Parte il 6 gennaio la «Marcia delle Libertà», contro chi impone sempre nuovi terrori e istiga all’odio

Parte domani, 6 gennaio, alle 7,30, dal piazzale Stazione di Venezia, la «Marcia delle Libertà» promossa da Paolo Sceusa, già presidente emerito di Sezione della Corte di Cassazione, che l’11 agosto 2021 aveva lanciato il pubblico appello «Ne cives ad arma ruant» (Affinché i cittadini non vengano alle armi), esprimendo la necessità di evitare, attraverso l’attività legislativa, che la convivenza civile sia minacciata dal ricorso alla violenza da parte dei cittadini.

Sulla scorta di quell’appello, Paolo Sceusa ha dato vita a tante iniziative, l’ultima della quali inizierà domani: da Venezia a Roma. E forse più giù. Ma attenzione: la «Marcia delle Libertà» non è una manifestazione: è semplicemente una marcia pacifica. «Mi piacerebbe che la marcia fosse di tanti», ha detto Sceusa nel lanciarla (qui il video), e forse molti si uniranno a lui, nel rispetto delle regole da lui stesso dettate: «camminerò da solo o, se ci saranno altri, staremo sempre in fila indiana o, al massimo, per due; senza bloccare, senza intralciare niente e nessuno; senza comizi e senza cartelli. Solo una lunga camminata pacifica e gioiosa. Io indosserò qualcosa di giallo o di arancione, i colori del sole … e anche della visibilità stradale».

In quanti si uniranno a Paolo Sceusa lo scopriremo da domani. «Ma che sarò da solo o che saremo in tanti, per me ne sarà valsa comunque la pena -dice l’ex magistrato-. Mi farò leader di me stesso: se ciascuno farà altrettanto, in breve tempo la paura si dissolverà per tutti. E finalmente non saremo più gregge ma pastori di noi stessi. Liberi da chi ci impone sempre nuovi terrori, da chi ci istiga all’odio e ci vuole divisi, poveri e schiavi».

La «Marcia delle Libertà» che, come detto, parte giovedì 6 gennaio, alle 7,30, dal piazzale Stazione di Venezia, procederà in direzione Padova, attraversando il Ponte della Libertà, quello che collega il centro storico di Venezia con la terraferma, per proseguire quindi verso Vicenza, Verona, Mantova, Modena, Bologna, Imola, Firenze, Livorno. «E poi via, verso sud», spiega Paolo Sceusa sul suo canale Telegram, dove quotidianamente pubblicherà le varie tappe e gli itinerari che seguirà. Il percorso della prima tappa (fino a Padova) è quello della fotografia. «Ma non confondete mai “tappa” con “giornata di cammino” -spiega Sceusa-. Questa prima tappa (Padova) non la raggiungerò certo in una giornata! Tanto più che si si tratta della prima giornata…».

Tornando al senso vero di questa iniziativa, lo si trova scorrendo i post del canale Telegram di Paolo Sceusa: «Abbiamo sperato nelle manifestazioni, nei camionisti, nei motociclisti, nei portuali, nelle cause, nel referendum, nella controinformazione scientifica, in chi ci ha messo la faccia … Tutto è servito e tutto serve, ci mancherebbe! Ma ora tocca a ciascuno di voi metterci la faccia. E le scarpe. Non si può aspettare ancora! L’obiettivo è quello di cambiare l’Italia e il mondo. Se loro lo stanno già facendo spalancando baratri, perché ciascuno di noi non può farlo puntando alle stelle? Se è possibile per loro, che saran potenti, ma sono 4 gatti (e chiedo scusa ai gatti), allora è possibile per noi. Anzi è doveroso e urgente. Questa impresa spaventa chi considera di farla? Perfetto, solo la paura può evocare il coraggio!»

Con un ultimo, chiaro monito: «Prego tutti coloro che auspicano iniziative violente, di togliersi dai piedi».

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