vaccino per i camionisti che attraversano il confine tra Stati Uniti e Canada, ma ora è molto più ampio; ha bloccato Ottawa per due settimane e ha spinto la provincia dell’Ontario a dichiarare lo stato di emergenza. Vogliono l’abolizione di tutte le restrizioni messe in atto per il Covid.
In Europa, il movimento sta prendendo piede soprattutto in Francia.
Anche in Italia ci sono due diversi gruppi Facebook, che raggruppano decine di migliaia di iscritti. Su uno di questi si legge: “Chiediamo: Fine immediata di tutte le misure Corona! Fine di passaporti sanitari, codici QR, app corona e carte d’identità digitali simili! La fine delle leggi emergenziali illegali e ingiustificate che minano la nostra costituzione e prevalgono sui diritti umani! La fine del sistema!”.
Se protestano persino i canadesi, probabilmente le persone più rispettose della legge del pianeta, vuol dire che la politica si è distaccata dalla realtà. È ora di adottare una nuova strategia più tollerante. Le persone vogliono tornare a vivere non dominati dalla paura della pandemia e dai comandi del governo, ma normalmente.
