Ha percorso 900 km in kayak per fare il giro della Sicilia. Ci ha messo un mese

L’impresa è di Giancarlo Gusmaroli.   E’ partito da Acitrezza, Capo Mulini, e lì è tornato 36 giorni dopo.

L’ingegnere ambientale esperto di ecosistemi acquatici e maestro di kayak, in qualità di ambasciatore MEDSEA era partito lo scorso 30 luglio a bordo del suo kayak per raccontare il Mediterraneo dalla prospettiva dell’isola più estesa, in  una raccolta di suoni e voci nell’iniziativa #cantodelmediterraneo.

900 chilometri complessivi percorsi in 36 giorni in senso antiorario, con tappa nelle aree marine protette (Isole Egadi, Capo Milazzo, Capogallo-Isola delle Femmine, Isole Ciclopi, Plemmirio…), alla Soprintendenza del mare di Palermo e in alcuni centri educativi, ambientali, culturali e sociali di accoglienza dei migranti del mare. Una raccolta di testimonianze e progetti, condivisi poi su facebook dallo sportivo, rilanciati e diffusi sui social media dalla fondazione MEDSEA e dalle organizzazioni Svi.Med Onlus , Marevivo Onlus e Marevivo Sicilia, partner del progetto. Assieme ai suoni del mare, dei fondali, del vento, della natura e dei centri urbani, la raccolta di #cantodelmediterraneo ha riunito brevi testimonianze delle persone che vivono il mare incrociate durante la navigazione. Dalla storia di “Ciccio Kayak” di Terrasini che abbina alle lezioni di kayak la raccolta dei rifiuti in mare, a quella del pescatore del palangaro Sebastiano di Catania a pesca con il nipotino Mattia o dell’artista Franco Baglieri che regala nuova vita ai rifiuti del mare, rendendoli oggetti artistici su cui riflettere temi sociali. Non sono poi mancate le avventure, come nel giorno 29 quando, a causa del forte vento, il kayak ha rischiato di schiantarsi contro uno scoglio e i recuperi in mare di una nassa in nylon di 10mt abbandonata al largo di  Capo d’Orlando, pericolosissima per le creature marine.

“Ho conosciuto un’isola fertile e profumata, ma anche di un’isola aggredita e mortificata – racconta il suo viaggio Gusmaroli – alla generosità e all’accoglienza dei colori del mare, delle geologie costiere e delle persone che ho incontrato, si contrappongono il cemento, i rifiuti, l’inquinamento e il turismo predatorio”. Il sea kayaker in missione per l’ambiente ha riportato spesso nel suo viaggio della costante contrapposizione tra falesie, dune e arenili, paesaggi marini incantati e spettacolari, spesso “divorati da costruzioni disordinate e soffocanti, che invocano una programmazione coraggiosa capace di demolire e non difendere i troppi fabbricati impropri, prima che il mare lo faccia in modo drammatico per il clima che sta cambiando”. E ancora, il problema della plastica in mare e dell’inquinamento, “plastiche in acqua e a terra, provenienti dalle nostre case, dalle nostre barche, dal nostro tempo libero soffocano il respiro del mare e la nostra salute insieme a lui”, racconta.

L’ingegnere ammette inoltre di aver provato “rabbia e desolazione” per alcune situazioni, ma di aver comunque toccato con mano una Sicilia impegnata per l’ambiente, soprattutto “in quei meravigliosi laboratori di sostenibilità che sono le aree marine protette e le riserve naturali”. Da qui la consapevolezza di un popolo che si impegna, forte del suo passato e fiero del suo presente. “Ho trovato una Sicilia trasudante di cultura, – conclude Gusmaroli – nelle vestigia di popoli antichi e nei luoghi dei saperi contemporanei che sono curati con dedizione. Consapevole di essere un crocevia di rotte sociali, quelle delle nuove migrazioni degli ultimi decenni, capace di essere casa per chi una casa non ha più. La mia rotta ha cinto quest’isola con un abbraccio lieve, senza traccia, ma deciso. Perché deciso deve essere l’impegno di chi vive qui per la propria casa. E di tutti noi con loro”.

Le voci del Mediterraneo videoregistrate e diffuse sui canali social della fondazione MEDSEA, si possono trovare su Instagram dal profilo di @medsea_foundation e sul canale Facebook personale di Giancarlo Gusmaroli.

 

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