I maggiori costi energetici a danno delle imprese del commercio e della ristorazione stanno per essere scaricati sui consumatori finali, attraverso rincari generalizzati dei prezzi al dettaglio. Lo afferma il Codacons, commentando l’allarme lanciato oggi da Confcommercio.
DI SEGUITO GLI AUMENTI MEDI DEI PREZZI MONITORATI DAL CODACONS NEGLI ULTIMI GIORNI:
Caffè e cappuccini al bar | +20% |
Pasta | +10% |
Pane | +15% |
Pesce | +20% |
Carne | +5% |
Latte | +5% |
Frutta | +20% |
Verdura | +30% |
Stiamo assistendo negli ultimi giorni ad una raffica di incrementi dei listini in tutti i settori – denuncia il Codacons – Presso i bar i prezzi di caffè, cappuccini, cornetti, panini e tramezzini hanno registrato in molti esercizi aumenti fino al +20%. Per la pasta si sono registrati già incrementi del +10% nelle scorse settimane, ed è previsto un ulteriore incremento del +30% entro gennaio. Il pane costa in media il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre per il pesce i rincari raggiungono il +20%. Più salati carne e latte (+5%), mentre i listini di frutta e verdura sono schizzati alle stelle, con aumenti medi dei prezzi tra il +20 e il 30%, e il picco del +230% per i finocchi.
Alla base degli incrementi dei listini al dettaglio, i maggiori costi energetici in capo ad attività e negozi, ma anche i rincari delle materie prime di numerosi prodotti (dal caffè alle farine allo zucchero) che, inevitabilmente, vengono scaricati sui consumatori finali attraverso un aumento dei prezzi.
“Di fronte a tale situazione il Governo deve intervenire con urgenza, perché l’incremento dei prezzi determinerà una erosione del potere d’acquisto dei cittadini e un progressivo impoverimento delle famiglie, con conseguenti effetti sui consumi che rischiano una “Caporetto” nel 2022 con ripercussioni a cascata su Pil, occupazione ed economia nazionale” – conclude il presidente Carlo Rienzi.