Buone notizie: perché Omicron non si moltiplica facilmente nel tessuto polmonare? La spiegazione scientifica

Abbiamo deciso di non dare spazio al panico, ma alla speranza. Le buone notizie anche in fatto di pandemia ci sono e non vogliamo nasconderle sotto il tappeto. Non l’abbiamo mai fatto.

Prove crescenti da studi sugli animali suggeriscono che l’Omicron non si moltiplica facilmente nel tessuto polmonare, come sottolineato da un recente articolo su Nature.

Gli studi di laboratorio ci spiegano il perché: l’Omicron non infetta le cellule profonde del polmone con la stessa rapidità con cui fa quelle delle vie aeree superiori. Michael Diamond, virologo alla Washington University di St. Louis, Missouri, con dei suoi colleghi hanno infettato criceti e topi con Omicron e altre varianti per monitorare la progressione della malattia. Dopo pochi giorni, la concentrazione del virus nei polmoni degli animali infettati da Omicron era almeno dieci volte inferiore a quella dei roditori infettati con altre varianti1. Gli animali infettati da Omicron hanno quasi mantenuto il loro peso corporeo, mentre gli altri hanno perso rapidamente peso, segno che le loro infezioni stavano causando gravi malattie.

La spiegazione di perché questo avvenga è fisiologica e va ricercata nella in una proteina chiamata TMPRSS2. Questa proteina è presente nelle superfici di molte cellule nei polmoni e in altri organi, ma è notevolmente assente dalle superfici della maggior parte delle cellule del naso e della gola. Le varianti precedenti hanno sfruttato questa proteina per infettare le cellule, ma i ricercatori hanno notato che Omicron non si lega così bene a TMPRSS2.  “La difficoltà di entrare nelle cellule polmonari potrebbe aiutare a spiegare perché Omicron funziona meglio nelle vie aeree superiori che nei polmoni”, ha spiegato su Nature Ravindra Gupta, virologo dell’Università di Cambridge, nel Regno Unito, coautore di uno degli studi TMPRSS2.

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