Alle 21, come 39 anni fa, gli Azzurri si giocano una finale per far impazzire l’Italia

Fra poche ore, precisamente alle 21, esattamente come 39 anni fa risuonerà il fischio di inizio della finale di un torneo di calcio che potrebbe far impazzire di gioia tutto lo Stivale. Allora era il 1982, ed erano i mondiali, questa volta è Euro 2020, giocato con un anno di ritardo per via della pandemia. E anche allora eravamo nel Vecchio Continente, per l’esattezza in Spagna, al mitico Bernabeu, contro un’altra europea: la Germania (3-1 per gli Azzurri il risultato finale). Questa volta siamo oltre la Manica, in Inghilterra, nel magico tempio di Wimbledon, per affrontare gli inglesi padroni di casa. Allora come oggi, sugli spalti c’era e ci sarà il presidente della Repubblica: Sandro Pertini si alzò tre volte, per gioire e salutare per poi quasi scusarsi col re di Spagna che stava suo al fianco; Sergio Mattarella, ci scommettiamo, sogna di fare lo stesso, anche se qui non ci sarà il re, o per meglio dire la regina, ma il vulcanico Boris Johnson. E, ancora, allora come oggi sulla panchina c’è un ct che brilla per il suo comportamento schivo e praticamente mai sopra le righe: nel 1982 era il friulano Enzo Bearzot, oggi il marchigiano Roberto Mancini.

Insomma, tra templi del calcio, geografia, monarchie, tifosi illustri e similitudini varie, c’è né a sufficienza per far correre gli scaramantici a nascondere la testa sotto la sabbia. Ma tra questi non c’è Mancini, che dice: «L’importante è scendere in campo per divertirci, come sempre, perché solo così potremo battere l’Inghilterra. Loro sono forti, ma anche noi lo siamo. Certo: Sterling è migliorato molto ed è velocissimo: bisognerà quindi fare grande attenzione e dovremo essere bravi nella fase difensiva. Perché oltre a lui ce ne sono tanti, come Kane: tutti bravi e con grandi qualità. Sarà una partita difficile, ma ai ragazzi chiedo serenità e di vivere i novanta minuti per divertirsi».

Divertirsi, certo, ma possibilmente gioire per una vittoria: «Spero che la data possa essere importante per la seconda volta per noi italiani – riprende Mancini-. C’è passione per il calcio sia in Italia sia in Inghilterra. Loro hanno sempre avuto ottime squadre, ma in 55 anni senza trofei gli è mancato quel pizzico di fortuna per arrivare al traguardo e hanno le stesse nostre motivazioni per vincere. E’ davvero un bel giorno in cui giocare, senza cambiare nulla della nostra identità, che fortunatamente ci ha fin qui regalato giorni belli e positivi. Sono felice del lavoro che hanno fatto tutti i miei calciatori, fino a oggi hanno dato più del 110%, altrimenti oggi non saremmo qui. Sono felice per tutti loro. La mia è una Nazionale divertente e sostanziosa, che ha fatto un tragitto pieno di difficoltà e di fatica e che questa sera vivrà l’atto finale. Anche per me -aggiunge Mancini- è un momento importante: ho avuto la possibilità di giocare in Nazionale, ma non siamo riusciti a vincere né in Under 21 né il Mondiale. Questa sera spero di ricevere quello che non ho ricevuto da calciatore».

Appuntamento, dunque, fra una manciata di ore, davanti ai teleschermi o ai video di piazza (che stanno accendendo mille polemiche per via del Covid, destinate ad acuirsi in caso di caroselli di vittoria) sui canali di Rai Uno e Sky, oppure via straming, sulle app di Rai Play, Sky Go e Now Tv, quando scopriremo se le formazioni sono quelle che, mentre scriviamo, poco dopo mezzogiorno, vengono date per certe:

ITALIA (4-3-3): Donnarumma, Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson Palmieri, Verratti, Jorginho, Barella, Chiesa, Immobile, Insigne.

Inghilterra (4-3-3): Pickford, Walker, Stones, Maguire, Shaw, Philipps, Rice, Mount, Sterling, Kane, Saka

Ma prima, alle 15, tutti a tifare Berrettini.

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