Virologo Massimo Galli indagato per concorsi truccati all’università

Il virologo Massimo Galli è indagato per concorsi truccati all’università. Lo rendono noto le agenzie di stampa AdnKronos e Ansa, che spiegano come il virologo milanese Massimo Galli, già primario del reparto di Malattie infettive all’Ospedale Sacco di Milano e ordinario di malattie infettive all’Università statale di Milano (in procinto di andare in pensione il prossimo primo novembre), risulta tra i 24 docenti universitari indagati della procura di Milano che riguarda un’inchiesta su concorsi truccati all’università.

Più nel dettaglio, Massimo Galli è tra i docenti indagati nell’inchiesta della procura di Milano su presunte iscrizioni e nomine irregolari per un episodio di turbativa e falso ideologico. Da questa mattina sono in corso perquisizioni e acquisizioni di documenti da parte dei carabinieri del Nas di Milano nell’ambito di una inchiesta ordinata dal pm Luigi Furno e dall’aggiunto Eugenio Fusco nei confronti di 33 persone, tra cui 24 docenti delle università del capoluogo lombardo, Pavia, Torino, Roma e Palermo su irregolarità nella gestione delle iscrizioni a numero chiuso delle facoltà di medicina e assunzione di docenti e anche di assistenti e dirigenti ospedalieri.

Tra le accuse ipotizzate, associazione per delinquere, corruzione e abuso di ufficio, per fatti avvenuti anche in questi mesi di lockdown. E tra gli indagati figurano alcune cariche direttive della Simit, la società italiana per le malattie infettive e tropicali che tutti abbiamo imparato a meglio conoscere in questi tempi di Covid.

Il blitz dei carabinieri avvenuto nella mattina di martedì 5 ottobre a casa del professor Massimo Galli, uno dei virologi diventati tra i più conosciuti dal pubblico televisivo in questi due anni di pandemia (nella foto: una recente apparizione del professor Massimo Galli a La7), è il punto di arrivo di un’inchiesta partita a seguito di un esposto-querela depositato il 26 aprile 2018 alla questura di Pavia per denunciare «un sistema di mercanteggiamento» con riferimento alle iscrizioni al corso della facoltà di Medicina e Odontoiatria dell’Università Statale di Milano. Anni di indagini, hanno portato la Procura di Milano a sostenere, si legge nel decreto degli inquirenti, che «la situazione che emerge dall’analisi delle conversazioni intercettate è a dir poco sconcertante». In pratica, tra quelli finiti sotto la lente di ingrandimento dei magistrati, «gran parte dei concorsi banditi sono stati oggetto di condotte di addomesticamento -recita sempre il decreto della Procura di Milano-. Trattasi di collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione in esame, sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità, che dovrebbero orientare le scelte dell’amministrazione pubblica per espresso dettato costituzionale».

Le indagini, stando a quanto scrive la Procura, «hanno consentito di delineare un grave quadro indiziario in ordine al sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore (ordinario e associato) all’interno della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’università degli Studi di Milano».

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