“A rischio il pluralismo editoriale e la tenuta della filiera in Italia” per gli aumenti della carta

La crisi degli approvvigionamenti di carta e l’aumento dei costi di tipografia, generati dall’onda inflazionistica che a livello mondiale sta colpendo energia e materie prime, sono un’ipoteca sulla filiera, la crescita dell’editoria e la promozione della lettura nel nostro Paese, proprio nel momento in cui gli italiani hanno ripreso ad acquistare più libri: è l’allarme lanciato assieme dall’Associazione Italiana Editori (AIE) e da Federazione Carta e Grafica. Oggi a Più libri più liberi, Fiera nazionale della Piccola e Media Editoriadi AIE in programma fino all’8 dicembre alla Nuvola a Roma, il tema è stato trattato nell’incontro “Carta vince, carta perde”.

Secondo i dati raccolti dall’ufficio studi di AIE, gli aumenti medi per la carta nell’ultimo anno sono stati del 20%, in alcuni casi superiori. A questi rincari, che potrebbero avere nuovi rialzi già nei primi mesi del 2022, si sommano quelli per inchiostri, imballaggi, energia. E questi effetti sono solo una piccola parte dei rincari e delle difficoltà che stanno colpendo tutta la filiera, dalle cartiere agli stampatori fino appunto agli editori. Per tutti questo significa erosioni dei margini con potenziali effetti finali indesiderati sui prezzi di copertina, ma anche ritardi nelle consegne che costringono a fissare gli ordini con grande anticipo, senza poter nemmeno aspettare le previsioni di vendita dalle librerie.

“I rincari della carta e i ritardi negli approvvigionamenti – ha spiegato il presidente di AIE Ricardo Franco Levi – sono un’emergenza a cui guardiamo con preoccupazione da diversi mesi. Soprattutto per i piccoli editori, che sono il cuore di questa Fiera, il rischio è di essere tagliati fuori dal mercato per mancanza di carta con cui stampare le novità, un fenomeno che potrebbe così ridurre il pluralismo editoriale del nostro Paese in un momento che sarebbe invece molto favorevole per ampliare l’offerta. Per questo torniamo a chiedere misure di mitigazione dell’emergenza come il credito d’imposta per la produzione di libri. Di recente tale misura è stata riattivata, per il 2020 e il 2021, con il “Decreto Rilancio”, ma escludendo le imprese librarie”.

“In un contesto di generale rialzo dei costi, da quelli energetici a quelli logistici – ha spiegato il presidente della Federazione  Carta e Grafica, Emanuele Bona – il credito d’imposta sugli acquisti della carta esteso al comparto editoriale è una misura urgente, per rendere almeno i costi della carta più sostenibili, e necessaria, per contribuire alla resilienza della filiera grafico editoriale, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato”.

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