Dopo il lockdown a giugno e luglio il fatturato delle aziende di Univendita, la maggiore associazione italiana della vendita a domicilio, ha raggiunto rispettivamente +30% e +32% in confronto agli stessi mesi del 2019. Le aziende che fanno parte di Univendita, che proprio il 16 settembre 2020 festeggia i suoi primi 10 anni di attività, presentano in questo momento 30mila offerte di lavoro attive, mentre 4,8 milioni sono le famiglie servite: una clientela variegata, composta in maggioranza da donne (84,1%), che apprezzano la possibilità di fare acquisti personalizzati e consapevoli, nella tranquillità della propria casa, con la consulenza di un esperto.
La relazione diretta e personale che si instaura tra venditore e cliente e la dimostrazione del prodotto, in tutte le sue funzionalità, sono gli elementi irrinunciabili della vendita a domicilio. E i clienti hanno dimostrato di ricercarli fortemente già nelle prime settimane dopo il lockdown. «Tra marzo e maggio, naturalmente, le vendite fisiche non hanno potuto avere luogo e le aziende hanno saputo mettere in campo soluzioni digitali alternative, mantenendo così un buon 35% del fatturato abituale – spiega il presidente di Univendita Ciro Sinatra –. Ma era il contatto umano ciò che mancava di più ai nostri clienti, e quando abbiamo potuto tornare alle vendite in presenza la risposta del mercato è stata positiva oltre le previsioni».
Le linee guida predisposte da Univendita hanno consentito alle aziende associate di creare protocolli di sicurezza specifici per i venditori, permettendo di superare le prime diffidenze dei consumatori segnalate nella seconda metà di maggio. «A giugno e luglio – conferma Sinatra – sono addirittura aumentate le dimostrazioni a domicilio rispetto a quelle effettuate nello stesso periodo del 2019, con il risultato che, a livello di fatturato, i mesi si sono chiusi, rispettivamente, con un +30% e un +32% sul dato storico dello scorso anno».