Export: le aziende chiedono una riduzione della burocrazia

Lo rivela un’inchiesta di Alibaba. Poco più della metà (52%) delle piccole e medie imprese dell’Unione Europea esporta ora a livello internazionale (il 73% di coloro che esportano lo fa), principalmente verso altri Stati membri dell’UE. Tra queste aziende, più della metà (54%) afferma che l’esportazione è essenziale o significativa per la sopravvivenza del loro business.

Quasi la metà (42%) delle PMI intervistate ritiene che ridurre la burocrazia transfrontaliera sarebbe l’azione più utile che i governi potrebbero attuare per aiutarle a vendere a livello internazionale. La stessa opinione è ancora più frequente (48%) tra coloro che già esportano all’estero.

Per molte piccole imprese dell’UE (48% delle PMI), le sfide strutturali sono la causa della mancanza di opportunità di export internazionale. Quasi 1 impresa su 5 sostiene che i costi di trasporto (19%) o la mancanza di personale e risorse (18%) le trattengono dall’esportare, mentre il 15% ha espresso preoccupazione per la regolamentazione prevista per l’esportazione verso altri mercati.

Le piccole e medie imprese europee lungimiranti comprendono che un export di successo non deve necessariamente comportare alti investimenti iniziali nei mercati esteri. Più dell’80% delle PMI dell’UE che vendono a livello internazionale hanno infatti dichiarato che i marketplace online rendono l’esportazione molto più facile rispetto all’uso di siti web localizzati.

Le imprese italiane e il loro modo di esportare

Tra le aziende italiane intervistate che vendono prodotti o servizi a livello internazionale, il 60% ha esportato in uno dei 27 paesi membri dell’UE, il 32% negli USA e il 21% in Cina.

Questi dati sono di buon auspicio per una sana ripresa economica, che potrebbe essere ulteriormente favorita se le barriere che le aziende considerano un freno alle loro strategie di esportazione venissero eliminate. Tra i principali ostacoli evidenziati dalle PMI che non vendono ancora prodotti o servizi a livello internazionale, il trasporto di beni e servizi (24%), complicazioni e ritardi dovuti al Covid (20%), mancanza di personale e risorse e la difficoltà di comprensione della regolamentazione locale (19%).

Indipendentemente dal fatto che attualmente vendano a livello internazionale, il 39% delle aziende coinvolte ha sottolineato che un’azione utile sarebbe la riduzione delle pratiche burocratiche e della documentazione transfrontaliera, seguita dalla fornitura di assistenza finanziaria per la creazione di negozi online, oltre a rendere i pagamenti transfrontalieri più facili e accessibili (35%).

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